Tira una brutta aria in Afghanistan e il ritiro dei soldati internazionali dal paese, che inizia formalmente oggi, i talebani lo festeggiano con una autobomba che fa strage di studenti e studentesse. Giovani che dovevano sostenere l’esame di ammissione all’università, qualcosa di impensabile quando erano loro al potere e le bambine non potevano studiare. 25 morti, un centinaio di feriti nell’esplosione messa a segno contro una casa per studenti, che rappresentavano il futuro del paese. Solo delle bestie possono pensare e compiere un attentato così ignobile.
Il ritiro delle truppe americane e della Nato si completerà l’11 settembre, una data simbolica per il mondo. 20 anni dall’attacco alle Torri Gemelle, 20 anni di guerra al terrorismo, 20 anni di presenza delle truppe USA e NATO che avrebbero dovuto ricostruire l’Afghanistan, uno stato fallito da decenni di guerre, e restituire alle donne i diritti negati dai talebani che le lapidavano negli stadi come intrattenimento tra un tempo e l’altro degli eventi sportivi.
Abbiamo vinto? Abbiamo ricostruito il paese? Abbiamo sconfitto i talebani? Abbiamo eliminato Al Qaida e l’Isis? NO, abbiamo perso e ce ne andiamo perché non ne possiamo più di spendere miliardi in un paese che in apparenza non è più strategico per i nuovi interessi delle grandi potenze. Ce ne andiamo perché abbiamo altro in agenda. Per il presidente americano c’è il nuovo equilibrio di potere con la Cina, ma anche il bisogno di riportare a casa i giovani americani, perché altri morti non sono più giustificabili all’opinione pubblica insieme alle migliaia di miliardi di dollari:2312 i caduti USA in questi vent’anni, 20 mila i feriti, ed almeno 100 mila civili afgani uccisi. 53 i soldati italiani morti nel paese.
All’Afghanistan ci pensino le potenze regionali dell’area, questo è il messaggio: la Cina appunto, l’India alla quale gli Usa guardano con maggiore fiducia rispetto al Pakistan che avevano inondato di soldi e l’Iran. Il grande gioco si ripropone, con un problema in più. India e Pakistan sono in guerra da decenni e ognuna ha interesse a prevalere in Afghanistan, soprattutto il Pakistan che i talebani li ha creati e sostenuti nelle sue madrasse e che sogna di continuare ad avere nell’Afghanistan il suo cortile di gioco con la stessa influenza che ha perso dopo la caduta del regime talebano e da quando a Kabul si è insediato un governo sostenuto dagli Stati Uniti. Non dimentichiamoci che Bin Laden si nascondeva con la sua famiglia proprio in Pakistan, il paese dei puri, in un compound ad Abbottabad a due passi da una caserma militare. E’ lì che il 2 maggio 2011, le forze speciali statunitensi lo hanno freddato. C’era Obama come presidente, Clinton segretaria di stato. Sembra un’era fa.
Abbiamo restituito i diritti alle donne? Si, almeno quello lo abbiamo fatto, ma quanto dureranno, se al potere torneranno gli integralisti? Oggi possono lavorare, studiare, viaggiare, farsi eleggere al Parlamento, ma lo stato che i talebani sognano è un emirato con il ritorno della sharia, la dura legge islamica che non lascia spazio al cammino di crescita femminile. Già da tempo gli integralisti stanno dando dei segnali chiari sul mondo che vorrebbero, minacciando e uccidendo le donne che osano svolgere professioni ritenute inadatte al loro credo conservatore e jihadista. Sono state uccise 4 giornaliste in soli 4 mesi, lavoravano in una tv di Jalalabad e una di loro osava persino mostrare il volto conducendo il notiziario.
Sono state freddate 3 dottoresse che andavano nei villaggi a vaccinare i bambini contro la polio. Sono state assassinate due giudici donne della Corte Suprema, perché si permettevano di giudicare degli uomini che avevano commesso dei reati. Sono state fatte fuori poliziotte, membri delle squadre che cercavano di tutelare le donne contro la violenza domestica, sono state assassinate studentesse all’università di Kabul perché pretendevano di essere istruite.
Tutti ricevono minacce in Afghanistan, ma le donne sono i principali target insieme ai giornalisti, accusati di diffondere notizie filo governative solo perché raccontano le perdite dei talebani negli scontri con l’esercito afghano. Si,perché in Afghanistan si combatte ancora in molte province del paese. I talebani stanno guadagnando terreno e secondo quanto dichiarato poche ore fa a CNN da due operativi di Al Qaida hanno fatto una nuova alleanza con l’organizzazione terroristica. “La nostra guerra agli Usa continuerà su tutti i fronti, hanno detto al giornalista veterano dell’Afghanistan Nic Robertson, sino a quando non saranno espulsi da tutto il mondo islamico”. Se Washington sperava in un accordo con i talebani queste speranze sembrano assotigliarsi e se un errore hanno fatto gli Usa è stato di avere legittimato gli stessi talebani con i quali hanno intrattenuto collooqui per mesi in Qatar a Doha. “E’ tempo di porre fine alla più lunga guerra degli Stati uniti , ha affermato il presidente Biden,ma a quanto pare il tempo non pare arrivato per i nemici degli USA.