In che paese siamo? Spari e feriti gravi per una partita di calcio?
E' mai possibile che con il Presidente del Consiglio presente allo stadio, non ci sia nessuno che abbia l'autorità e il coraggio di sospendere la partita? E non mi si venga a dire che si è voluto disputare la partita per garantire l'incolumità agli spettatori!
La decisione di giocare la partita è stata un'offesa ai giocatori e ai tifosi per bene, e un'ammissione di debolezza dello Stato imperdonabili. D'altronde, come possiamo aspettarci altro dopo avere assistito in diretta televisiva allo Stato che s'inginocchia davanti ai violenti, che chiede agli "ultras" il permesso di far giocare la partita, e dopo avere visto il "via alla gara" dato platealmente da un teppista che indossa una T-shirt che inneggia agli assassini di un poliziotto?
Sia ben chiaro che la Finale di Coppa Italia, che la presenza di "tifosi" napoletani e fiorentini allo Stadio Olimpico non c'entra nulla con l'espisodio di violenza che è avvenuto a Roma sabato sera, che l'evento sportivo è stato solo un pretesto. Ma proprio per questo, dal pubblico allo stadio mi sarei aspettato una reazione d'orgoglio, una manifestazione di solidarietà e un segnale di compattezza di fronte ai violenti e, invece, abbiamo assistito allo spettacolo osceno di diverse decine di migliaia di tifosi – nemmeno fossero state bestie assetate di sangue – che indispettiti per il ritardo con cui è iniziata la partita, hanno fischiato l'inno nazionale. Di fronte a questi fatti, è inevitabile constatare che, in questo paese, nemmeno una tragedia riesce a suscitare un sentimento di unitè nazionale e che gli interessi personali o di contrada prevalgono comunque e sempre sul bene comune.
Dopo quel che è successo sabato, mi domando chi mai sarà così sciagurato da portare nuovamente i figli allo stadio?
Oggi, in Italia, siamo arrivati ad un bivio decisivo: infatti, resta da vedere se il governo avrà il coraggio di adottare leggi drastiche come quelle che hanno permesso alle autorità britanniche di isolare gli hooligans e restituire il calcio e gli stadi alle persone per bene o se, come è sempre avvenuto sinora, lo Stato sceglierà la resa. Purtroppo, non riesco a trovare un sol motivo per essere ottimista.