Ognuno, almeno secondo noi, è libero di fare in casa propria ciò che gli pare e piace. Ma non dovrebbe esserlo se sul piano industriale, finanziario, economico, reca danno ad altri Paesi. Allora qui la musica cambia, si alzano i toni: se, necessario, si mostrano i muscoli. Una buona volta, ci si comporta con fermezza; a brutto muso se la situazione richiede che ci si presenti, sì, a brutto muso.
Parliamo della Cina, care lettrici, cari lettori. Della Cina Popolare liberista all’esterno, chiusa a riccio all’interno. Parliamo dell’enigma-Cina, enigma antico, Paese sterminato. Parliamo di una grande potenza che da quasi settant’anni ricatta l’Occidente, ricatta Giappone e Taiwan. Parliamo di un Governo che non tollera osservazioni. Giorni fa il nuovo primo ministro Li Kekyang ha così risposto nel dibattito politico, etico con l’Occidente, “in primis” con gli Stati Uniti d’America: “Democrazia, diritti umani e diritti politici costuiscono per la nostra società un grave pericolo”. Discorso molto chiaro. Più chiaro di così… In altre parole, ci si scordi che la Cina possa abbracciare, anche se con gradualità, col lentissima gradualità orientale, il sistema democratico, il bilanciamento dei poteri, l’ordinamento parlamentare. In Cina tutto è stato deciso sempre dall’alto, sia dai Mandarini che da Mao, Ciu-en-Lai, Deng Xiaoping. Sempre lo sarà. La Cina è un monolite. Nonostante le sue sfolgoranti conquiste sul terreno dell’alta tecnologia (i cinesi sono intelligenti, dispongono d’una sbalorditiva rapidità di pensiero), la società cinese è società arcaica. Le regole d’oggi sono parecchio simili a quelle un tempo fissate dalle Grandi Dinastie. La Mente Cinese è immutabile. E’ immodificabile. Lo aveva capito per primo Andrè Malraux, genio francese, saggista e romanziere, autore del celebre “La condizione umana”. Malraux, affascinato dalla Cina, ma anche turbato, impaurito dalla Cina. Come Franklin Delano Roosevelt, come Foster Dulles (Segretario di Stato americano all’epoca della Presidenza Eisenhower), come il pilota e scrittore francese Saint-Exupèry.
Certo, a casa propria la Cina faccia quel che vuole. Ma le venga fatto capire che non può più permettersi di mungere a tutto spiano i mercati occidentali che a tutto spiano munge dall’indomani della carneficina di Piazza Tienamen del 1989. Pechino pratica da oltre vent’anni una concorrenza altamente, sfacciatamente sleale. Il bassissimo costo del lavoro interno le permette di inondare di merci mezzo mondo; se non andiamo errati, questo si chiama “dumping”… Alta tecnologia a parte, si tratta di merci scadenti, dozzinali. Cancerogene! Un flusso incessante che in Occidente ha spedito “out of business” parecchia gente. Ma l’Occidente è autolesionista… Ci gode a essere ‘malmenato’. Nulla gli è rimasto del coraggio antico. Verremo così spolpati, inghiottiti, conquistati dalla Cina Popolare che ben ci conosce, come invece noi non conosciamo lei…
Questo articolo esce anche su Oggi7-America Oggi
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