Milioni di appassionati e semplici curiosi hanno ammirato, per anni, la pregiata mostra di anfore, elmi, terracotte e altri reperti archeologici, che vanno dal 1100 AC al 300 DC, nel famoso Metropolitan Museum of Art di New York.
Nessuno avrebbe immaginato che la provenienza di quei ventisette pezzi straodinari, ventuno italiani, fosse illegale. Capolavori dalle cifre da capogiro che la Procura Distrettuale di New York in sinergia con i Carabinieri del Comando Tutela Patrimonio Culturale hanno provveduto a sequestrare, ricostruendo le vie dell’illecito con base in Svizzera.
La vasta operazione ha coinvolto anche e soprattutto collezioni private americane portando alla confisca complessiva di 58 opere d’arte per un valore di 21 milioni di dollari.

Il Met, come spiegato nella conferenza stampa di consegna dei reperti, ha collaborato con le forze dell’Ordine dichiarandosi estranea ai fatti. Anche se non è la prima volta che si verificano episodi simili. Tutto è stato portato via ed è pronto per fare ritorno a casa, in Egitto e in Italia. E a questo proposito, gli investigatori hanno appurato che alcuni dei pezzi rubati e in mostra al Met sarebbero finiti nella Grande Mela grazie a Gianfranco Becchina, gia noto alle forze dell’Ordine, un noto mercante d’arte siciliano proprietario di una Galleria in Svizzera. Non sarebbe comunque l’unico coinvolto nella operazione. Compaiono anche Giacomo Medici (avrebbe avuto un ruolo importante nella sparizione e trasferimento della testa di Athena), Pasquale Camera ed Edoardo Almagia.
Pezzi da togliere il fiato. Tra queste, la testa di Atena, una coppa di vino greca in terracotta, elmi. Ancora, una tazza di terracotta del 470 A.C., del valore di 1,2 milioni di dollari (era stata comprata dal Met nel 1979).
“Questa nuova restituzione di beni archeologici di grandissimo valore è prova degli straordinari risultati che la collaborazione tra Italia e Stati Uniti nel settore del contrasto al traffico illecito di reperti e opere d’arte continua a produrre da oltre vent’anni. I nostri Paesi credono fermamente nel valore della protezione del patrimonio culturale, al centro di un’attività congiunta che ci rende molto orgogliosi” ha osservato l’Ambasciatrice d’Italia negli Stati Uniti, Mariangela Zappia.

“Le opere recuperate oggi sono di immensa rilevanza storica e artistica”, ha commentato il Console Generale a New York Fabrizio Di Michele. “Questa operazione di rimpatrio fa seguito ad altre due analoghe operazioni recentemente concluse con la Procura distrettuale di New York. Soltanto negli ultimi nove mesi, sono oltre 400 le opere d’arte restituite al nostro paese”.
“Un grande dono per l’Italia che riavrà reperti di notevole valore. Opere che si trovavano in diverse collezioni private e in Musei americani molti noti. La base della rete e’ l’Europa, la Svizzera, dove esistono molte Gallerie d’Arte che seguiamo sempre con attenzione”, spiega il Generale di Brigata Roberto Riccardi del Comando Tutela Patrimonio Culturale.
La cerimonia di restituzione, avvenuta alla presenza dell’Executive Assistant District Attorney di New York County Lisa Delpizzo e del Generale di Brigata Roberto Riccardi del Comando Tutela Patrimonio Culturale, rappresenta la terza in meno di un anno. La prima nel dicembre scorso. Nell’ambito del più grande accordo di restituzione stretto tra i due Paesi, circa 200 reperti archeologici, tra vasi dipinti, busti in marmo, sculturine in ceramica e anche l’antica statua romana transitata per la collezione di Kim Kardashian, tornarono in Italia nel dicembre dello scorso anno. Il valore complessivo fu di circa 10milioni di dollari. La seconda restituzione si è avuta a luglio scorso con 142 opere d’arte stimate circa 14milioni di dollari.