A giudicare dalla reazione di Donald Trump, il discorso che ieri sera il presidente Joe Biden ha tenuto a Filadelfia ha centrato almeno un obiettivo: ha mandato su tutte le furie l’ex presidente.
E Biden, almeno per oggi, ha di che sorridere: l’economia statunitense continua a marciare. I dati sull’occupazione rilasciati questa mattina mostrano che sono stati creati 315mila posti di lavoro in agosto, meglio dei 300mila attesi dal mercato. Il tasso di disoccupazione è salito dal 3,5% di luglio al 3,7%, ma anche se c’è stata una frenata rispetto al mese di luglio, i dati sono migliori delle aspettative che gli economisti avevano previsto.
A luglio il mercato del lavoro aveva mostrato un dinamismo inaspettato, riconquistando per la prima volta i 22 milioni di posti di lavoro distrutti a causa del Covid-19. Alla fine di luglio c’erano più di 11 milioni di posti vacanti, due per ogni persona in cerca di lavoro.
Un successo per la Casa Bianca dopo che ieri sera il presidente aveva fatto un discorso da campagna elettorale davanti alla Liberty Bell in un’America sempre più divisa, prestando molta attenzione a non confondere i repubblicani con i faziosi seguaci dell’ex presidente, i MAGA. Biden non si è scusato per aver definito “fascisti” i trumpiani e ha rincarato le accuse, parlando di “uguaglianza e democrazia sotto attacco“, accusando di nuovo le frange estremiste del GOP di rappresentare una “minaccia per le fondamenta della repubblica“.
Con gli stessi toni, già usati per la prima volta in Maryland, il 25 agosto, il presidente è entrato nella campagna elettorale delle elezioni di mid-term in un discorso in prima serata, accusando i settari seguaci dell’ex presidente di seguire con “cieca obbedienza” il loro leader, di “non riconoscere la volontà del popolo” e, in definitiva, di rappresentare una “minaccia per la democrazia”. “Votate, votate, votate!“, ha concluso Biden il suo discorso a soli 68 giorni dalle elezioni di midterm dalla Pennsylvania, che è uno degli Stati in bilico tra repubblicani e democratici.
Un ultimo sondaggio del Wall Street Journal dà il partito del presidente in vantaggio rispetto ai repubblicani al prossimo appuntamento elettorale, evidenziando come la decisione della Corte Suprema sull’aborto e il pesante fardello politico di Donald Trump pesino sulle decisioni dell’elettorato.

La risposta dell’ex presidente ha comprovato i timori denunciati da Biden. Trump, subito dopo il discorso di Biden, ha detto a Wendy Bell, controversa giornalista radiofonica passatista, che se si ricandiderà e vincerà le elezioni prenderà “molto, molto seriamente” in considerazione la grazia completa per quanti presero parte al tentativo insurrezionale 6 gennaio del 2021, e che li avrebbe anche “ricompensati con una sorta di scuse ufficiali del governo”.
Poi, poco dopo, sul suo account social Truth ha accusato Biden di essere “matto o affetto da demenza senile“. “Se guardate alle parole, al significato, dell’imbarazzante e arrabbiato discorso di Biden, ha minacciato l’America, anche con l’uso della forza militare. Deve essere pazzo o affetto da demenza all’ultimo stadio”. E con l’ex presidente subito uno dei suoi più accaniti difensori. “Deve scusarsi per aver bollato milioni di americani come fascisti”, ha detto il deputato Kevin McCarthy, leader della minoranza repubblicana alla Camera. “Con tutto il rispetto, signor presidente, non c’è nulla di sbagliato con l’anima dell’America”, ha twittato il senatore Lindsay Graham, che pochi giorni fa ha preconizzato “rivolte nelle strade” se Trump sarà incriminato. “Il presidente Biden è andato in onda ieri sera per dividere la nazione”, ha twittato il deputato Mark Green, definendo il capo della Casa Bianca “il divisore in capo”. Biden “non fa nulla per unire la nazione”, ha affermato l’ex ambasciatrice all’Onu Nikki Halley. Oggi nello Stato sbarca proprio Trump con un comizio nella città di Wilkes-Barre.

Infine un particolare che ha lasciato gli inquirenti del Dipartimento della Giustizia perplessi. Nelle carte sequestrate all’ex presidente in Florida c’erano molte cartelle con la scritta “top secret” che all’interno non avevano nessun documento. Lo si è capito dall’inventario più dettagliato del materiale sequestrato reso pubblico questa mattina dal magistrato federale del Southern District della Florida. L’inventario rivela in termini generali il contenuto di 33 scatole prelevate da un ufficio e da un ripostiglio a Mar-a-Lago durante la perquisizione del 18 agosto.
Sebbene l’inventario non descriva nessuno dei documenti, mostra fino a che punto le informazioni classificate, compreso il materiale di livello top secret, sono state conservate in scatole e contenitori tra giornali, vestiti, fotografie e altri oggetti personali. L’inventario mostra 43 cartelle vuote. Non è chiaro dall’elenco perché le cartelle fossero vuote e che fine abbiano fatto i documenti che ne erano all’interno.