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January 20, 2021
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Con Joe Biden il cattolico, la democrazia americana tira un sospiro di sollievo

Una giornata particolare a Washington che dopo aver insediato il 46esimo presidente di colpo intravede il ritorno alla normalità dopo quattro anni di Trump

Massimo JausbyMassimo Jaus
Time: 5 mins read

“Democracy has prevail” sono state le prime parole del 46mo presidente degli Stati Uniti. E la democrazia ha prevalso nonostante la carica di odio instillata per quattro anni. Joe Biden è ora alla Casa Bianca alle prese con la seconda Reconstrution del Paese in una America divisa, malata e con una economia in difficoltà.

“Che Dio mi aiuti”, ha detto pronunciando la formula di rito, diventando a 78 anni il presidente più anziano al momento di assumere la carica. E di aiuti per questa America travolta dal covid-19, dalla disoccupazione e dalla rabbia, ne ha proprio bisogno. “Chiedo a tutti gli americani di aiutarmi nell’unire il Paese. Metterò tutta la mia anima per riunire la nazione, abbiamo molto da fare in questo inverno di pericolo, molto da riparare e da risanare. Lo so parlare di unità può sembrare una assurda fantasia in questi giorni. So che le forze che ci dividono sono vere profonde e reali. E so anche che non sono una novità. Ma l’unità è l’unica strada per poter andare avanti”. 

Illustrazione di Antonella Martino

Joe Biden, secondo presidente cattolico nella storia americana, ha giurato davanti al capo della Corte suprema John Roberts, su una vecchia Bibbia di famiglia (127 anni) tenuta dalla moglie Jill. Il suo cattolicesimo è stato sottolineato con un messaggio da Papa Francesco che prima della cerimonia si era congratulato con Biden:  “Chiedo anche a Dio, fonte di ogni saggezza e verità, di guidare i vostri sforzi per favorire la comprensione, la riconciliazione e la pace negli Stati Uniti e tra le nazioni del mondo, al fine di promuovere il bene comune universale”. E con questo spirito Biden si è immerso nella ricostruzione della Nazione.

“Il virus ha detto – ha fatto più vittime di quanti americani sono morti nella Seconda Guerra Mondiale, possiamo batterlo”. “Vinceremo sul suprematismo bianco e il terrorismo interno – ha aggiunto – . Sarò il presidente di tutti gli americani, mi batterò anche per coloro che non mi hanno sostenuto”. “Il mondo ci guarda. Ripareremo le nostre alleanze”. “Abbiamo il primo vicepresidente donna, Kamala Harris: non ditemi che le cose non possono cambiare”. “Difenderò la Costituzione. Insieme possiamo scrivere una storia di speranza e di unità”. “E’ il tempo del coraggio”. “Saremo giudicati sul modo in cui affronteremo queste sfide”, ha proseguito. Stigmatizzando il predecessore per aver istigato l’assalto al Congresso, Biden ha esortato a rigettare “la cultura dei fatti manipolati o inventati”. Gli ultimi avvenimenti “sono stati dolorosi e ci hanno insegnato una dura verità: ci sono i fatti e ci sono le menzogne. Bugie dette per il potere e per il profitto. Tutti noi abbiamo responsabilità come cittadini. Gli americani, e soprattutto i leader, devono onorare la Costituzione e proteggere la nazione”.

Alla fine del discorso, Biden ha osservato un momento di silenzio per rendere omaggio ai morti per il coronavirus. Accanto a lui tre ex presidenti: George W Bush, Bill Clinton e Barack Obama, tutti con le mogli. Con loro anche il vicepresidente Mike Pence e l’ex vicepresidente Dan Quayle, e i leader del Congresso, repubblicani e democratici: Mitch McConnell, Chuck Schumer, e la speaker della Camera Nancy Pelosi.

Prima di Biden è stata scritta una pagina nuova negli Stati Uniti: Kamala Harris è la prima donna vicepresidente di origini afroamericane e indiane che a ricoprire questa carica, particolarmente importante per l’età del presidente che molto probabilmente non si ripresenterà per un secondo mandato. Harris ha giurato nelle mani del giudice della Corte Suprema Sonia Sotomayor e su due bibbie: una di Regina Shelton, ritenuta da Kamala e da sua sorella Maya una “seconda madre”, l’altra che era appartenuta al giudice della Corte Suprema Thurgood Marshall, primo afroamericano alla massima corte giudiziaria degli Stati Uniti e indiscusso leader dei diritti civili.

Lady Gaga ha aperto la cerimonia  cantando l’inno nazionale “Star Spangled Banner”. Vestita con una lunga e larga gonna rossa e una maglia nera, Lady Gaga ha intonato le note dell’inno con un microfono color oro. Subito dopo Jennifer Lopez con il brano di Woody Goodry “This Land Is My Land” e poi Amanda Gorman, una giovanissima e bravissima afro-americana di Los Angeles, ha catturato in versi lo storico momento dell’Inaugurazione leggendo “The Hill We Climb”, la composizione finita dopo le violenze degli ultrà trumpiani del 6 gennaio al Campidoglio. A 22 anni la Gorman è la più giovane poetessa che abbia recitato in una cerimonia così solenne.”The Hills We Climb” inspirato dalle divisioni che hanno preceduto l’insediamento.

Dopo la cerimonia tenuta sulla scalinata del Campidoglio, che solo due settimane fa è stato preso d’assalto dalla marmaglia trumpista, la lunga parata a piedi per Pennsylvania Avenue di Biden con la moglie Jill tutti i figli e i nipoti e con loro la vicepresidente Kamala Harris con il marito , “First Gentleman” degli Stati Uniti. Biden si è fermato alcune volte lungo il cammino per stringere le mani dei pochi americani che hanno potuto prendere parte a questa celebrazione. Alla fine alle 3:51, il presidente e la first Lady, la vicepresidente e il marito sono arrivati alla Casa Bianca mentre la banda dei Marines intonava l’inno presidenziale. Lungo abbraccio tra Joe e Jill che stremati sono entrati nella loro nuova casa.

Il giuramento di Kamala Harris (youtube)

La lunga giornata dell’Inauguration è cominciata di buon mattino quando alle 8:30 Donald Trump e Melania hanno lasciato la Casa Bianca salendo a bordo dell’elicottero presidenziale che li ha portati alla base militare di Andrews per una cerimonia di addio voluta nei minimi dettagli dal presidente con tanto di banda militare, tappeto rosso e 21 salve di cannone. “Sono stati quattro anni incredibili, abbiamo raggiunto tanti risultati insieme”, ha detto Trump prima di imbarcarsi sull’Air Force per andare a Palm Beach, in Florida.  Fra la piccola folla c’erano tutti i figli di Donald Trump, da Ivanka a Tiffany, passando per Eric e Donald Jr. L’atmosfera è stata più da comizio che da discorso di commiato. “Abbiamo tagliato le tasse, abbiamo snellito la burocrazia. Abbiamo centrato molti obiettivi”, ha detto davanti ai suoi sostenitori, che cantano ‘We Love You’ai quali Trump ha risposto: “We love you too, dal profondo del mio cuore”. “Ritorneremo, in qualche modo”. Una promessa che ha fatto correre un brivido all’America.

La Cnn ha detto che Trump avrebbe lasciato sulla sua scrivania nell’Oval Office una nota per Biden. Il presidente, nel suo primo giorno alla Casa Bianca, mentre firmava 17 nuovi ordini esecutivi. ha confermato ai giornalisti di aver trovato la lettera ma non ha rivelato il contenuto, esprimendo parole calorose nei confronti del gesto del predecessore. 

Kamala Harris, intanto è dovuta nuovamente tornare al Campidoglio per prendere parte, nella sua qualità di presidente del Senato, al giuramento dei nuovi senatori. Un lunga giornata!

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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