Ormai il sindaco di New York Bill de Blasio può dire di essere veramente tornato alle sue origini. Nel giro di pochi mesi infatti, de Blasio ha ricevuto a City Hall una trafila di politici italiani di alto profilo: dall'ex ministro degli Affari Esteri Federica Mogherini al presidente del Consiglio Matteo Renzi fino all'attuale ministro per gli Affari Esteri Paolo Gentiloni giunto in città proprio in questi giorni.
Dopo la giornata di martedì trascorsa tra incontri con gli imprenditori nella sede di Bloomberg News e dibattiti al Consolato Generale, il Ministro Gentiloni ha incontrato mercoledì Hillary Clinton alla sede della Clinton Foundation e, in serata, il sindaco di New York Bill de Blasio nel palazzo del municipio.
Pochissimi e sporadici gli scambi con la stampa nel corso di una visita americana che giunge in un momento internazionale estremamente complesso tra la crisi ucraina, l'ultimo disastro di profughi nel Mediterraneo e i tumulti mediorientali che, in teoria, potrebbero portare a distanza ravvicinata i miliziani dell'ISIS e i caschi blu italiani stanziati in Libano. Purtroppo non c'é stata l'opportunità di chiedere al Ministro quali siano le possibilità concrete di un contatto militare tra le truppe italiane in Libano e i miliziani islamici e, sull'argomento mediorientale, Gentiloni si é limitato a definire comprensibile e legittima l'intenzione del presidente Obama di richiedere al Congresso una nuova autorizzazione di intervento militare contro l'ISIS.
Al termine del suo incontro con la Clinton, alla quale ha esteso un invito formale all'EXPO di Milano, Gentiloni ha accennato brevemente all'ultimo disastro avvenuto nel Canale di Sicilia affermando che Triton, l'iniziativa europea di pattugliamento del Mediterraneo meridionale "é un inizio ma non é sufficiente perché si tratta di un'operazione di dimensioni molto più ridotte rispetto a Mare Nostrum".
Un'osservazione giusta ma un po' scontata dal momento che l'inadeguatezza dell'operazione europea era apparsa chiara da tempo a molti osservatori internazionali inclusa l'agenzia per i flussi migratori delle Nazioni Unite che aveva presagito incidenti di questo genere.
Il cambio della guardia nelle acque del Mediterraneo quindi non ha segnato la fine del "braccio di ferro" tra l'Unione Europea e l'Italia che, stando alle dichiarazioni di Gentiloni, continuerà ad insistere per un maggiore sostegno da parte di Bruxelles.
Il ministro ha ringraziato il sindaco Bill de Blasio per il suo ruolo di "ambasciatore" di un'immagine dell'Italia più vicina alla realtà, più contemporanea e lontana dagli stereotipi del passato. Dalle brevissime dichiarazioni rilasciate sia da Gentiloni che dal sindaco al termine del loro incontro di mercoledì, sembra trasparire che gli argomenti discussi siano stati, per lo più, di natura economica. Il sindaco de Blasio infatti ha lodato le intenzioni dell'Italia di intraprendere una strada diversa da quella dell'austerità che ha caratterizzato il fulcro della reazione europea alla crisi finanziaria del 2007-09 e delle sue ricadute sull'Eurozona. Con la più vigorosa ripresa economica americana, l'elezione di Tsipras in Grecia e dal confronto dei risultati delle diverse politiche economiche adottate sulle due sponde dell'Atlantico, quella che sembra farsi strada da più parti é una sempre più diffusa intenzione di lasciarsi alle spalle l'austerity e muoversi in una direzione che valorizzi la crescita, l'occupazione e gli investimenti.
Ma per compiere un passo di questo genere in Europa bisognerà comunque fare i conti con la Germania. Proprio mentre Gentiloni era in America, a Minsk si compiva un ultimo disperato tentativo di evitare l'escalation del conflitto russo-ucraino ed é interessante osservare che, intorno al tavolo delle trattative non c'era Federica Mogherini ma Angela Merkel e Francois Hollande. Non c'era l'Europa quindi e tantomeno l'Italia in visita "all'amico Putin" ma Francia e Germania, a dimostrazione che, in barba a tutti i proclami di unità e di progresso del progetto europeo, almeno in termini di rapporti di forza internazionali, le cose non sono poi cambiate più di tanto rispetto al secolo scorso.