“Questo è un giorno triste per il Paese dal mio punto di vista, ma non significa che la lotta sia finita” ha detto il presidente Joe Biden concludendo il suo intervento trasmesso da tutti i maggiori canali televisivi dopo che la Corte Suprema ha messo l’aborto fuori legge negli Stati Uniti. “Una decisione estrema – ha detto il presidente – che mette la salute e la vita delle donne in questa nazione a rischio. La Corte ha fatto ciò che non ha mai fatto prima, togliendo espressamente un diritto costituzionale che è così fondamentale per così tanti americani che riporta i diritti delle donne a 150 anni fa”.
Dopo settimane di indiscrezioni, la sentenza con cui la massima corte giudiziaria ha deciso di abolire la precedente sentenza Roe vs Wade del 1973, che permetteva alle donne di interrompere la maternità, è stata depositata questa mattina.
Il mondo femminile americano è sceso sul piede di guerra. Una decisione che evidenzia ulteriormente le divisioni partigiane in un già intenso e difficile momento di tribalismo politico che il Paese sta attraversando perché la sentenza è la conseguenza delle scelte fatte dall’ex presidente. Il Washington Post, in un’opinione accusa direttamente Donald Trump, che durante il suo mandato ha sostituito tre magistrati della massima corte con giudici notoriamente conservatori, sbilanciando il fondamentale requisito di imparzialità che la loro carica richiede.
La controversa ma attesa sentenza della Corte Suprema conferisce ai singoli Stati il potere di stabilire le proprie leggi sull’aborto. E molti Stati del Sud, a cominciare dal Missouri, appena la decisione è stata resa pubblica, hanno dichiarato l’aborto fuorilegge. Nei prossimi giorni si prevede che quasi la metà dei cinquanta Stati dell’Unione, quasi tutti quelli del Sud del Paese, metteranno fuori legge o limiteranno l’aborto a seguito della decisione della Corte Suprema. Secondo il Washington Post sono già 13 gli Stati che hanno pronte leggi per proibire l’aborto.

Il giudice Samuel Alito, come era stato anticipato, ha scritto l’opinione della maggioranza che ha cassato la precedente decisione Roe vs Wade e un’altra decisione della Corte Suprema del 1992 che difendeva il diritto all’aborto in un caso noto come Planned Parenthood v. Casey. In quel giudizio si unirono a lui gli altri cinque conservatori dell’alta corte, incluso il giudice capo John Roberts.
I tre giudici liberali hanno presentato parere dissenziente sulla sentenza.
“Riteniamo che Roe e Casey debbano essere annullati”, ha scritto Alito. “La Costituzione non fa alcun riferimento all’aborto e nessun diritto del genere è implicitamente protetto da alcuna disposizione costituzionale” ha scritto il magistrato italoamercano. “È tempo di seguire la Costituzione e portare la questione dell’aborto ai rappresentanti eletti del popolo”, ha scritto Alito.
Nella decisione della maggioranza il giudice Clarence Thomas ha posto un’aggiunta chiedendo ai suoi colleghi di eliminare anche le precedenti sentenze emesse sui contraccettivi, sui matrimoni gay e sui diritti LGBTQ . Thomas ha riconosciuto che la decisione di Alito non pregiudica direttamente alcun diritto oltre all’aborto. Ma ha sostenuto che la Costituzione come non garantisce il diritto all’aborto non garantisce la il diritto per gli altri cambiamenti sociali protetti da sentenze della stessa Corte Suprema e ha esortato i suoi colleghi ad applicare lo stesso ragionamento ad altri casi storici.
Nel loro dissenso congiunto, i tre magistrati liberali hanno affermato che la decisione della maggioranza avrà ripercussioni ben più ampie sulla società americana poichè stabilisce “che dal momento stesso della fecondazione, una donna non ha più alcun diritto di decidere sulla sua gravidanza”.

“Con questa decisione ora lo Stato può costringerla a portare a termine una maternità, anche a costi personali e familiari più elevati”, hanno scritto I tre magistrati.
Il caso che ha innescato la decisione della Corte Suprema è noto come Dobbs v. Jackson Women’s Health Organization, è correlata a una legge del Mississippi che vietava quasi tutti gli aborti dopo 15 settimane di gravidanza.
Lo scorso mese la fuga di notizie della bozza del parere del giudice Sam Alito ha scioccato il Paese e galvanizzato gli attivisti di entrambe le parti.
Questa decisione ha segnato una grande vittoria per i conservatori e i sostenitori antiabortisti ma la maggior parte degli americani invece sostiene il diritto delle donne a decidere sulla loro maternità. I repubblicani, che sperano di vincere le elezioni di Mid Term a novembre, si sono concentrati più sulla fuga di notizie che non su ciò che le indiscrezioni hanno rivelato. Hanno anche denunciato le proteste che si sono formate fuori dalle case di alcuni magistrati conservatori, accusando gli attivisti di aver cercato di intimidirli.

Una decisione “crudele” e “scandalosa”, afferma la speaker della Camera Nancy Pelosi. Alle elezioni di novembre, aggiunge, ci sono in gioco i diritti delle donne. L’aborto è “stato un diritto per 50 anni”: la decisione della Corte Suprema è un “insulto” per le donne, aggiunge Pelosi, assicurando che i democratici continueranno a battersi per le donne e per i diritti.
“La vita ha vinto”, dice l’ex vice presidente Mike Pence. L’ex presidente Barack Obama critica la Corte Suprema, accusandola di aver “attaccato le libertà fondamentali di milioni di americani”. Una decisione “coraggiosa” e “corretta.
È una storica vittoria per la costituzione e la società”, sostiene il leader dei repubblicani in Senato, Mitch McConnell. “Plaudo a questa storica sentenza che salva vite umane”, twitta il leader dei repubblicani alla Camera, Kevin McCarthy.
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