C’erano anche documenti top secret sulle difese militari di un governo straniero, comprese le sue capacità nucleari, tra i documenti sequestrati dall’FBI il mese scorso nella residenza dell’ex presidente Donald Trump.
Lo scrive il Washington Post, che racconta le confidenze di alcuni inquirenti che hanno familiarità con le indagini, sottolineando le perplessità e le preoccupazioni dell’intelligence americana sul materiale Top Secret nascosto a Mar-a-Lago.
“Alcuni dei documenti sequestrati – scrive l’influente quotidiano della capitale – descrivono in dettaglio operazioni top-secret così gelosamente custodite che molti alti funzionari della sicurezza nazionale ne sono all’oscuro. Solo il presidente, alcuni membri del suo gabinetto o funzionari di altissimo rango potrebbero autorizzare altri a conoscere i dettagli di questi programmi di accesso speciale”, hanno confidato le gole profonde al Washington Post.
I documenti su queste operazioni altamente classificate richiedono autorizzazioni speciali, non solo autorizzazioni per visionare materiale top secret. Normalmente non più di una dozzina di persone possono avere accesso alla loro visione e la loro visione è registrata. Inoltre questi documenti sono protetti, quasi sempre in una struttura di informazioni a compartimenti, con un responsabile incaricato di distribuire e controllare la loro circolazione.
“Ma questi documenti – scrive il Washington Post – erano da 18 mesi a Mar-a-Lago, in un ufficio di un golf club al quale basta mostrare il conto in banca per essere ammessi come soci”.

Dopo mesi di negoziati, secondo quanto emerso dai documenti presentati in tribunale – l’FBI ha recuperato più di 300 documenti riservati da Mar-a-Lago: 184 in un set di 15 scatole inviate alla National Archives a gennaio, altre 38 consegnate da un avvocato di Trump agli investigatori a giugno e più di 100 documenti aggiuntivi sono stati portati alla luce nella perquisizione dell’8 agosto. “E in questa occasione sono state trovate le informazioni sulla disponibilità alla difesa nucleare di un governo straniero”, hanno raccontato le gole profonde al Washington Post che non hanno voluto identificare il governo straniero in questione.
L’ufficio del direttore della National Intelligence sta conducendo una valutazione per determinare quanto danno potenziale è stato causato. Il Washington Post aveva scritto nei giorni successivi alla perquisizione che gli agenti dell’FBI che avevano perquisito la casa di Trump stavano cercando, in parte, documenti riservati sulle armi nucleari.
Dopo la pubblicazione di quella storia, Trump ha paragonato la perquisizione a una serie di precedenti indagini del governo sulla sua condotta. “La questione delle armi nucleari è una bufala, proprio come la Russia, la Russia era una bufala, due impeachment erano una bufala, l’indagine Mueller era una bufala in cui sono coinvolte le stesse squallide persone”, ha scritto sul suo sito web, suggerendo che gli agenti dell’FBI avrebbero piazzato prove contro di lui.

Una persona intervistata dal Washington Post e a conoscenza delle indagini ha confidato al giornale che gli investigatori si sono allarmati dopo che a giugno avevano visto prendere i documenti stipati in un ripostiglio del club nella residenza di Trump. Gli agenti hanno trovato fascicoli estremamente segreti, tanto che anche alcuni dei più alti funzionari della sicurezza nazionale nell’amministrazione Biden non sono stati autorizzati a esaminarli. Ancora più allarmante per gli inquirenti il fatto che numerose cartelle chiaramente marcate “Top Secret” erano ancora nella residenza di Trump, ma erano vuote, senza più documenti.
Il giudice del tribunale federale della South Florida, Aileen M. Cannon ha stabilito che uno Special Master, un supervisore, esaminerà anche tutti i quasi 13.000 documenti e oggetti che l’FBI ha preso per identificare quelli che potrebbero essere protetti dal rapporto privilegiato che esiste tra privilegio avvocato e cliente. La decisione di Cannon potrebbe rallentare e complicare l’indagine criminale del governo, in particolare se il Dipartimento di Giustizia decidesse di presentare ricorso per le questioni irrisolte e complicate come ad esempio quella di stabilire di quale privilegio esecutivo possa avere un ex presidente. Il giudice ha stabilito che gli investigatori non possono “utilizzare” il materiale sequestrato nelle loro indagini fino a quando lo Special Master non avrà concluso il suo esame.
Il magistrato ha chiesto a Trump e al Dipartimento di Giustizia di concordare una lista di candidati qualificati entro venerdì.