Lungo il confine sud-ovest che divide Stati Uniti e Messico si sta consumando quella che ben presto potrebbe diventare una crisi umanitaria. Joe Biden, che ha basato la sua campagna elettorale sullo smantellamento del sistema “inumano” di gestione dei migranti messo in piedi dall’amministrazione Trump, si trova davanti ad un dilemma. A nulla sono serviti i moniti “il confine è chiuso”, la situazione nelle ultime due settimane è degenerata e migliaia di minori non accompagnati sono detenuti nelle strutture al confine. Una prospettiva che Biden conosce bene, avendo affrontato assieme ad Obama la crisi migratoria del 2014, con carovane di migliaia di persone in entrata.
Il centroamerica è diventato una spina nel fianco delle amministrazioni USA. Dal triangolo composto da Guatemala, Honduras ed El Salvador partono molti dei minori che finiscono in custodia al confine statunitense. I motivi sono molteplici, dalla povertà ai disastri naturali sempre più presenti a causa dei cambiamenti climatici, fino alla pandemia, migliaia di bambini e adolescenti rischiano la vita percorrendo miglia di terra ed affrontando violenze e criminalità, in cerca di un futuro migliore.
Dal 2014, anno dell’ultima grande crisi migratoria, oltre 40.000 minori sono arrivati annualmente al confine, con un picco fino a 72.000 durante il 2019. Trump ha risposto a queste ondate con la politica della “tolleranza zero”, tagliando fondi per i programmi di asilo, rafforzando il potere della polizia di frontiera e promuovendo espulsioni e deportazioni verso il Messico, dove si sono create vere e proprie baraccopoli di respinti. Nelle ultime settimane, però, su una media di 340 ingressi al giorno, i minori non accompagnati sono cresciuti fino a superare le 435 unità giornaliere. Più di 100.000 incontri con migranti sono stati segnalati nelle quattro settimane precedenti al 3 marzo. Per questo motivo, la scorsa settimana, 3.700 bambini erano detenuti nelle strutture provvisorie della Customs and Border Protection (CBP).
La situazione sta degenerando. Se Trump non ha mai fatto mistero di voler respingere anche i minori, talvolta utilizzando pratiche di separazione delle famiglie, Biden ha incentrato la sua politica su una “umanizzazione” della gestione migratoria con un’attenzione particolare sui più piccoli . Il sistema, però, necessita di tempo per essere cambiato ed al momento non sembra idoneo a rispondere alle ultime ondate di migranti. A riprova che gli ingranaggi si stanno inceppando, il Washington Post ha riportato che i bambini tenuti in custodia dalla CBP hanno trascorso in media 107 ore nelle loro strutture, anziché le 72 massime fissate per legge prima di essere trasferiti sotto la protezione del Department of Health and Human Services. Quest’ultimo, poi, ha il compito di valutare i casi e trovare nuovi rifugi, rintracciare genitori e parenti o trovare famiglie “ospiti”. Al momento, nei rifugi del dipartimento sono ospitati almeno 8.500 bambini e adolescenti.
Biden, che si trova al centro della tempesta, sta già prendendo le contromisure. Dopo aver riaperto dei rifugi temporanei in Texas per evitare il sovraffollamento delle strutture detentive durante la pandemia da covid-19 e scongiurare violazioni dei diritti fondamentali, il Presidente nella giornata di Domenica 14 ha deciso di dispiegare la FEMA, l’Ente federale per la gestione delle emergenze. La mossa va in controtendenza rispetto al rifiuto di chiamare “crisi” l’ondata migratoria al confine. In più, Biden ha promesso di reintrodurre il Central American Minor Program, un programma varato nell’era Obama con lo scopo di creare canali per l’immigrazione regolare dei minori centroamericani negli USA. Il programma era stato smantellato nel mandato Trump.
Le polemiche politiche non sono mancate. Il governatore del Texas Greg Abbott ha attaccato violentemente l’amministrazione Biden per l’apertura dei nuovi centri provvisori mentre al Congresso i Repubblicani giurano battaglia sul tema dell’immigrazione. L’accusa nei confronti di Biden è quella di aver incoraggiato i movimenti alle frontiere grazie alla sua politica lassista. Vi è però da sottolineare come la tolleranza zero di Trump abbia ammassato centinaia di migliaia di rifugiati in Messico, persone che non hanno mai smesso di sperare nel loro ingresso negli USA. Questa crisi mostra come l’immigrazione sarà un tema centrale delle midterm 2022 e, con molta probabilità, anche delle presidenziali 2024.