“Building Back Better” sono le parole chiave del primo incontro nella giornata inaugurale del G7 di Carbis Bay, Cornovaglia. I più attenti riconosceranno nella formula il mantra con cui Joe Biden ha lanciato il suo imponente piano di ripresa. Ed è proprio un Recovery Plan globale il tema della sessione in cui Mario Draghi figura come lead speaker, forte della sua storia alla Banca Centrale Europea durante la crisi dei debiti sovrani.
Arrivato a Carbis Bay alle 11:15 ora locale, il Premier italiano ha presenziato un incontro di coordinazione fra leader europei prima di lanciarsi nella cerimonia inaugurale del G7 che, dopo le videochiamate dello scorso anno, stavolta si tiene dal vivo. Il meeting che vedrà Draghi fra gli speaker sarà riservato ai soli sette membri, senza quindi gli osservatori esterni dei paesi invitati e verterà sulla ripresa globale, fra digitale, green e politiche economiche nazionali.
La giornata di sabato si aprirà con l’incontro intitolato “Building Back Resilient” concentrato tutto sulla resilienza economica degli stati. A seguire, un focus sulla politica estera dopo il ritiro delle truppe alleate dall’Afganistan e i continui terreni di scontro con Mosca e Pechino. Sarà dopo la terza e ultima riunione della giornata, quella dedicata alla sanità e alla salute globale, che Mario Draghi e Joe Biden si incontreranno nel loro primo bilaterale da capi di governo.
Non è un caso che il faccia a faccia si terrà dopo aver discusso di politica estera. Ad oggi, l’Italia di Mario Draghi riveste un ruolo da figliol prodigo per l’agenda Biden, soprattutto nelle relazioni internazionali americane. Draghi da presidente della BCE era una figura molto apprezzata dall’amministrazione Obama ed è una vecchia conoscenza di Biden e da quando è a Palazzo Chigi ha allontanato ogni dubbio sul posizionamento del Bel Paese nello scacchiere internazionale. Via le simpatie cinesi tipiche della presidenza Conte e in generale del Movimento 5 Stelle, adesso si guarda al Mediterraneo in funzione atlantica ed europea. Ed ecco che Draghi in Libia ha voluto rimarcare le relazioni privilegiate fra i due paesi e l’influenza che l’Italia può esercitare nel processo di pace fra i governi di Tripoli e quello di Bengasi. Anche Blinken ha auspicato una maggiore coordinazione fra USA e Italia soprattutto in Libia ma anche in Medio Oriente.

Ma l’asse fra Roma e Washington torna in auge anche per demerito degli altri big europei. Fuori il Regno Unito dall’UE, la Germania è stata la più fiera promotrice dell’accordo commerciale fra Cina e Unione Europea che dovrebbe avvantaggiare proprio Berlino negli scambi commerciali. Poi, ad inasprire i toni anche il progetto Nord Stream 2 con Mosca. Insomma, con Angela Merkel al tramonto della sua esperienza da Cancelliera, il panorama tedesco risulta molto sfumato e non perfettamente in linea con le velleità statunitensi. Si può dire lo stesso della Francia di Macron, fin troppo eclettica sul piano internazionale e eccessivamente instabile a livello elettorale, con forze di opposizione in crescita rispetto ad un Presidente sempre più Visconte Dimezzato nella sua ricerca della Grandeur.
Con un nuovo asse che verrà suggellato con la bilaterale Biden-Draghi, l’Italia potrebbe diventare per gli USA un interlocutore speciale in Europa. Resta da vedere quanto ancora durerà il governo Draghi e se la sua agenda diventerà una vera e propria dottrina con un suo eventuale ingresso al Quirinale.
Gli incontri del G7 si concluderanno nella giornata di domenica con due riunioni su open societies e il cambiamento climatico.