Mai così incerte le primarie di questo super martedì di Midterm. Donald Trump mostra i muscoli sal partito repubblicano, e le sue “benedizioni” stanno creando seri grattacapi al Gop, che alle elezioni dell’8 novembre si presenterà nella sfida contro i democratici con candidati dell’estrema destra o dei QAnon. È una dinamica unica in queste primarie repubblicane: Trump è una forza così divisiva nel GOP che quando il candidato da lui approvato non riesce a superare quello più legato al partito, un terzo concorrente può decidere il successo elettorale portando via voti ad entrambi.
È successo in Pennsylvania, con Doug Mastriano, ex colonnello dell’Esercito, senatore statale con stretti contatti con i seguaci dei QAnon, che ha sbaragliato altri quattro compagni di partito molto più moderati. Mastriano ha preso parte al rally del 6 gennaio 2021 ed è un convinto sostenitore delle bugie di Trump sulle elezioni truccate.
“Abbiamo fatto la storia e possiamo scrivere la storia”: i democratici sono degli “estremisti. La nostra visione per la Pennsylvania è una di libertà. Non si possono più comprare le elezioni come hanno fatto con il Covid”, afferma Mastriano dal palco per celebrare la vittoria davanti ai suoi sostenitori.

A novembre gli elettori della Pensylvania dovranno decidere se vorranno un governatore dalle tinte così forti, o uno come il democratico Josh Shapiro, già Attorney General dello Stato, che dopo le elezioni presidenziali del 2020 è stato una forza democratica nel respingere gli assalti dell’ex presidente. E sempre in Pennsylvania il democratico John Fetterman ha battuto facilmente il rivale Conor Lamb aggiudicandosi le primarie del partito per il seggio al Senato lasciato da Pat Toomey.
“Siamo uniti su John, che è un candidato forte e può vincere in novembre”, ha commentato a caldo Joe Biden cercando di smorzare le polemiche che lo stesso presidente aveva contribuito ad alimentare paragonando Lamb a suo figlio Beau.
Per il candidato repubblicano, invece, la frattura creata da Trump all’interno del partito non ha permesso una vittoria decisiva. Il Dr. Oz, il medico showman televisivo, che ha ricevuto l’endorsment da parte dell’ex presidente, è in testa per una manciata di voti su David McCormick, dirigente di hedge fund in pensione. I due sono coinvolti in una battaglia testa a testa alle primarie del Senato repubblicano che potrebbe richiedere giorni per risolversi. Bisognerà attendere lo spoglio delle schede inviate per posta, ma intanto Donald Trump ha già dichiarato che le elezioni sono falsate e che le ha vinte il Dr. Oz.
In North Carolina perde il candidato scelto da Donald Trump, Madison Cawthorne, travolto da una serie di scandali. Il giovanissimo congressman, sulla sedia a rotelle da quando aveva 18 anni a causa di un incidente automobilistico che gli ha quasi tolto la vita, ha ammesso la sua sconfitta e si è congratulato con Chuck Edwards.

Sempre in North Carolina l’ha spuntata un altro candidato di Trump, Bo Hines, ex giocatore di football universitario che è riuscito a battere un nutrito gruppo di rivali: sarà lui il candidato del partito repubblicano per un seggio alla Camera dei Rappresentanti. Per il seggio al Senato, l’ha spuntata l’ex congressman Ted Budd, anche lui appoggiato da Trump. A Novembre sfiderà l’ex giudice capo della Corte Suprema dello stato, la democratica Cheri Beasley, che ha ottenuto la nomina del partito e potrebbe diventare la prima senatrice nera dello stato.
In Kentucky il senatore in carica Rand Paul si è aggiudicato facilmente la candidatura per la sua riconferma. A novembre sfiderà il democratico Charles Booker nei confronti del quale Paul ha già iniziato la sua battaglia. In un videomessaggio ai suoi elettori Paul spiega di essere a Washington per “combattere i socialisti e i tiranni meschini. Il Kentucky e gli americani meritano di più che le spese, il debito e l’inflazione che Biden, Pelosi e Schumer stanno dando loro”.

In Idaho il governatore in carica Brad Little ha respinto il tentativo per spodestarlo lanciato dal suo stesso luogotenente governatore, Janice McGeachin, che è stata eletta vicegovernatore separatamente da Little. In questo Stato l’elezione del governatore e del vice sono separate. Janice McGeachin fa parte di un gruppo di politici locali di estrema destra legati alle milizie suprematiste che avevano cercato di prendere il controllo del governo statale ed è stata approvata da Trump.
La McGeachin aveva fatto notizia quando lo scorso anno, approfittando dell’assenza del governatore, aveva emesso una serie di ordini esecutivi relativi al coronavirus che escludevano i mandati di mascherine e vaccini.
In Oregon i risultati elettorali sono ritardati a causa di una serie di malfunzionamenti delle macchine elettorali. Quella di ieri è stata la prima elezione importante da quando una legge statale approvata nel 2021 ha modificato il conteggio delle schede con codici a barre.
L’Associated Press ha dichiarato Tina Kotek vincitrice della corsa democratica per il ruolo di governatore con il 56% dei voti. In campo repubblicano la lotta è più serrata con il 5% voti che separano Christine Drazan (23%) e Bob Tiernan (18%). Nella battaglia per il Senato, il democratico in carica Ron Wyden ha ottenuto il 90% dei voti. Incertezza invece tra i due candidati repubblicani: Jo Rae Perkins (32%) davanti a Darrin Harbick (30%). In questo Stato sono in palio anche la candidatura per sei seggi alla Camera.
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