Per il rinvio a giudizio di Donald Trump ci sono pochi dubbi. Resta da stabilire solo dove e quando dovrà comparire davanti al magistrato. Due District Attorney, quello di Manhattan e quello di Atlanta, in Georgia, si contendono il primato di essere i primi ad incriminare un ex presidente. Nel frattempo i testimoni eccellenti coinvolti nelle due inchieste continuano ad essere ascoltati dagli inquirenti. Alcuni tra i flash dei fotografi mentre entrano negli uffici della giustizia, altri, più discreti, cercano di prendere le distanze da un ex capo della Casa Bianca che in passato, quando era nello Studio Ovale, hanno osannato e che ora potrebbe finire in prigione.
Le due inchieste, quella di Manhattan per il pagamento di 130 mila dollari alla porno attrice Stormy Daniels usando i soldi della Trump Organization che li ha camuffati come spese legali, e l’altra, in Georgia, per i suoi tentativi di influenzare i funzionari statali a “trovargli” i voti necessari per sconfiggere Joe Biden alle elezioni presidenziali sono in linea d’arrivo. A questo proposito oggi l’Atlanta Journal-Constitution ha pubblicato un intervista a cinque dei giurati che hanno preso parte al gran giuri che, a condizione di non rivelare la loro identità, hanno raccontato di una terza telefonata, anche questa registrata, che l’ex presidente ha fatto a David Ralston, il capo della maggioranza repubblicana alla camera statale della Georgia.
Ralston è morto l’anno scorso. Il giono dopo che Trump lo chiamò parlò con alcuni colleghi della telefonata che hanno raccontato agli inquirenti la vicenda. Trump “mi ha chiesto di aprire una sessione speciale dell’Assemblea generale della Georgia”, ha detto Ralston a suoi ccolleghi. “È stato chiaro. Io gli ho raccontato che era difficile perché secondo la costituzione dello Stato oltre al governatore per convocare un’assemblea speciale c’è bisogno del voto dei 3/5 dei parlamentari statali e noi repubblicani non abbiamo questo margine di voti sui democratici”. I giurati hanno potuto dare alcuni particolari, ma non rivelare se l’ex presidente sia stato rinviato a giudizio.
La decisione ancora non è stata resa pubblica perché il District Attorney della contea di Fulton, quella di Atlanta, ha fatto sapere che “ci sta ancora lavorando”. Il che vuol dire che i giurati hanno votato per il rinvio a giudizio ma non su tutti i capi di imputazione. Se Trump fosse stato prosciolto dal grand giuri la procura distrettuale lo avrebbe dovuto comunicare.

Ci sono poi le due indagini federali condotte dallo Special Counselor Jack Smith. Una sul tentativo insurrezionale del 6 gennaio 2021 e un’altra sui documenti top secret non restituiti ai National Archives e nascosti a Mar a Lago. E si è affacciata l’ipotesi di un’altra inchiesta, questa vede coinvolto l’ex presidente con la sua società Trump Media per possibili violazioni delle leggi sul riciclaggio di denaro per aver ricevuto 8 milioni di dollari da un oligarca russo legato al presidente Vladimir Putin.
Secondo The Guardian la Paxum Bank, istituto di credito registrato nella piccola isola caraibica di Dominica, e un’altra entità chiamata ES Family Trust, avrebbero effettuato due pagamenti non dichiarati alla società, uno nel dicembre 2021 per 2 milioni di dollari e un altro, due mesi dopo, per 6 milioni.
Al centro dell’operazione due russi, Anton Postolnikov e Aleksandr Smirnov, un oligarca legato a Putin che gestisce la società di navigazione Rosmorport e in passato è stato viceministro della Giustizia. Questa indagine viene condotta dalla Procura federale del Southern District di Manhattan.
Business Insider, il giornale on line che segue attentamente politica ed economia, ha dedicato un lungo articolo a firma di Laura Italiano sul modo in cui il District Attorney di Manhattan, Alvin Bragg, gestirà il rinvio a giudizio del primo ex presidente americano delineandone il possibile scenario: Trump verrebbe probabilmente trattato come la maggior parte degli imputati, ma con alcune notevoli eccezioni. Il giorno in cui si costituirà verrà discusso tra i suoi avvocati e i pubblici ministeri. Non gli verranno messe le manette, verrà fatto entrare in tribunale da un’entrata di servizio per evitare i fotografi. Gli verranno prese le impronte digitali. Sarà accompagnato in aula dagli agenti dei servizi segreti. Verrà rilasciato senza cauzione.

L’accusa di Trump ai sensi della legge di New York entrerebbe in vigore immediatamente dopo che il capo della giuria firmerà il documento di rinvio a giudizio in cui vengono elencati i “crimini” di cui l’imputato dovrà rispondere. Il capo della giuria del gran giurì potrebbe firmarlo immediatamente. Nello Stato di New York per il rinvio a giudizio non c’è bisogno del voto unanime dei giurati, ma basta solo quello della maggioranza. Se il gran giurì dovesse votare per l’incriminazione il procedimento giudiziario potrebbe essere ritardato di settimane se i pubblici ministeri dovessero riesaminare le accuse, o se la giuria nel documento di rinvio a giudizio concorda solo su determinate accuse ma non ritiene che ci siano prove o indizi sufficienti per altre. Il documento del rinvio a giudizio non è pubblico fintanto che il giudice non lo legge in aula. Una volta che ciò accadrà, Business Insider riferisce che “Bragg probabilmente rilascerà copie alla stampa e le pubblicherà sul sito web del procuratore distrettuale. A quel punto lo storico documento farà esplodere i feed di Twitter in tutto il mondo”.
Michael Cohen, l’ex avvocato personale dell’ex presidente Donald Trump, per due giorni ha testimoniato davanti al gran giurì di Manhattan. Ai microfoni di Cnn ha detto che la sua testimonianza “Non è una vendetta. La mia posizione è che, alla fine, Donald Trump deve essere ritenuto responsabile delle sue azioni”. Cohen è stato un attore chiave in questa vicenda. Ha facilitato i pagamenti, effettuati giorni prima delle elezioni presidenziali del 2016, ed è stato rimborsato dalla Trump Organization per aver anticipato i soldi a Stormy Daniels. Cohen si è dichiarato colpevole di nove accuse federali, comprese le violazioni del finanziamento della campagna elettorale, ed è stato condannato a tre anni di carcere.