
Ora è ufficiale: la Camera dei rappresentati ha votato per l’impeachment di Donald Trump con 230 deputati a favore (ne bastavano 216) e 197 contrari (Tra i democratici due hanno votato no. Un indipendente ha votato sì). Il Presidente Americano è accusato di ostruzione del Congresso e abuso di potere nella vicenda Ucrainagate: Donald avrebbe fatto pressioni su Kiev per fare indagare il suo rivale nella corsa alla Casa Bianca – l’ex Vice Presidente Joe Biden. Prima di lui, solo altri due Presidenti nella storia degli Stati Uniti hanno raggiunto questo drammatico punto di non ritorno: Bill Clinton nel 1998 e Andrew Johnson nel lontano 1868. Entrambi poi si salvarono in corner al Senato, dove servono almeno due terzi dei voti per la rimozione di un Presidente. Anche Trump sembra destinato a questa fine, dato che i Repubblicani controllano il Senato e molto difficilmente gireranno le spalle al loro Presidente a meno di un anno dalle elezioni. Eppure, questo voto ha un’importanza quantomeno simbolica. Mai nella storia degli Stati Uniti il paese è stato cosi diviso.

Lo ha dimostrato lo scontro parlamentare avvenuto quest’oggi alla Camera prima del voto. Iniziato la mattina, dopo le 9, finito alle 8 di sera. Da una parte i Democratici hanno accusato i Repubblicani di sostenere un Presidente “scostumato” che sta tradendo la sicurezza nazionale del paese; mentre dall’altra i Repubblicani hanno accusato i Democratici di aver condotto un processo ingiusto che non ha fornito a Trump ampie opportunità per difendersi. Emblematico il discorso della Presidente della Camera Nancy Pelosi, molto incentrato sulla difesa della Repubblica e sull’onore della bandiera Americana. È evidente come la Pelosi abbia già gli occhi puntati sul voto di Gennaio al Senato e stia dunque cercando di attirare i pochi Senatori Repubblicani ancora indecisi attraverso l’utilizzo di discorsi super patriottici, pieni di carica emotiva. Ma nonostante tutti gli sforzi della Pelosi, i Repubblicani appaiono compatti come non mai nel sostenere il loro Presidente fino alla fine. Ieri il leader della maggioranza Repubblicana al Senato, Mitch McConnell, ha annunciato la sua stretta collaborazione con il team legale della Casa Bianca di Trump, facendo intuire che il processo al Senato sarà condotto a proprio piacimento.

Ma la polarizzazione del paese non è solamente dimostrata dalle dichiarazioni altisonanti nelle sedi istituzionali. Nella giornata di ieri, centinaia di manifestanti si sono riversati a Times Square per chiedere a gran voce l’impeachment di Donald Trump. I manifestanti hanno esposto un cartellone gigante con su scritto l’articolo 2, sezione 4 della Costituzione Americana, riguardante l’impeachment di un Presidente. Inoltre, hanno gridato a squarciagola nel freddo gelido che avvolge la città, “Chi è sopra la legge? Nessuno è sopra la legge!” Ma nonostante questi episodi sporadici di supporto verso l’impeachment, il paese rimane fortemente diviso su questa questione. Secondo l’autorevole sito di polling Fivethirtyeight, il 47,2% è favorevole all’impeachment di Trump, ma il 46,5% è contrario. Secondo un sondaggio di Gallup invece, l’impeachment ha paradossalmente aiutato Trump nei sondaggi. Da inizio Ottobre infatti, la valutazione di approvazione del Presidente è cresciuta dal 39% al 45%, mentre il sostegno per il suo impeachment è sceso dal 52% al 46%. Infine, una recente media sondaggi condotta da CNN mostra come il 49% degli Americani sarebbe contro l’impeachment mentre il 46% a favore. Insomma, a parte le differenze dettate da qualche punto percentuale che dividono questi sondaggi, i numeri presentati dipingono un paese spezzato in due, ulteriormente inasprito dai toni sempre più rozzi, offensivi, e anti-istituzionali della politica odierna.

Sempre nella giornata di ieri, il Presidente degli Stati Uniti ha inviato una lettera rovente di 7 pagine a Nancy Pelosi con su scritte le peggiori maldicenze. In primis, l’accusa di offendere i padri fondatori degli Stati Uniti attraverso le sue costanti e ossessive “preghiere per il Presidente”, che secondo Trump non sono assolutamente vere, “a meno che non le intenda in negativo.” Trump ha praticamente accusato la Pelosi di pregare per lui: una dimostrazione che l’odio tra i due è ormai profondo ed irreparabile. Inoltre, il Presidente accusa la Pelosi di aver indebolito l’importanza della parola “impeachment”, se mai dovesse servire in futuro, dopo averla sprecata sul suo processo. Secondo Trump, tra cento anni, le persone ripenseranno a questo momento e capiranno che è stata lui la vera vittima. Ma nel frattempo, bisognerà vedere cosa ne pensa il Senato, visto che da oggi Donald Trump è ufficialmente il terzo “impeached President” della Storia Statunitense.
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