Il processo si è svolto regolarmente, udienza dopo udienza. La vicenda è stata sviscerata sia dal punto di vista dell’accusa che da quello della difesa. I testimoni hanno testimoniato, raccontando la loro verità, il Pubblico Ministero ha chiesto, come ci si attendeva, la condanna; la difesa, come ci si attendeva, l’assoluzione.
L’imputato, Bernardino Budroni quattro anni fa, in preda a un attacco di collera, aveva aggredito la fidanzata, sottraendole la borsetta. Quando era arrivata la polizia per recuperare il mal tolto, era venuto fuori anche uno scacciacani illegale e una balestra. Il caso viene così assegnato alla IX sezione monocratica del tribunale di Roma. Due anni dopo il processo, e la condanna. Il giudice scrive nella sentenza: “In seguito alle acquisizioni e all'istruttoria dibattimentale risultano pienamente provate le imputazioni ascritte al Budroni… In completa assenza di elementi di segno contrario o diverso, la responsabilità dell’imputato per tutti i resti in contestazione si ritiene ampiamente provata…”. Il fatto è che il processo si è svolto con l’imputato morto, nel luglio 2011, sul Grande Raccordo Anulare. Una morte violenta, ucciso da un colpo di pistola esploso da un agente di polizia, durante un inseguimento. Budroni è stato processato e condannato da morto e la famiglia lo ha saputo solo quando sono state notificate le motivazioni della sentenza. Per inciso: il processo a carico del poliziotto, imputato di omicidio colposo, si aprirà nell'ottobre del 2014…Fantastico, no?
Ora la vicenda accaduta al signor Angelo Cirri: condannato a tredici anni di carcere per quattro rapine mai commesse. Arrestato nel 2004, già due mesi dopo il DNA ricavato dal mozzicone di sigaretta fumata dal rapinatore aveva dimostrato che non era quello di Cirri, ma di tal Antonio Di Pasquale. Però ci si è arrivati quattro anni dopo. Nel frattempo Cirri viene condannato in primo grado a 13 anni di carcere, con l’appello si riduce a 8; Cirri sconta 3 anni e 4 mesi in carcere; fino a quando Di Pasquale non viene arrestato per l’uccisione di una guardia giurata, e finisce con l’ammettere di aver commesso anche le quattro rapine. Senza quell'ammissione, il signor Cirri marcirebbe ancora in galera…
Capitolo corruzione. Giovanni Avitabile, capo dell’ufficio Tutela uscite mercati al Comando della Guardia di Finanza ci avverte che sono irregolari sette appalti su dieci; che “nei primi quattro mesi del 2014, scandalo Expo a parte, su 820 milioni di euro di appalti che abbiamo controllato, quasi il 70 per cento, per 560 milioni di euro, è risultato non in regola”. Avitabile racconta che spopolano cartelli preventivi e gare confezionate su misura: “A Brindisi, cinque dirigenti ASL in cambio di gioielli, viaggi e bustarelle rivelavano i contenuti delle offerte ai titolari di imprese amiche per l’aggiudicazione di appalti ospedalieri. Le buste venivano aperte e richiuse con ‘precisione chirurgica', utilizzando addirittura un bisturi”.