Un anno fa nasceva a Liberty Square Park (ora chiamato Zuccotti Park) nel cuore del Financial District di Manhattan il movimento contro lo strapotere di banche e multinazionali, Occupy Wall Street. Un gruppo di persone si riuniva in questa piazza del quartiere finanziario di New York-il 16 Settembre 2011- per poi dare vita ad un’organizzazione attiva a livello mondiale, ed in più di 1.500 città. Il movimento ispirato anche alla Primavera Araba, contrasta il monopolio finanziario di Wall Street, ritenendolo responsabile di una delle recessioni più lunghe della storia. Ieri Occupy Wall Street compiva un anno. L’anniversario però che doveva svolgersi come un atacco vero e proprio dello Stock Exchange, si è invece tradotto in un assalto sì, ma della polizia. I protestanti, che a New York hanno continuato la loro battaglia pacifica durante tutto l’anno – i residenti sono abituati a vederli sia nel Financial District che nella zona di Union Square- hanno deciso di marciare ieri notte verso Wall Street proprio dove tutto è iniziato. La loro presenza però è stata subito smorzata dalle forze dell’ordine, che oltre a mostrarsi preparate per l’occasione hanno gestito facilmente la folla, a volte incitandola a muoversi, in altri casi con l’arresto. Transenne e muri di polizia erano già presenti ore prima, nei luoghi clou della marcia degli “occupanti”. Non ci sono stati dunque, grandi scontri. La protesta non violenta è infatti una delle caratteristiche del movimento di OWS. Il gruppo inoltre è caratterizzato anche da una grande eterogeneità di persone, in poche parole non ha età. Ne fanno parte anziani, adulti e giovani. Ieri sera molti di loro si sono travestiti, hanno portato con se maschere del Rich “Uncle” Pennybags ed i più audaci hanno scelto il costume da Statua della Libertà. Ma la festa è durata poco. Un centinaio di protestanti sono stati fermati e successivamente arrestati questa mattina presto, proprio nel luogo simbolo della manifestazione, lo Stock Exchange di New York, dove i bus della polizia si sono rapidamente riempiti di partecipanti fermati o arrestati. Le persone trattenute sono state piu’ di 180.
A New York comunque, il timore non era tanto che si creassero scontri a fuoco, o episodi di violenza, il problema principale soprattutto per i businessmen – e women- del Financial District era quello raggiungere il luogo di lavoro. Anche a questo, la polizia ha rimediato efficientemente. Le urla "All day, all week, Occupy Wall Street" (tutto il giorno, tutta la settimana occupare Wall Street) e "We got sold out, banks got bailed out," (noi siamo stati svenduti, le banche si sono salvate) dei membri del gruppo, non hanno fermato le migliaia di persone che lavorano a Wall Street la scorsa mattina. Dei veri e propri posti di blocco sono stati organizzati all’ingresso degli edifici, dove due o tre membri delle forze dell’ordine controllavano i documenti –o i pass- di ogni persona che entrava o usciva. In questo modo anche la giornata lavorativa si è svolta regolarmente.
Un posto di blocco all’entrata dello Stock Exchange (New York)
Neanche la metropolitana si è fermata. Per quasi tutto il tempo si è avuta l’impressione che la protesta di massa che doveva essere il compleanno di OWS fosse in realtà, più un evento mediatico che altro, di giornalisti infatti ce n’erano tantissimi. Anche l’agenda politica sembra essersene disinteressata. Romney ha scelto di non commentare, ed il Presidente Obama pur avendo menzionato la cosa in una intervista alla ABC non ha fatto poi, ulteriori dichiarazioni a riguardo.
“Capisco la frustrazione espressa dal movimento e dalle proteste, in qualche modo non sono poi così lontane da quelle del Tea Party. In entrambi i casi si tratta di persone che sentono di essere distanti dal governo e dalle istituzioni” ha affermato Obama ieri alla ABC “la cosa più importante che possiamo fare adesso, è far comprendere alla gente che capiamo questi problemi, che siamo dalla loro parte e che vogliamo creare un sistema dove il lavoro duro e le responsabilità siano ripagati”. Così tra le urla dei protestanti e i muri creati dalla polizia, si vedevano anche facce divertite tra i colletti bianchi di New York City. I dimostranti speravano che la protesta di ieri potesse riaccendere lo spirito e la passione con cui partì un anno fa, ma così non è stato. Occupy Wall Street si era già affievolito durante l’anno con le sue sporadiche apparizioni su Internet e telegiornali. L’obiettivo di ieri comunque, è stato in parte raggiunto dal gruppo. Se lo scopo era –come si legge dal loro sito web- “creare delle occupazioni mobili” ci sono certamente riusciti, ma per poco, la polizia è andata quasi subito a sgombrarli.
Così il compleanno di Occupy Wall Street si è tradotto in una marcia di piccoli gruppi di persone all’interno del Financial District che urlavano frasi contro multinazionali e affinchè la politica stessa, non diventi un grande business: “get the money out of politics” (fuori i soldi dalla politica) recitavano alcuni cartelloni.
Urla, slogan e rulli di tamburi nell’aria. Traffico bloccato in alcuni punti e dozzine di poliziotti ad impedire il passaggio dei dimostranti. Così si mostrava ieri mattina il Financial District, per poi diventare un deserto nel tardo pomeriggio. La protesta è mancata un po’ d’azione quest’anno.
Questo non vuol dire che il movimento non abbia avuto impatto. L’ha avuto certamente se ormai sui giornali e nei dibattiti televisivi d’America non si parla d’altro che di diseguaglianze economiche e annullamento della mobilita’ sociale, una volta fulcro dell’American Dream. Il loro slogan «Noi siamo il 99 per cento» –che si riferisce alla disparità con cui la crisi economica degli ultimi anni ha colpito la maggioranza degli americani, lasciando nel benessere solo una piccola percentuale di ricchi, l’1%- ora e’ diventato di accezione comune ed e’ entrato ufficialmente nel lessico degli americani. Ieri pero’ la voce di questo 99% non si e’ sentita abbastanza a New York.