Si chiama Robert Faurisson, un sedicente storico docente in non so quale università di Francia. Al pari di un suo collega britannico, David Irving, chissà se per convinzione, per malsano protagonismo, o che altro, anni fa comincia a propalare l’odiosa tesi che la shoah nazista è un’invenzione della solita complottarda internazionale ebraica, che le camere a gas non sono mai esistite, che gli ebrei non sono mai stati sterminati e che quei milioni di massacrati sono poche migliaia, gli altri vivono nascosti da qualche parte complici le solite plutodemocratiche potenze che dominano il mondo.
Che si fa in queste situazioni? Irving viene messo in carcere in Austria fino a quando non ritratta. Per quanto odiose siano le sue affermazioni, la detenzione è comunque cosa che andrebbe evitata, finché ci si limita ad esprimerle. Dunque, il “metodo” Irving scartiamolo, non si sa dove si può finire…
Faurisson è più fortunato. Le sue “opinioni” sollevano un minimo di dibattito. Le Monde per qualche giorno dedica la sua pagina due alla questione, e pensa bene di ospitare pareri a favore e pareri contro, bilanciati. Un criterio, una scelta, si potrebbe dire di par condicio: ognuno esprime il suo punto di vista, il lettore giudica. Però…
Però la clamorosa e odiosa menzogna di Faurisson, contestata da altri storici e studiosi, viene così “legittimata”, acquisisce l’onore di materia che si deve contestare e quindi prendere in considerazione, riconoscere. E’ esattamente quello che Faurisson vuole.
Di qui il dilemma: tacere senza replicare non si può. Replicare riconoscendo legittimità all’orribile menzogna non si sarebbe dovuto. Come uscirne? Non se ne esce. Per fortuna dopo una settimana l’assurda polemica accesa da Faurisson viene dimenticata, ma la questione si pone ogni volta che un imbecille negazionista ci ricorda che esiste.
E non solo i negazionisti. Russell una volta ha detto che la differenza tra stupidi e intelligenti è che i primi sono sempre sicuri, i secondi sono pieni di dubbi. Ora guardate i potenti/prepotenti/impotenti del mondo. Quasi tutti sembrano essere molto sicuri. Quindi stupidi secondo il metro di giudizio di Russell. E noi, che fare? Informare, discutere, controbattere (e quindi legittimare) o ignorare e staccare la spina, come suggerì una volta Marshall McLuhan per i terroristi? Una risposta buona per tutte le stagioni forse non esiste, probabilmente si deve agire con pragmatismo, equilibrio e buon senso di volta in volta; ma il dilemma alla fine è questo: come comportarci di fronte alla menzogna? Contestarla e legittimarla o lasciarla senza risposta con possibili e immaginabili conseguenze, tanto più in questi tempi di virali e velocissime fakes news?