L’economia italiana sarà anche sull’orlo del collasso, ma non è l’unica cosa che si sta sgretolando di questo paese. Negli ultimi mesi infatti, blocchi di marmo sono precipitati dal Colosseo, le sue antiche mura sono diventate macerie e la barocca Fontana di Trevi sta cadendo a pezzi, modificando per sempre la sua storica facciata. E questo accade soltanto a Roma. A Napoli, il Palazzo Reale presenta fratture sulla parte davanti e le gloriose fontane di questa città, presenti in ogni piazza, sono state ricoperte da graffiti. Pompei è completamente abbandonata ormai, le sue rovine disintegrate, grazie ad una mancanza di manutenzione.
In Emilia Romagna, le famose chiese e le torri degli orologi caratteristiche di questa zona, danneggiate dai recenti terremoti, non sono ancora state sottoposte a ristrutturazione. L’Italia non ha semplicemente più i soldi per prendersi cura del suo patrimonio culturale. Le misure di austerità che l’Italia ha impiegato recentemente per combattere il debito pubblico e salvare il paese dal fallimento, hanno fatto si che ormai ci siano davvero pochi fondi da poter impiegare per il resto, a parte bisogni di prima necessità. Il problema più grosso però, è la manutenzione base dei “tesori” che ospita questo paese, che è stata negata per anni. I recenti tagli di budget infatti, sono solo un “chiodo dentro un sarcofago”. In realtà il budget che riguarda il patrimonio culturale è stato uno dei primi tagli effettuati nelle casse dello Stato, già diversi anni fa. Un terzo – €1.42 miliardi— è stato eliminato all’interno del budget solo negli ultimi tre anni, facendo si che la manutenzione vitale di alcuni dei monumenti vitali di questo paese non fosse effettuata.
“La manutenzione non esiste per alcuni dei più importanti monumenti italiani” ha dichiarato la senatrice di centro-destra Diana de Feo al The Daily Beast. “Se ne crollano ancora, potrà diventare finalmente una priorità?”
Molti dei più importanti monumenti della nazione sono stati già adottati da finanziatori privati che stanno pagando il conto. Il restauro –vitale- del Colosseo a Roma, inizierà soltanto nel 2013 grazie ad un contributo di €25 milioni donato dal magnate della scarpa Tod’s, Diego Della Valle. Altri monumenti, come la Fontana di Trevi a Roma, sono pronti ad essere afferrati dal primo “buon samaritano” che possa offrire €2.5 milioni per aiutare a risistemare almeno le crepe causate dalle basse temperature dell’inverno scorso, che hanno causato a Roma un congelamento di alcuni monumenti. La città spera anche che qualcuno possa aiutare a finanziare il restauro da €75 milioni delle mura Aureliane che la circondano. Umberto Broccoli, sovraintendente del Ministero dei Beni Culturali di Roma, è convinto che questa “gara” tra finanziatori salverà i tesori della città. Sul suo blog ha implorato i potenziali finanziatori, affermando che i fondi pubblici non saranno abbastanza per sistemare le strutture pericolanti e prevenire che crollino altri monumenti. “Dobbiamo focalizzarci sul preservare il patrimonio, ma abbiamo bisogno di più soldi per portare avanti le nostre attività. A Roma, anche le pietre hanno migliaia di anni. Non possiamo più rimandare”. Umberto Broccoli afferma che la città potrebbe considerare la vendita di spazi pubblicitari sulle impalcature dei palazzi per promuovere i finanziamenti, anche se vorrà dire mettere degli enormi cartelloni su chiese, monumenti e antiche rovine.
Il paese sta cercando di raccogliere fondi vendendo circa 350 edifici storici di Roma, Milano e Venezia. Circa €40 miliardi di valore, per chi è pronto ad afferrare queste meraviglie, inclusi la storica Casina Valadier a Roma e l’opulento Palazzo Diedo sul Gran Canale di Venezia. Il valore immobiliare dei monumenti in vendita raggiunge i €600 miliardi, secondo il sito web del governo italiano, ed il presidente del Consiglio Mario Monti ha suggerito che vendere potrebbe aiutare a sanare il debito pubblico.
Il comitato di controllo Italia Nostra è contrario alla vendita delle proprietà pubbliche, specialmente se potrebbe tradursi in una trasformazione degli storici edifici in ristoranti e centri commerciali. Il vice presidente di Italia Nostra, Nicola Caracciolo, ha lanciato una campagna contro la vendita delle strutture storiche, e per riportarle alla loro gloria originaria. Ha dichiarato che queste bellezze, non dovrebbero certamente essere vendute e separate dal loro contesto. “Questi edifici non hanno soltanto un valore artistico, ma soprattutto come elementi paesaggistici e del corredo urbano”. Ha poi concluso “per non parlare della bellezza delle nostre città, la loro ricchezza non può essere alienata”.
Alla fine di Agosto parte della collina del 19° secolo il Pincio a Roma, in Villa Borghese, è crollata, non lontano dalla Casina Valadier, altro storico edificio della città, anche questo in vendita. Se un investitore privato fosse proprietario della struttura, lui o lei, avrebbe subito provveduto a riparare le fessure che si erano aperte prima del collasso e prevenirlo. Ma finchè l’Italia non potrà permettersi di fare manutenzione del suo patrimonio culturale, ancora molte strutture rischieranno l’inevitabile destino di diventare delle rovine.
Traduzione a cura di Francesca Tarantino
Il testo originale dell’articolo Italy’s Culture Falling to Ruins Amid Austerity Cuts è disponibile sul Daily Beast
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