Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
June 12, 2020
in
Primo Piano
June 12, 2020
0

Abbattere le statue per imitare i talebani con i Budda di Bamyan o persino i nazisti?

Quello che sta accadendo negli Stati Uniti e altrove in Europa è un segnale di fanatismo molto preoccupante che oscura le ragioni della protesta anti razzista

Valter VecelliobyValter Vecellio
Abbattere le statue per imitare i talebani con i Budda di Bamyan o persino i nazisti?

Two women walk past the huge cavity where one of the ancient Buddhas of Bamiyan, known to locals as the "Father Buddha," used to stand, June 17, 2012. The monumental statues were built in A.D. 507 and 554 and were the largest statues of standing Buddha on Earth until the Taliban dynamited them in 2001. 7th Mobile Public Affairs Detachment. Photo by Sgt. Ken Scar (https://www.flickr.com/photos/dvids/7408738172)

Time: 5 mins read

Un salto nel tempo di quasi vent’anni: è il marzo del 2001. Due statue vengono distrutte, sculture considerate idolatre. Cosa sia l’idolatria è qualcosa di vago, attiene alle opinioni, ma tant’è: così viene deciso. Un dispaccio dell’agenzia “France Press” rende noto: «In base al verdetto del clero e alla decisione della Corte Suprema dell’Emirato Islamico, tutte le statue in Afghanistan devono essere distrutte. Tutte le statue del paese devono essere distrutte perché queste statue sono state in passato usate come idoli dagli infedeli. Sono ora onorate e possono tornare a essere idoli in futuro. Solo Allah l’Onnipotente merita di essere adorato, e niente o nessun altro».

Due anni prima, nel luglio del 1999, in linea con una consolidata tradizione islamica che non distrugge le testimonianze archeologiche del passato fossero anche “idolatriche” come i monumenti della Mesopotamia, della Siria o dell’Egitto antichi, il mullah Mohammed Omar aveva emanato un decreto in favore della conservazione dei due Buddha di Bamiyan. Trova un escamotage, il mullah: la popolazione di fede buddista in Afghanistan non esiste più da tempo; impossibile dunque che le statue possano essere oggetto di culto infedele. Il mullah dichiara: “Il governo considera le statue di Bamiyan un esempio di una potenziale grande risorsa turistica per l’Afghanistan, quindi dichiara che il sito di Bamiyan non dovrà essere distrutto ma protetto”.

Non basta per mettere al riparo i due Buddha dalla furia iconoclasta dei Talebani. E’ noto che contro fanatismo e ignoranza non c’è forza di ragione che possa prevalere.

Curioso, tuttavia, che nel deprecare la furia con cui negli Stati Uniti e in altre parti del mondo ci si è scagliati contro certe statue “simbolo”, nessuno si sia ricordato dell’abominio consumato con i Buddha di Bamyan.

Vero è che si possono evocare altri non meno abominevoli scempi. Senza spingersi alle distruzioni della famosa biblioteca di Alessandria (più d’uno storico contesta l’autenticità delle versioni tramandateci), si può però fare riferimento alle cosiddette Bucherverbrennugen: i roghi organizzati nel 1933 dalla Deutsche Studentenshaft (gli studenti nazisti), durante i quali si danno alle fiamme tutti i libri “colpevoli” di “corruzione giudaica della letteratura tedesca”. Un ottimo modo “per eliminare con le fiamme lo spirito maligno del passato”: parola di Joseph Goebbels.

Come si vede, sempre le stesse parole d’ordine che ritornano, le stesse “imprese” delinquenziali; gli stessi fanatismi, le stesse ignoranze…

Passi, appena finita la Seconda guerra mondiale, l’abbattimento delle statue e dei monumenti dedicati a Mussolini, Hitler, ai gerarchi fascisti e nazisti. Si può anche capire la gioia dei russi che, caduto il regime comunista, abbattono le statue come quella davanti alla famigerata Lubianka, di Felks Dzierzynski, fondatore e primo direttore della CEKA, la polizia segreta sovietica da cui poi deriva il KGB. Nell’immediato, si può comprendere. Si può capire che siano abbattute le statue di Saddam, una volta caduto il dittatore iracheno…

La statua di Cristoforo Colombo decapitata a Boston (Immagine da youtube)

Ma secoli dopo? Anni fa l’attuale sindaco di New York Bill Di Blasio, vai a sapere se per convinzione o se per ingraziarsi l’elettorato ispanico, ha definito Cristoforo Colombo “una figura controversa”; c’è chi ha chiesto di non celebrare il Columbus Day; il povero Colombo descritto come “usurpatore di una terra straniera, l’Hitler del XV secolo”.

Robert E. Lee, leggendario generale confederato (il suo genio militare è fuori discussione), è “scomunicato” in quanto schiavista.

D’accordo: occorre però andare a dare una buona ripulita alla grande parete rocciosa del Mount Rushmore National Memorial: George Washington e Thomas Jefferson vanno “raschiati” al pari dei Buddha di Bamyan: erano proprietari di schiavi.

Avvertire anche il ministero del tesoro: Washington compare nelle banconote da un dollaro; Jefferson nelle monete da cinque centesimi. Naturalmente va spogliata della “sacralità” che le viene riconosciuta, la tenuta di Jefferson a Monticello, in Virginia.

Mount Rushmore, Sud Dakota: le sculture dei presidenti (da sin) George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln
Mount Rushmore, Sud Dakota: le sculture dei presidenti (da sin) George Washington, Thomas Jefferson, Theodore Roosevelt e Abraham Lincoln

Ragazzi, c’è un lungo e paziente lavoro di revisione da compiere. In Francia, per dire: all’hotel de La Ville a Parigi va rimossa la statua di Voltaire, che non ha mai nascosto il suo antisemitismo (già che ci siamo, si dovrebbe anche dare una “ripulita” al Pantheon). In Italia urge fare i conti con Nino Bixio, braccio destro di Garibaldi, finito in Indonesia, schiavista; i Savoia vanno rubricati come “colonialisti”, erroneamente sono considerati, almeno da Carlo Alberto e Vittorio Emanuele II, tra i padri dell’unità d’Italia.

Si tratta di evidenti esempi di architettura razionalista fascista; e dunque “bonificare” il quartiere romano dell’EUR, la città di Mussolini, Predappio; Latina. Abbattere buona parte dei tribunali italiani: anche loro costruiti con lo stile “imperiale” mussoliniano… Non parliamo della romana (e fascistissima) via della Conciliazione.

Grande idea, quella di ostracizzare “Gone with the Wind”, di Victor Fleming, per via della Mamie, come fa “HBO”; e pazienza se tra i tanti Oscar che vinti, uno viene dato proprio a Hattie McDaniel (“Mamie”, appunto), prima donna nera a vincerlo.

Un contributo alla causa della bonifica cinematografica:  emendare “She Wore a Yellow Ribbon”: il secondo film della trilogia che John Ford dedica alla cavalleria statunitense; nel finale, il pensionando capitano Nathan Brittles (interpretato da John Wayne), viene richiamato in servizio come scout; e si inneggia, esplicitamente, al generale Lee, accostandolo a Grant e Sherman…

L’immagine della statua di Cristoforo Colombo al momento di essere abbattuta a Minneapolis (Immagine da Youtube)

Di tutto ciò, si può sorridere. Il fatto è che ovunque nel mondo, una quantità di persone queste cose le fanno sul serio.

Keir Starmer, successore alla guida dei laburisti britannici Jeremy Corbin dice che ridurre la cosa delle statue a un tweet sul Colosseo o la capanna dello zio Tom, e via a ridere o a indignarsi, fa di noi sicuramente uomini bianchi anziani; poi non ci si deve lamentare se non si capisce quello che succede: le statue degli schiavisti andavano spostate da tempo dalle piazze nei musei (lui però non si dia tante arie: è bianco, e ha 57 anni, non esattamente un millenian).

Per coerenza con l’appena assunto, pena non capire, Starmer si affretti a riporre in museo le statue della regina Vittoria, “Imperatrice delle Indie”; via anche Cecil Rhodes, che campeggia a Oxford. Una “bonifica” riguarda Horatio Nelson: sostenitore della tratta degli schiavi e del colonialismo imperiale; grazie alla sua influenza nella camera dei Lord mette i bastoni tra le ruote agli abolizionisti, ritardando almeno di un decennio la messa al bando della schiavitù. Per questo motivo un anno fa un gruppo di pan-africanisti chiede di rimuovere la statua di Nelson alle Barbados.

Chi scrive, è bianco di pelle, non ha merito o colpa: così l’hanno fatto nascere; anche gli anni: sono più quelli vissuti di quelli ancora da vivere. Sarà per questo che un po’ rido di queste cronache, e un po’ me ne indigno? A dirla tutta, il “comprensivismo” di Starmer mi appare una faccia della stessa medaglia dei fanatici ignoranti che abbattono le statue.

Share on FacebookShare on Twitter
Valter Vecellio

Valter Vecellio

Nato a Tripoli di Libia, di cui ho vago ricordo e nessun rimpianto, da sempre ho voluto cercare storie e sono stato fortunato: da quarant'anni mi pagano per incontrare persone, ascoltarle, raccontare quello che vedo e imparo. Doppiamente fortunato: in Rai (sono vice-caporedattore Tg2) e sui giornali, ho sempre detto e scritto quello che volevo dire e scrivere. Di molte cose sono orgoglioso: l'amicizia con Leonardo Sciascia, l'esser radicale da quando avevo i calzoni corti e aver qualche merito nella conquista di molti diritti civili; di amare il cinema al punto da sorbirmi indigeribili "polpettoni"; delle mie collezioni di fumetti; di aver diretto il settimanale satirico Il Male e per questo esser finito in galera... Avrò scritto diecimila articoli, una decina di libri, un migliaio di servizi TV. Non ne rinnego nessuno e ancora non mi sono stancato. Ve l'ho detto: sono fortunato.

DELLO STESSO AUTORE

Donald Trump / Ansa

America! Come si è arrivati dove si è arrivati?

byValter Vecellio
Wmo, probabile che temperatura 2024 sforerà limite 1,5 gradi

“Terra bruciata”: senza acqua le popolazioni si rivolteranno l’una contro l’altra

byValter Vecellio

A PROPOSITO DI...

Tags: Colombus statueGeorge Washingtonla storiamanifestazione anti razzismonazistiRazzismoRobert E.Leestatua di colomboStatue abbattutetalebaniThomas Jefferson
Previous Post

Adesso basta! Contro il razzismo, le celebrità ci mettono la faccia una volta per tutte

Next Post

In mezzo ai manifestanti a New York, ho visto l’immagine dell’inizio del cambiamento

DELLO STESSO AUTORE

Wsj, accordo ostaggi improbabile entro fine mandato Biden

La farsa dei due popoli, due Stati

byValter Vecellio
Giorno della Memoria: così nacque in Italia, grazie a Furio Colombo

Giorno della Memoria: così nacque in Italia, grazie a Furio Colombo

byValter Vecellio

Latest News

Johnson, non ci fidiamo di TikTok, aveva 9 mesi per vendere

Donald Trump Pressures House Speaker Mike Johnson on Tax Hikes for the Wealthy

byRalph Savona
Nazioni Unite: Guterres accoglie con entusiasmo l’elezione di Papa Leone XIV

Nazioni Unite: Guterres accoglie con entusiasmo l’elezione di Papa Leone XIV

byStefano Vaccara

New York

Agenti USA / Ansa

Spara a un corriere di Door Dash: arrestato funzionario di New York

byGrazia Abbate
Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

Times Square, aggrediti agenti: sospetti legati alla gang Tren de Aragua

byMaria Nelli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
In mezzo ai manifestanti a New York, ho visto l’immagine dell’inizio del cambiamento

In mezzo ai manifestanti a New York, ho visto l'immagine dell'inizio del cambiamento

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?