“Se vuoi la pace, prepara la guerra” (Si vis pacem, para bellum) diceva una locuzione latina di autore ignoto ma riportata in molti testi per affermare che uno dei mezzi più efficaci per assicurare la pace è quello di essere armati e in grado di difendersi. Alcune settimane fa la Svezia ha deciso di distribuire a tutte le famiglie del paese (4,8 milioni) un opuscolo di venti pagine, intitolato “In caso di crisi o guerra”. Parole che sono bastate a far temere in un ormai prossimo conflitto armato. Specie dopo le scintille tra il governo di Stoccolma e quello di Mosca. A rendere più caldo l’argomento le dichiarazioni rilasciate da Dan Eliasson, capo della locale Protezione civile: “Anche se la Svezia è più sicura di molti altri Paesi, esistono minacce”, ha detto. “È importante che tutti siano a conoscenza di ciò che può minacciarci, così possiamo prepararci in caso si verifichi qualcosa di grave”. “La società civile è vulnerabile, perciò dobbiamo prepararci”, ha aggiunto Eliasson. Poche parole che, se male interpretate, potevano essere sufficienti a far sorgere qualche dubbio sul reale scopo di questa azione.
A chiarire questa diatriba non è bastato il fatto che incaricato di scrivere il “libretto” non è stato l’esercito o le forze armate, ma la Protezione Civile del paese scandinavo. Così come non sono bastate le parole della portavoce della Protezione civile svedese, Christina Andersson, che in un’intervista ha dichiarato: “Allora l’attenzione era solo sulla guerra, oggi la società è totalmente diversa. C’è una minaccia molto più complessa di cambiamenti climatici, attacchi terroristici, pandemie e impatto sull’informazione”.
È vero che i rapporti con i vicini russi non sono idilliaci, così come è vero che i precedenti libretti sono stati pubblicati in periodi particolari della storia svedese. Da qui a dire che la Svezia è pronta ad entrare in guerra, però, il passo è forse un po’ troppo lungo. Del resto il titolo del libretto riporta “In caso di Crisi o di Guerra” non “In caso di Guerra” e basta.
Il fatto è che di libretti simili non se ne vedevano da decenni: il primo venne diffuso nel 1943, in piena Seconda Guerra Mondiale; un altro negli anni sessanta all’epoca della Guerra Fredda, quando si pensava che un conflitto mondiale fosse ormai alle porte. Se a questo si aggiunge che recentemente il governo svedese ha deciso di aumentare la spesa militare e di reintrodurre la leva obbligatoria, la situazione non poteva non apparire preoccupante. Tanto più che, lo scorso anno, nel paese si è tenuta la più grande esercitazione militare degli ultimi 25 anni.
Il fatto poi che molti dei consigli contenuti nel libretto fossero destinati a mettere in guardia i cittadini non solo su cosa fare in caso di conflitti armati, ma anche in caso di calamità naturali, pare non sia bastato a calmare gli animi. Del resto una parte del libretto è destinata a cosa fare in caso di attacco aereo o al significato di sirene e allarmi. Solo poco più di venti pagine ma piene di suggerimenti su cosa fare in caso di arresto dell’erogazione dell’energia elettrica, dell’acqua, di reti telefoniche e internet non funzionanti (o diffusori di fake news), e di trasporti e servizi bancari inaccessibili. E poi in caso di scarsità di cibo. A questo aspetto il libretto dedica un intero capitolo intitolato “consigli per la preparazione in casa”: qui viene detto come rifornirsi di bottiglie d’acqua, abiti caldi e sacchi a pelo, ma anche di “cibo a lunga conservazione che può essere preparato velocemente e che richieda poco acqua o che può essere consumato senza cottura”. Tutti consigli utili in caso di eventi catastrofici naturali (e che i paesi sviluppati dovrebbero dare ai propri abitanti: si pensi ad esempio ai rischi idrogeologici o sismici in cui vivono milioni di persone in Italia). Ma anche in caso di conflitti armati.
Alcuni hanno cercato di placare gli animi dicendo che l’inasprirsi dei rapporti con la Russia non c’entra e che il “libretto” è stato pensato prima (nel 2017 quando i rapporti con la Russia non erano così duri). Molti però continuano a pensare che la Svezia si stia preparando ad una guerra ormai prossima.
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