E' finita. Ma non del tutto. Il verdetto di non colpevolezza emesso dalla Corte di Seminole County lo scorso sabato per George Zimmerman, che è sembrato a tutti così definitivo, così inequivocabile, ha rapidamente provocato una escalation di manifestazioni in tutto il paese. Ha scatenato dibattiti sulla razza, sul porto d'armi e sui diritti civili.
Il “non colpevole” per di George Zimmerman rispetto alle accuse di omicido di Trayvon Martin è stato seguito da una serie di proteste prevedibili in tutta l'America, che ora sta affrontando una conversazione nazionale su vari aspetti del difficile caso diventato ormai di portata nazionale.
Il presidente Obama si è concentrato sul gun control. I sostenitori dei diritti civili invece, si sono focalizzati sul razzismo. Altri discutono il sistema giuridico statunitense e l'ipotesi che a volte, potrebbe etichettare negativamente le persone di colore, in particolare gli uomini. I cittadini che in questi ultimi due giorni stanno scendendo in piazza per mostrare il loro dissenso verso l'assoluzione di Zimmerman, lo fanno pacificamente, ma ci sono stati, sebben isolati, episodi in cui si sono rotte vetrine, il traffico e’ stato bloccato, resta la tensione nella comunità. Lo stato che registra i danni maggiori è ancora la California, dove a Los Angeles circa 13 persone sono state arrestate lo scorso lunedì.
Il dipartimento della polizia di LA ha dichiarato lo stato di allerta ieri sera alle 21, dopo che una folla di manifestanti ha continuato ad occupare alcune strade della città, nonostante li avessero sgombrati qualche ora prima. La protesta era iniziata alle 18 come un raduno di preghiera per Trayvon Martin, al Leimert Park. La manifestazione era stata organizzata dal gruppo Project Islamic H.O.P.E., ma la polizia ha dichiarato che dopo poche ore dall'inizio, circa 150 persone avevano dato inizio ad atti di vandalismo. Un po’ più a Nord, ad Oakland, i dimostranti hanno bloccato il traffico sulla Interstate 880 per un breve lasso di tempo durante l'ora di punta, provocando il caos. Anche lì le autorità sono dovute intervenire per sgomberare la strada dai manifestanti.
A Los Angeles le proteste sono continuate senza sosta e rimandano inevitabilmente la mente alle notti di violenze scatenate nel 1992, dai Rodney King Riot, che si contrapponevano alla sentenza per i poliziotti che pestarono a sangue il tassista nero – Rodney King-, e ne uscirono innocenti.
Le proteste a Los Angeles sono aumentate di intensità a partire da lunedì notte, soprattutto nel quartiere considerato il cuore della comunità nera, il Crenshaw District. Il sindaco della città, Eric Garcetti, ha dovuto fare rientro dopo le ultime vicende da un breve viaggio, ed ha esortato tutti alla calma.
“Voglio raccomandare ai partecipanti del raduno di preghiera a Leimert Park di rimanere pacifici. E chiedo alle persone in strada a Crenshaw di seguire il loro esempio" ha scritto su Twitter il sindaco di Los Angeles. Subito dopo avrebbe commentato "dobbiamo rispettare il richiamo alla pace della famiglia Martin".
Nonostante i disordini registrati per lo più nella West Coast, la vicenda Zimmerman è stata seguita da una moltitudine di proteste pacifiche, nelle città di New York, Chicago, Washington e Atlanta. Ancora silenzio in Florida dove si è consumata la vicenda, dove sporadiche manifestazioni non hanno creato difficoltà alla polizia per ora.
A New York, la protesta più grande si è tenuta domenica sera. Anche se in alcune zone periferiche a maggioranza nera, nelle stazioni della metropolitana si vedono ancora cartelli che invitano alla partecipazione ad assemblee e raduni in memoria di Trayvon Martin. Domenica, i dimostranti hanno marciato a Times Square portando con se immagini del ragazzino afro americano rimasto ucciso un anno fa, ed esprimendo il loro dissenso verso la sentenza.