Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • Video
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Primo Piano
November 24, 2017
in
Primo Piano
November 24, 2017
0

Molestie sessuali: il valore dell’educazione e le “chiacchiere da bar” di Trump

Intervista alla Professoressa Michele Paludi, autrice di 56 libri sul tema del sexual harassment e presidente di Human Resourcers Management Solutions

Davide MamonebyDavide Mamone
Molestie sessuali: il valore dell’educazione e le “chiacchiere da bar” di Trump

Michele Paludi

Time: 5 mins read
Il giornalista televisivo Charlie Rose

L’effetto Weinstein continua. Si allarga. E sembra inarrestabile. Dopo lo scandalo che ha travolto grandi registi e attori di Hollywood, un vero e proprio vaso di pandora è stato spalancato sul tema, in tutto il mondo. L’ultimo caso, il più recente, coinvolge (e, per ora, travolge) Charlie Rose, il famoso giornalista televisivo americano, accusato da otto dipendenti che avevano lavorato con lui di molestie sessuali, e per questo motivo sospeso momentaneamente dal network CBS.

Il tema è profondo. È delicato. E ha fatto letteralmente scatenare l’opinione pubblica, divisa tra dialogo costruttivo e tifoseria da stadio. Le gravi accuse di molestia e violenza rese pubbliche da alcune donne hanno portato infatti a riflettere sul significato di abuso e molestia, su cosa funzioni oggi in termine di prevenzione e su cosa invece vada migliorato o cambiato all’interno degli ambienti lavorativi. Ma non sono mancate confusione e conclusioni affrettate. Così come non manca una certa subcultura che considera scontati e normali atteggiamenti che in realtà non lo sono o non dovrebbero esserlo.

Di tutto questo abbiamo parlato con un’esperta, Michele Paludi, Professoressa di Psicologia alla Graduate College’s School of Management, con un passato ad Hunter College a New York. Autrice di 56 libri di testo universitari e di oltre 250 articoli accademici sul tema delle violenze sui posti di lavoro, sulle molestie sessuali e sulle ricadute che queste hanno sulla psicologia femminile, è anche autrice del libro “Academic and Workplace Sexual Harassment: A Handbook of Cultural, Social Science, Management, and Legal Perspectives”. Michele Paludi è direttrice del Senior Faculty Program della School of Business and Technology ed è la fondatrice e presidente di Human Resourcers Management Solutions, una società di consulenza nello Stato di New York.

Professoressa Paludi, oggi più che mai sembra si faccia molta confusione sulla differenza tra il concetto di molestia e il concetto di violenza sessuale. Così come spesso è venuta e viene a mancare la linea di demarcazione che differenzia un tentativo di “adulazione” a una “molestia”. Ci spiega queste differenze nella società di oggi?

“È chiaro che comportamenti decorosi e onorevoli siano ancora oggi bene accetti, un complimento in buona fede non è una molestia e un flirt non è un reato, e non si deve far passare il messaggio contrario. Il problema è che molto spesso si finisce per confondere la molestia facendola passare per un tentativo di adulazione. E lo si fa con una leggerezza preoccupante. Studi di psicologi hanno dimostrato le conseguenze devastanti che prendono corpo nella testa di una donna, a seguito di una molestia sul posto di lavoro. Non tutte le vittime sono capaci di dire “basta, non apprezzo quello che mi stai dicendo” e semplicemente interiorizzano l’accaduto, vivendo tutti i condizionamenti del caso, anche fisici: depressione, difficoltà a prendere sonno, problemi di stomaco, impatto sulla carriera. Le stesse conseguenze di abusi e violenze. A volte smettono persino di andarci, al lavoro (o anche a scuola, per le ragazze più giovani). E questo ha delle conseguenze anche sulle relazioni, perché queste donne finiscono per chiudersi e per vedere di cattivo occhio ogni genere di attenzione maschile, anche quelle sane”.

Di recente otto donne hanno accusato Charlie Rose di molestia sessuale. L’opinione pubblica è divisa: c’è chi pensa che finalmente queste donne abbiamo trovato l’opportunità di confessare pubblicamente quanto hanno subito e c’è chi crede, invece, che queste persone (come molte altre) non siano vittime per davvero, perché all’epoca dei fatti avevano accettato il compromesso. Che cosa ne pensa lei?

“È quasi un sollievo, per questa seconda parte dell’opinione pubblica, potersi chiedere: “Perché non ne se ne sono andate? Perché sono state così tranquille fino ad ora?”. La realtà è che nella maggior parte dei casi non sono state per nulla tranquille. Spesso si tratta di profili deboli, sensibili, semplicemente impaurite dal perdere un posto di lavoro che magari in quel momento rappresenta tutto ciò che hanno. Quindi resistono, passano oltre e neanche realizzano bene cosa sia successo. Perché temono che se lo dicessero finirebbero anche per essere incapaci di rifare quello stesso lavoro – che sia attrice, assistente o qualsiasi altra figura professionale – da altre parti. Questo effetto si acuisce in particolar modo negli ambienti lavorativi dove è in atto un certo establishment di potere: penso alla politica, così come appunto penso a Hollywood e ai network televisivi”.

La professoressa Michele Paludi

Quindi il bubbone scoppiato di recente è servito?

“Gli ultimi episodi hanno semplicemente permesso a delle donne più timorose di fare quel passo che permettesse loro di superare la domanda interiore: “E se lo dico e non vengo creduta?”. Ora si è più confidenti che quell’accusa venga tenuta in considerazione. Nel caso di Kevin Spacey, ad esempio, tutto è partito dalle scuse pubbliche di chi era presunto molestatore per una presunta molestia, e questo ha portato a una maggiore consapevolezza di chi è stata vittima a parlare di ciò che ha vissuto”. 

Secondo lei, questa ondata di accuse è dovuta al fatto che le donne abbiano trovato quindi il coraggio di esporsi o c’è un contesto diverso che ha permesso loro, rispetto al passato, di parlare pubblicamente delle molestie ricevute?

“Oltre al fattore coraggio, credo che i passi in avanti della nostra società rispetto al passato siano enormi. Rispetto a un ventennio fa, ad esempio, le persone sono cambiate, i posti di lavoro sono migliorati. È in atto un percorso che è servito a far capire a uomini e donne che cosa sia una molestia sessuale, che cosa significhi, quale impatto abbia sul posto di lavoro e sulla persona che ne è vittima, che cosa sia giusto fare e come comportarsi quando se ne riceve una. C’è una specie di training in atto perché prevenire ed educare è importante. E oggi chi denuncia sa che sarà più protetto rispetto al passato. E questo anche prima del caso Weinstein”.

Harvey Weinstein, Kevin Spacey, Charlie Rose. Ma anche Roy Moore e Mark Halperin. E di recente, il senatore Democratico Al Franken. Questi uomini hanno ricevuto pesantissime accuse di molestia e la loro carriera ne ha già risentito nonostante non ci siano, oggi, prove altrettanto pesanti a loro carico. Prima del voto del 2016, invece, il candidato poi Presidente Donald Trump era stato colto in viva voce mentre parlava con linguaggio volgare e violento di una donna, e di quanto fatto con lei. Nonostante questo, di conseguenze delle sue azioni, sulla sua campagna, non ce ne sono state ed è diventato Presidente comunque: perché?

“Perché quel video fu considerato da una maggioranza di persone nello stesso modo in cui lui stesso ha spiegato che fossero: chiacchiere da spogliatoio. Molti ritengono ancora oggi commenti del genere dei semplici tentativi di flirt o di adulazione: in tal caso, parole come quelle non saranno mai interpretate come molestie sessuali, ma appunto solo come chiacchiere da bar. Non solo: molti hanno creduto che lui si stesse solo vantando, che alla fine non lo abbia fatto davvero. Di accuse a suo carico ce ne sono state, ma relativamente a quel video non c’è stata la percezione, da parte di molti, che poi quelle cose le avesse compiute. Questa interpretazione ha permesso a molti elettori di mettere da parte quel video e di considerare la sua candidatura come presidente sulla base di altre questioni”. 

E non potrebbe essere lo stesso per lo scandalo di Hollywood?

“Non più, perché ci sono state delle accuse pesanti arrivate da più persone verso più profili, tutti all’interno di uno stesso ambiente. Cosa non avvenuta lo scorso anno con il video di Trump. E questo potrebbe rappresentare una svolta oggi: ora che più persone a Hollywood e nella Silicon Valley stanno parlando delle loro esperienze di molestie sessuali e violenze sessuali ricevute, è più probabile che le persone etichettino anche quei commenti del Presidente Trump come molestie sessuali”.

Share on FacebookShare on Twitter
Davide Mamone

Davide Mamone

Davide Mamone è un giornalista freelance di base a New York. Cresciuto a Milano, di origini palermitane, collabora con Radio Popolare, ha scritto reportage per testate italiane come L'Espresso, Panorama e InsideOver e per testate americane come Market Watch del gruppo Dow Jones Newswires. Ha coperto le Nazioni Unite per La Voce di New York.

DELLO STESSO AUTORE

Washington il giorno dopo l’insediamento di Joe Biden, quando non sembra più Baghdad

Washington il giorno dopo l’insediamento di Joe Biden, quando non sembra più Baghdad

byDavide Mamone
The Matera Model, European Capital of Culture

The Matera Model, European Capital of Culture

byDavide Mamone

A PROPOSITO DI...

Tags: caso weinsteinHarvey Weinsteinmolestia sessualesex harrassmentViolenza Sessualeweinstein
Previous Post

A Napoli Clem Caserta, il gangster di C’era una volta in America che ama Trump

Next Post

The Twitch Effect: come si diventa ricchi e famosi giocando al videogame

DELLO STESSO AUTORE

Dal sangue di Gaza al silenzio all’ONU, la guerriglia continua tra veti e deja-vu

Dal sangue di Gaza al silenzio all’ONU, la guerriglia continua tra veti e deja-vu

byDavide Mamone
Israele: fiumi di parole all’ONU, mentre il sangue continua a sgorgare a Gaza

Israele: fiumi di parole all’ONU, mentre il sangue continua a sgorgare a Gaza

byDavide Mamone

Latest News

Cassie Ventura Breaks Her Silence in Trial Against Ex-Partner “Diddy”

Cassie Ventura Breaks Her Silence in Trial Against Ex-Partner “Diddy”

byDania Ceragioli
Montagne innevate / Reuters

Tre alpinisti morti nelle North Cascades, uno sopravvive a una caduta di 120 metri

byLuna Goletti

New York

Rikers Island sotto amministrazione esterna: svolta per il carcere di NY

Rikers Island sotto amministrazione esterna: svolta per il carcere di NY

byDania Ceragioli
Gwyneth Paltrow Presents The Forest Within: A Journey Through Korean Nature

Gwyneth Paltrow Presents The Forest Within: A Journey Through Korean Nature

byZoe Andreoli

Italiany

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

Il Prosecco italiano conquista i cuori delle donne USA

byAndrea Zaghi
Da sinistra: Elvira Raviele (Ministero delle Imprese e del Made in Italy), Fabrizio Di Michele (Console Generale d’Italia a New York), Maurizio Marinella, Luigi Liberti (Direttore Patrimonio Italiano TV), Mariangela Zappia (Ambasciatrice italiana a Washington), e Diego Puricelli Guerra (Preside Istituto Bernini De Sanctis di Napoli)

Marinella a New York: l’eleganza del Made in Italy all’Istituto Italiano di Cultura

byMonica Straniero
Next Post
The Twitch Effect: come si diventa ricchi e famosi giocando al videogame

The Twitch Effect: come si diventa ricchi e famosi giocando al videogame

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro   |   Founded by Stefano Vaccara

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli
—
English Editor: Grace Russo Bullaro
—
Founded by Stefano Vaccara

  • New York
    • Eventi a New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025 — La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

VNY Media La Voce di New York © 2016 / 2025
La testata fruisce dei contributi diretti editoria d.lgs. 70/2017

Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017 | 112 East 71, Street Suite 1A, New York, NY 10021

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password?

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
La Voce di New York
Gestisci Consenso
Per fornire le migliori esperienze, utilizziamo tecnologie come i cookie per memorizzare e/o accedere alle informazioni del dispositivo. Il consenso a queste tecnologie ci permetterà di elaborare dati come il comportamento di navigazione o ID unici su questo sito. Non acconsentire o ritirare il consenso può influire negativamente su alcune caratteristiche e funzioni.
Funzionale Always active
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono strettamente necessari al fine legittimo di consentire l'uso di un servizio specifico esplicitamente richiesto dall'abbonato o dall'utente, o al solo scopo di effettuare la trasmissione di una comunicazione su una rete di comunicazione elettronica.
Preferenze
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per lo scopo legittimo di memorizzare le preferenze che non sono richieste dall'abbonato o dall'utente.
Statistiche
L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici. L'archiviazione tecnica o l'accesso che viene utilizzato esclusivamente per scopi statistici anonimi. Senza un mandato di comparizione, una conformità volontaria da parte del vostro Fornitore di Servizi Internet, o ulteriori registrazioni da parte di terzi, le informazioni memorizzate o recuperate per questo scopo da sole non possono di solito essere utilizzate per l'identificazione.
Marketing
L'archiviazione tecnica o l'accesso sono necessari per creare profili di utenti per inviare pubblicità, o per tracciare l'utente su un sito web o su diversi siti web per scopi di marketing simili.
Manage options Manage services Manage {vendor_count} vendors Read more about these purposes
Visualizza preferenze
{title} {title} {title}
No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • Video
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?