La grande paura per Ebola che i media americani hanno scatenato è una prova generale di isteria indotta, intesa a verificare il grado di credulità della gente una volta che sia stata convinta di essere in una situazione di emergenza, e la quantità di limitazioni alle libertà costituzionali e ai diritti umani che è disposta ad accettare.
I ricchi e le loro corporation sanno benissimo che il sistematico sfruttamento dei lavoratori e dell’ambiente che ha consentito loro di accumulare osceni patrimoni provocherà disastri. Sanno benissimo che i loro soldi non li devono a grandi idee o innovazioni bensì alla dissipazione di risorse naturali accumulate in milioni di anni e di un patrimonio sociale edificato in millenni di civiltà. Sanno benissimo che quando queste risorse e questo patrimonio saranno stati dilapidati la gente si ribellerà: che dopo aver creduto per decenni che il libero mercato, l’individualismo, il consumismo, avrebbero dato loro la felicità, di fronte al crollo dell’economia e dell’occupazione, a epidemie, carestie, tempeste, inondazioni, miseria, violenza, finalmente a quel punto la gente potrebbe svegliarsi e indirizzare la sua rabbia contro coloro che hanno distrutto la civiltà e il pianeta: i capitalisti e i loro cani da guardia.
Ho sempre pensato che il compito della sinistra sia per l’appunto prepararsi per queste crisi, ideologicamente e in termini di organizzazione, perché solo gestendo nel modo opportuno un’improvvisa calamità (non necessariamente catastrofica) potrà prendere il potere in quanto sinistra, non certo attraverso elezioni manipolate dal denaro e dai media, in cui per vincere deve diventare più liberista della destra. Ma la sinistra non si sta preparando. Continua a cercare svilenti compromessi, continua a frammentarsi in mille micro-battaglie a favore di nicchie di interesse politicamente insignificanti.
Invece il neocapitalismo si sta preparando. Come contenere l’immensa collera dei popoli che improvvisamente si rendessero conto di essersi fatti rubare tutto, la gioia di vivere, la natura, le comunità, il futuro, la vita stessa? La grande paura per Ebola mostra una possibile strategia liberista: indurre anticipatamente il panico in qualche migliaio di coglioni tele-dipendenti e dunque totalmente manipolabili dai media: che amplificandone esponenzialmente il terrore lo fanno crescere e lo canalizzano verso obiettivi di comodo. I neri, per esempio, o gli immigrati o, ancor meglio, i sindacati e i comunisti, cioè chiunque non condivida il culto del successo a qualsiasi costo. Funzionò benissimo, un secolo fa, con la Red Scare: e i giornali di allora erano infinitamente meno influenti e pervasivi.
Come nel caso della presunta apocalisse comunista, la presunta apocalisse di Ebola si sgonfierà. Fox News e CNN cominceranno a parlare d’altro, il New York Times sbatterà altri argomenti in prima pagina. Non ci sarà dunque bisogno di eliminare del tutto le istituzioni democratiche e le garanzia costituzionali né di provocare eccidi per dare sfogo alla rabbia e frustrazione della gente. Ma non importa: è un test, e sta riuscendo perfettamente. Ci sono già invocazioni di repressioni indiscriminate, di imprigionamenti di massa. Ci sono già psicopatici pronti a uccidere per difendersi da un pericolo immaginario: se diventasse concreto, uccideranno per davvero, con l’approvazione dell’opinione pubblica e una totale sospensione degli scrupoli morali. Uccideranno i ricchi a cui devono la loro rovina? Macché, dei poveracci come loro, altre vittime del sistema che sta distruggendo il mondo: le persone sbagliate, come sempre.