Nell’era moderna gli Stati Uniti d’America rimangono un Paese straordinariamente capace di accogliere ed integrare immigrati da ogni angolo della terra. Il contributo dato dagli emigrati alla crescita economica, artistica e culturale degliStati Uniti d’America è di una straordinaria rilevanza.Tuttavia l’immigrazione, l’entrata legale, negli Stati Uniti segue delle fluttuazioni economiche e dinamiche sociali globali che spesso trovano resistenze da parte del legislatore o innescano intense dibattiti sulla regolamentazione all’entrata nel Paese. Nicola Tegoni, studioso dell’emigrazione ed avvocato dell’emigrazione con una esperienza transnazionale: studi in Europa, laurea negli Stati Uniti, a Boston, Brandeis University e Suffolk University Law School. Studio legale a New York, ci illustra la situazione corrente sull’emigrazione anche a fronte delle numerose richieste di chiarificazioni sul tema che gli pervengono quotidianamente.
L’America vive un nuovo intenso momento di emigrazione dall’Europa (ma non solo). Secondo Lei perché questo e chi sono i neo emigrati negli Stati Uniti?
«Vista la loro stabilità economica e politica, la loro cultura democratica, i forti valori “meritocratici”, e la loro tradizione nell’ accogliere immigrati in quanto “Paese di immigrati”, gli Stati Uniti d’America sono sempre stati una meta molto desiderata da parte di persone provenienti da tutto il mondo che desideravano una vita economica, professionale, e sociale migliore per loro e per i propri cari. Questa realtà è ancora attuale ai giorni nostri… Alla luce della globalizzazione, di una più elevata educazione accademica e professionale da parte delle persone, e di una più diffusa conoscenza di lingue straniere congiunta a una più elevata conoscenza di varie culture e alla facilità nell’uso dei mezzi di trasporti, un alto numero di persone che decidono di trasferisi negli Stati Uniti sono al giorno d’oggi professionisti di altissimo livello che includono tra gli altri scienziati, accademici, imprenditori e artisti che spesso esprimono il meglio a livello globale della loro professione».
I permessi di soggiorno i visti lavorativi o addirittura la famosa green card sono difficili da ottenere. Esistono categorie professionali o cittadini di particolari nazioni avvantaggiate dalla politica di emigrazione USA e perché, secondo Lei?
Esistono delle leggi e delle regole giuridiche ben precise che regolano le domande di visti lavorativi e di “green card”. Non a caso esiste un vero e proprio campo legale negli Stati Uniti denominato “diritto dell’immigrazione” che ha la propria origine nei primi cento anni dalla Dichiarazione di Independenza del 1776 e nel quale diversi avvocati, come il sottoscritto, forniscono consulenze legali specifiche in materia. Attualmente, non esistono cittadini di particolari nazioni più avvantaggiati di cittadini di altre nazioni nell’ottenere la cosiddetta “green card”, ma cittadini di alcune nazioni quali Canada, Singapore, Messico, e Australia per esempio hanno a loro esclusiva disposizione certi tipi di visti lavorativi. Quanto all’Italia, i cittadini del nostro Paese se hanno i requisiti legali necessari possono fare domanda per i visti lavorativi E-1 o E-2, oltre che agli altri visti lavorativi previsti dalla legge.
In quanto a categorie professionali avvantaggiate dal diritto, quando si parla di domanda di “green card”, la nostra attenzione si rivolge inizialmente tra le varie categorie esistenti che si possono definire avvantaggiate a persone cha hanno dimostrato straordinarie capacità e qualità professionali nel campo accademico, delle scienze, dell’arte, degli affari, e dello sport. Questo campo comprende anche manager e direttori di compagnie multinazionali… Ovviamente, è interesse degli Stati Uniti creare e incentivare l’arrivo, il soggiorno e il lavoro in questo Paese di persone che abbiano importanti qualifiche professionali e straordinarie abilità così da favorire per esempio lo sviluppo di imprese, la ricerca scientifica e la produttività lavorativa. Non è un caso che molte delle “menti” mondiali scelgano di vivere e lavorare negli Stati Uniti visto il forte sostegno alle loro attività che essi qui ricevono».
Perché Lei, cittadino italiano, ha deciso di aprire uno studio legale a New York?
«New York è per forte tradizione, cultura, e realtà una città di immigrati e così è sempre stata in tutta la sua storia. Come non dimenticare Ellis Island e il forte simbolismo ispirato dalla Statua della Libertà che dava il benvenuto ai vari immigrati lavoratori con le loro famiglie provenienti dal “vecchio continente” e li ispirava a una vita libera e piena di speranza, nella quale potere realizzare i loro sogni e potere costruire una vita migliore per loro e per i loro cari? E’ quindi per me motivo di profondo orgoglio e forte gioia poter esercitare questa importante professione nel cuore di questa città così speciale e così esemplare per la storia dell’ immigrazione in America».