Erano necessari disastri ecologici come quelli che hanno visto coinvolto il sottosuolo, le falde acquifere, l’aria, il mare della Campania.
Tragedie come l’Isochimica di Avellino, il fiume Olona in gran parte contaminato dal mercurio, centinaia di morti per amianto prima che l’Italia corresse ai ripari e nemmeno in maniera completamente efficace.
È di qualche giorno fa la notizia dell’approvazione definitiva della legge sugli ecoreati che consente d punire penalmente i comportamenti contro l’ambiente.
La legge, che è stata promulgata con un ritardo di circa venti anni, prevede cinque nuove fattispecie di reato: l’inquinamento ambientale, il disastro ambientale, il traffico e l’abbandono di materiale ad alta radiottivita’, l’impedimento del controllo ambientale, l’omessa bonifica.
Prima di provare a fare qualche considerazione su una legge appena approvata che non ha ancora prodotto i suoi effetti, vale la pena soffermarsi sulla definizione di disastro ambientale che consiste nella: “Alterazione irreversibile dell’equilibrio di un ecosistema, nell’alterazione dell’equilibrio di un ecosistema la cui eliminazione risulti particolarmente onerosa e conseguibile solo con provvedimenti eccezionali, nell’offesa alla pubblica incolumità in ragione della rilevanza del fatto per l’estensione della compromissione o dei suoi effetti lesivi ovvero per il numero delle persone offese o esposte a pericolo”.
La formulazione di questo reato solleva molti dubbi perche’ punisce chi “abusivamente” cagioni una compromissione o un deterioramento delle acque, dell’aria, del suolo, della flora, della fauna ecc..
L’avverbio“abusivamente”, suscita forti perplessità dal momento che lascerebbe ampie maglie di elusione della legge da parte dei grandi gruppi industriali che generano inquinamento legato alla loro stessa produttività.
Più nello specifico, non è difficile immaginare che nell’ipotesi di disastro colposo ambientale i grandi gruppi imprenditoriali non cagionerebbero praticamente mai l’inquinamento in maniera abusiva.
Sembrerebbe arrivarne la conferma anche dalle dichiarazioni del ministro Galletti che, ai microfoni di Radio Anch'io, su Radio1 Rai, ha dichiarato: "Credo che l'avverbio 'abusivamente' sia giusto perché se un'impresa ha un'autorizzazione VIA o AIA deve sottostare a prescrizioni molto rigorose: se non le rispetta si crea disastro ambientale, che non si può configurare se ha un'autorizzazione e ne rispetta le prescrizioni".
A nostro modo di vedere resta che la legge, per la sua formulazione, finirebbe per avere un margine di applicazione più ristretto rispetto alle reali necessità del Paese che ormai vive il collasso ambientale.
Perplessità suscitano, poi, anche le pene collegate al reato .
Se da una parte i termini prescrizionali sono stati allungati sino ad essere raddoppiati dall’altra suscita polemiche la diminuzione di due terzi della pena nel caso di ravvedimento operoso del reo. In sostanza, pentirsi sarebbe sufficiente per beneficiare di un rilevante sconto di pena.