È un rapporto shock, umiliante, quello dell'Authority dei contratti al presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione Raffaele Cantone a proposito dell'ormai prossima Expo 2015. A parte che buona parte dei lavori è ancora in alto mare; a parte che nessuno sa dire con che logica l'opera è stata realizzata; a parte che nessuno sa ipotizzare che benefici porterà e tantomeno che utilità resteranno per la città di Milano e la Lombardia "dopo"… A parte tutto ciò, limitiamoci a quello che si è fatto, si è lasciato fare: apprendiamo di appalti senza alcun controllo per mezzo miliardo di euro, denaro pubblico sottratto "alle norme e ai controlli" in nome di un'"emergenza" che di emergenza ha ben poco. "Ben 82 disposizioni del Codice degli appalti sono state abrogate con quattro ordinanze della Presidenza del consiglio – denuncia Sergio Santoro, l'Autorità garante per la vigilanza dei contratti pubblici – così da escludere l'Autorità Garante per la vigilanza dei contratti pubblici e la Corte dei conti da ogni tipo di reale controllo". Sono emersi affidamenti diretti oltre le soglie consentite, riferimenti a commi di legge inesistenti, procedure ristrette poco giustificabili. Ben 72 appalti sono stati consegnati "senza previa pubblicazione del bando", tra cui figurano il mezzo milione a Publitalia per la fornitura di spazi pubblicitari e i 78.000 euro per 13 quadricicli alla Ducati energia, impresa della famiglia del ministro dello Sviluppo Federica Guidi.
A Fiera Milano congressi – il cui amministratore delegato era il ministro Maurizio Lupi fino al maggio scorso, quando si è autosospeso – viene invece affidata l'organizzazione di un meeting internazionale dal valore di 881.000 euro. Quanto alle possibili infiltrazioni della criminalità organizzata in un contesto così semplice e facile nel quale operare, meglio non pensarci.
Quando l'Authority ha potuto accertare come stanno le cose, ne son venute fuori delle belle (si fa per dire). Per esempio, a marzo del 2013, dopo uno screening dello stato di avanzamento della costruzione della Pedemontana, oltre a segnalare gravi ritardi, si è individuato un incremento del costo complessivo dell'opera complementare all'Expo di 250 milioni di euro. Nella relazione ispettiva si legge che l'appalto era stato affidato con "elementi oggettivi di distorsione della concorrenza e conseguente alterazione del risultato della gara". In sostanza appalto sbagliato, costi impazziti, autostrada che rischia di non essere mai terminata.
Insomma, un quadro desolante; e ancor più desolante la mancata vigilanza, il nessun controllo, da parte di chi doveva e poteva denunciare, vigilare, controllare.
Oggi come trent'anni fa la logica e lo spirito che ha animato tanti è stato quello dell'aggiungi un posto a tavola. A Milano, in Lombardia maggioranze e opposizioni come le tre classiche scimmiette: non vedono, non sentono, non parlano. Però si mangia.
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