La prima giornata del G7, si è ufficialmente conclusa, anche se l’evento mondano del weekend, cioè la cena insieme alla regina Elisabetta, è ancora in corso.
Il discorso di apertura è toccato al padrone di casa, Boris Johnson, che ha enfatizzato il potenziale di questo momento di crisi, ammonendo al contempo i colleghi del rischio di incappare nelle stesse falle della ripresa dopo la crisi economica del 2008 che “non fu uniforme per tutte le parti della società”. “Penso che ciò che è andato male in questa pandemia, cosa rischia di lasciare una cicatrice duratura, è che le disuguaglianze possono esacerbarsi, e dobbiamo accertarci che, nella ripresa, ricostruiamo al meglio per tutta la società”, ha affermato.
Durante la prima giornata di confronti tra i leader del gruppo sono già emersi molti dei punti chiave preannunciati per questo summit.
Il ritorno degli USA
Radek Sikorski, a capo della delegazione per i rapporti con gli USA del Parlamento Europeo, non si è trattenuta, ammettendo di fronte alla stampa che ci sia un certo sollievo tra le fila europee ora che c’è Joe Biden alla guida degli Stati Uniti, ed a rappresentarli nel G7, al posto di Donald Trump. “Ora abbiamo un gentiluomo onorevole ed un alleato affidabile. Non significa che saremo d’accordo su tutto, ma significa che possiamo fare cose insieme”, ha dichiarato. “Non chiama l’Unione Europea un nemico, non dice di fidarsi di Putin più dell’FBI e non viviamo più nella preoccupazione che dissolva la Nato con un tweet notturno”, ha aggiunto.
“Sono molto felice che sia qui il Presidente americano”, ha detto la Merkel. “E’ impegnato nel multilateralismo, cosa che ci mancava negli ultimi anni”, ha aggiunto. Insomma non le hanno mandate a dire.
A close transatlantic unity is essential to face today’s challenges – from dealing with China to protecting our climate.
I was glad to exchange with @POTUS Joe Biden today.
I’m looking forward to welcoming him to Brussels for the first ????summit in 7 years! pic.twitter.com/Pwy0joLF1z
— Ursula von der Leyen (@vonderleyen) June 11, 2021
La cooperazione dei paesi del G7 per vaccinare il mondo.
Dopo l’annuncio di ieri del presidente Biden che gli USA provvederanno con mezzo miliardo di dosi destinate a 100 paesi poveri, i partner internazionali non hanno tardato a farsi sentire. L’accordo comune è quello di raggiungere la soglia di 1 miliardo di dosi totali da donare ai paesi in maggiore difficoltà; la cancelliera Angela Merkel ha dichiarato, al suo arrivo al Summit, che spera che i leader dei 7 “otterranno risultati molto buoni” per arrivare a quel numero di donazioni. I sette devono “dimostrare che non stiamo pensando solo a noi stessi, ma stiamo anche pensando a coloro che non hanno ancora l’opportunità di essere vaccinati, soprattutto i paesi dell’Africa”, secondo la Merkel.
Secondo le stime, collaborando con l’OMS, il 60% della popolazione dell’emisfero australe dovrebbe essere vaccinata entro Marzo 2022.

La ripresa economica dopo la pandemia
La voce più autorevole in materia, nessuna sorpresa, è stata quella del premier Mario Draghi. Il presidente del consiglio italiano si è detto ottimista: «questo è un buon periodo per l’economia mondiale. La ripresa ha avuto un forte picco e le politiche attuate durante la fase più acuta della pandemia si sono mostrate corrette».
Ma come Johnson, anche lui ha messo in guardia dagli errori commessi in passato: “in occasione delle altre crisi, nei nostri Paesi ci siamo dimenticati della coesione sociale”. Quello che deve avvertire ora il G7 è dunque un “dovere morale” di comportarsi diversamente, in particolare rispetto alle politiche del lavoro, perchè non penalizzino le categorie più svantaggiate, come donne e giovani.
Il tema della Cina è già sul tavolo
I leader europei, che si sono incontrati prima dell’inizio ufficiale del G7, hanno definito la Cina “un sistematico rivale, un partner sulle questioni globali ed un concorrente”, secondo quanto confermato venerdì da un portavoce dell’Eliseo. La dichiarazione aggiunge che i membri del G7 intendono discutere direttamente del tema con il presidente Biden.
“Qui (al G7) troveremo parole forti in supporto del multilateralismo e dei valori basati sul multilateralismo, che porteranno ad un disaccordo con la Russia, e per certi aspetti anche con la Cina”, ha dichiarato la Merkel oggi.

C’è tensione per il meeting tra Biden e Putin
Dmitry Peskov, portavoce del Cremlino, ha confermato alla CNN che la Russia non si aspetta che l’incontro tra Biden e Putin di mercoledì 16 a Ginevra sia seguito da una conferenza stampa congiunta, anche se il dialogo sul format del meeting non è ancora definitivo. Peskov ha altresì dichiarato che Putin non si reca a Ginevra per portare i suoi omaggi a nessuno, ma perché “il pessimo stato dei rapporti” tra Russia e USA richiede un incontro faccia a faccia.
Amanda Sloat, direttore del National Security Council dell’Europa ha commentato sulle intenzioni di Biden nell’organizzare questo incontro: “penso che il presidente creda che ci sono aree in cui possiamo lavorare con i russi, come ad esempio la stabilità strategica, importante sia per gli USA che per gli alleati europei. Allo stesso tempo Biden ha chiarito che specificherà le nostre differenze”.
Durante la “foto di famiglia” in apertura del G7 un reporter ha chiesto a Biden quale sarà il suo messaggio per Putin. “Te lo dirò dopo averlo recapitato”, ha risposto il presidente.
Clima
Il tema del clima e della protezione dell’ambiente è già stato sollevato da diversi leader, ma non è ancora stato oggetto di dibattito approfondito. E’ uno dei temi caldi su cui il confronto con la Cina è necessario ed inevitabile (“non troveremo mai soluzioni senza la Cina”, ha detto la Merkel”).
Tassa globale per le multinazionali
L’argomento della cosiddetta “global corporate tax”, cioè il progetto di imporre una uguale tassa alle multinazionali per eliminare i paradisi fiscali sarà argomento di discussione nei prossimi giorni. Ci si aspetta che i leader del G7 annuncino di supportare una tassazione globale non inferiore al 15%. Janet Yellen, ministro del tesoro americano, si è già confrontata con la sua controparte britannica qualche settimana fa, ed è già noto che sia UK che USA sono favorevoli.