Il Congresso statunitense ha dato il via libera ai disegni di legge che privano la Russia dello status commerciale di “nazione più favorita” e vietano le importazioni di petrolio russo negli Usa, spianando la strada a dazi commerciali contro Mosca e ufficializzando il ban all’import di energia russa annunciato qualche settimana fa da Biden in risposta all’aggressione dell’Ucraina.
Giovedì il Senato di Capitol Hill ha votato all’unanimità (100-0) per rimuovere la qualifica di “relazioni commerciali normali permanenti” (Permanent Normal Trade Relations) tanto alla Russia quanto alla Bielorussia, mentre poco dopo, con la stessa unanimità, ha approvato le contromisure Oil&Gas all’invasione militare russa dell’Ucraina.
Poco dopo è stata la volta della Camera dei rappresentanti, che ha solertemente approvato entrambe le misure con supermaggioranze di 420-3 (commercio) e 413-9 (ban petrolifero). Entrambi i disegni di legge sono ora sulla scrivania del presidente Joe Biden, che ha già fatto sapere attraverso la sua portavoce Jen Psaki che firmerà le due leggi al più presto.
“La Russia di Putin non merita di far parte dell’ordine economico che esiste dalla fine della seconda guerra mondiale”, ha dichiarato il senatore Ron Wyden (Oregon), presidente della Commissione Finanze del Senato, come riportato da Reuters.
La legge statunitense richiede l’approvazione di entrambe le camere per modificare lo status commerciale dei competitors di Washington. Spogliare Mosca e Minsk della qualifica di “nazione più favorita” significa in concreto poter trattare i due Paesi in maniera più svantaggiosa rispetto al resto dei partners commerciali, ad esempio introducendo dazi e tariffe anche di grande entità.