Sospettata di aver rubato la BMW di cui era al volante, una donna nera è stata arrestata a New York (la grande mela, per troppi un modello di democrazia e tolleranza solo per via delle abitudini trasgressive dei milionari che ci abitano e del consumismo multiculturale che promuovono, tipo Times Square), rinchiusa in un ospedale psichiatrico e drogata. Solo dopo otto giorni l'equivoco è stato chiarito e Kamilah Brock è stata rilasciata: con un conto di 13mila dollari da pagare per le terapie sostenute.
I giornali che hanno dato rilievo all'episodio lo hanno catalogato come un esempio di razzismo: non sarebbe successo se non si fosse trattato di una persona di colore, spiega l’Huffington Post. Giusto: ma non basta. Perché il rischio è che ci si limiti ad analizzare e denunciare il pregiudizio che ha determinato l’azione della polizia, trascurando di analizzare e denunciare l’azione in sé. Come a dire che se invece di una donna nera innocente si fosse trattato di un uomo bianco colpevole (di furto o magari di disturbo della quiete) sarebbe stato giusto arrestarlo e chiuderlo in manicomio sotto sedativi, senza processo.

Kamilah Brock
Il razzismo è intollerabile e va combattuto. In effetti sono decenni che viene combattuto e i risultati ci sono e si vedono. A non essere combattuto e anzi a venire alimentato è invece l’isterico bisogno di protezione da minacce vere e presunte alla sicurezza nazionale o personale: in cambio del quale vengono accettati o addirittura chiesti provvedimenti repressivi indiscriminati e restrizioni delle garanzie costituzionali. È una triste realtà che buona parte degli americani approvi la brutalità poliziesca e gli attacchi militari preventivi (assassinio incluso e anche al prezzo di errori e incresciosi “effetti collaterali”) contro potenziali terroristi. Il cambiamento è avvenuto giusto quattordici anni fa, nei giorni e mesi successivi all’11 settembre 2001, quando il neocapitalismo capì che i nuovi media e le nuove tecnologie gli consentivano un controllo assoluto dell’opinione pubblica e soprattutto delle emozioni pubbliche.
Per tornare all’episodio da cui sono partito, è interessante notare che un conto di 13mila dollari per pochi giorni di cure psichiatriche non sia sembrato assurdamente caro ai giornalisti. Assurdo, per loro, è solo che sia stato presentato a una donna nera portata forzatamente in ospedale dalla polizia. Che la sanità abbia costi osceni è invece normale: è un business come gli altri, cosa vorreste, che gli speculatori rinunciassero al massimo possibile dei profitti?
La ragione per cui Bernie Sanders è diventato un candidato credibile alla nomination democratica (e, in parte, Donald Trump a quella repubblicana) è che parecchi americani si sono accorti che il liberismo selvaggio li ha impoveriti per far fare miliardi a corporation come la Apple o a personaggi come Mark Zuckerberg, capaci di sfruttare al meglio idee che già circolavano e completamente disinteressati al bene comune. Non sarà facile: i ricchi sono diventati troppo ricchi, i network dell’informazione totalmente asserviti, la frammentazione delle comunità si è completata grazie al mito della mobilità, ai social, allo sdoganamento etico dell’egoismo. Il regime non si lascerà spodestare e neppure indebolire, non in tempi brevi.
In Italia siamo ancora in tempo. Ma la menzogna del Pd e dei suoi media, che usano il problema delle migrazioni per convincere la gente che sia solo un problema di razzismo, va smascherata. La questione principale riguarda il progetto sociale, politico ed economico che si vuole attuare: le privatizzazioni e l’individualismo di Renzi e del suo Pd o la solidarietà e l’eguaglianza di una vera, nuova sinistra.
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