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Genova, Piras: Se è mancato il monitoraggio, è una tragedia per incoscienza

Ettore Piras, architetto noto ai più per aver progettato l'Acquario di Genova con Renzo Piano, commenta la tragedia ai microfoni della Voce

Laura BerciouxbyLaura Bercioux
Genova, Piras: Se è mancato il monitoraggio, è una tragedia per incoscienza

Crollato il ponte autostradale Morandi di Genova (Facebook).

Time: 3 mins read

Genova, 14 agosto 2018: crolla il ponte autostradale A10 Morandi, un crollo di 100 metri e il viadotto si spacca in due portando morte e distruzione. Il crollo è avvenuto verso le 11:30 ora italiana, alcuni testimoni hanno visto crollare il ponte dopo che un fulmine ha colpito la struttura. La protezione civile parla di 20 morti e 13 feriti, sotto le macerie ci sono una ventina di mezzi pesanti coinvolti nel crollo e i Vigili del Fuoco segnalano fughe di gas. “È un inferno”,  dicono i soccorritori, lo scenario è raccapricciante, sono stati trovati una trentina di mezzi schiacciati sotto le macerie con persone morte all’interno dei veicoli. A causare il cedimento strutturale del viadotto, che ha un’altezza di quasi 50 metri sull’autostrada A10 e attraversa la Val Polcevera, potrebbe essere stato il violento nubifragio che ha colpito il capoluogo ligure.

Ci chiediamo perché un ponte di queste dimensioni possa sbriciolarsi provocando una tragedia umana di enormi proporzioni? Perché in Italia crollano scuole, ponti e viadotti e spesso gli autori restano impuniti? Un Paese malato di corruzione e di incompetenti. È matematica che 9 volte su 10 queste tragedie non sono affatto una fatalità.

Sul crollo del viadotto Morandi, per la Voce di New York, ho raggiunto telefonicamente l’architetto Ettore Piras a Genova, noto ai più per aver progettato con Renzo Piano l’Acquario di Genova, il Museo dell’Agua in Perù.

L’architetto Ettore Piras.

Architetto Piras, poche ora fa è crollato il ponte sul viadotto dell’A10 di Genova: una tragedia annunciata?
“È noto che il ponte “Morandi” ha costantemente avuto problemi e continue manutenzioni quindi ‘struttura da osservazione speciale’. Viviamo nel 2018, non voglio pensare ad una tragedia annunciata poiché oggi abbiamo i mezzi di prevenzione dati dal monitoraggio elettronico. Se il monitoraggio non è avvenuto in maniera sufficiente e costante si deve parlare di tragedia per incoscienza dei responsabili”.

Perché un viadotto immenso quanto il Ponte di Brooklyn può crollare?
“Ogni struttura ha una modalità e tempo di vita. Modalità significa monitoraggio e manutenzioni. Tempo da considerare non solo per la durata dell’opera strutturale ma soprattutto alle variabili che il tempo ha comportato dalle quantità e modalità crescenti del traffico. In 50 anni tali variabili sono state enormi pertanto in maniera adeguata dovevano realizzarsi i controlli”.

L’Italia indossa la maglia nera per la manutenzione. Al TG Uno il Ministro Toninelli ha dichiarato che si attiveranno dei monitoraggi con i sensori e che si rammarica di una precedente mancanza di interventi dei precedenti Governi sulla manutenzione dei viadotti.
“Da almeno 20 anni vengono usati sensori computerizzati per controlli strutturali. In questo caso le responsabilità governative sono soprattutto relativamente al come vengono date e gestite le concessioni autostradali. Le manutenzioni e controlli normalmente sono a carico delle società concessionarie. Vediamo se di fronte ad un evento di questa portata il Governo potrà responsabilizzare adeguatamente le Società di gestione autostradale”.

Quali saranno le conseguenze di questo crollo?
“Questo è un colpo molto pesante per Genova e la Liguria che dovrà rallentare notevolmente la mobilità e le attività industriali e turistiche. Il ponte era fondamentale verso il Ponente ligure e quindi la Francia. Molti politici locali e non che si sono opposti o non hanno operato abbastanza per la costruzione del nuovo passante “Gronda”, oggi hanno grandi responsabilità. Per normalizzare la situazione creatasi ci vorranno anni e notevoli finanziamenti straordinari. I genovesi, come in altre situazioni tristi, si sapranno rimboccare le maniche e si daranno da fare. Viva Genova!”.

Mentre Genova piange i suoi morti, gli italiani attendono che in tutto il Paese si intervenga per la messa in sicurezza, si facciano piani di prevenzione del rischio geologico e infrastrutture serie. La città di Fabrizio De Andrè, Genova Regina dei Mari saprà rialzarsi ancora una volta. Il Paese si stringe attorno a Genova. E come sempre tutto è nelle mani dei soccorritori, angeli di questo Paese che cade a pezzi. E in un Paese dove si sbriciolano viadotti come grissini e le mafie detengono fatturati da record, i problemi restano: i venditori di cocco in spiaggia, le diciture sui documenti e le vaccinazioni.

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Laura Bercioux

Laura Bercioux

Il giornalismo è la mia passione dove vale la pena “consumare le suole delle scarpe”. Credo nella libertà di stampa e in un giornalismo indipendente. Il teatro e il cinema come la televisione fanno parte della mia vita professionale. Senza il teatro non sarei andata da nessuna parte. Essere giornalisti significa avere un occhio sul mondo, sui fatti e le persone. Amo Napoli e New York, le due città dove mi sento a casa. Il mio motto: Libera come il vento!

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