I dubbi sull’ingente finanziamento approvato al Congresso nei mesi scorsi per rammodernare le infrastrutture sono stati sciolti questa mattina quando a Pittsburgh un ponte è crollato poche ore prima di una visita da tempo programmata dal presidente Joe Biden per discutere proprio del riammodernamento delle infrastrutture. Quattro veicoli erano sul ponte al momento del crollo e dieci persone sono rimaste ferite.
“Non mi rendevo conto che ci sono letteralmente più ponti a Pittsburgh che in qualsiasi altra città del mondo”, ha detto Biden, aggiungendo: “Li aggiusteremo tutti. Ce ne sono altri 43.000 a livello nazionale”, ha detto, Biden riferendosi al numero di ponti in cattive condizioni in tutto il paese. “E stiamo inviando i soldi”.
Le azioni della Casa Bianca tuttavia non riescono a conquistare il favore della popolazione: nell’ultimo sondaggio condotto da FiveThrithyEight solo 42 americani su 100 danno la sufficienza al presidente. Poco importa che l’economia sia cresciuta a livelli record. L’inflazione e l’isolamento sociale dovuto al covid deprimono l’elettorato e poi le riforme promesse non si fanno.
Nella caduta della sua popolarità gli analisti hanno individuato un gruppo finora sempre fedele al presidente che gli sta voltando le spalle: le donne afroamericane. Secondo VoteCast il 93% delle afroamericane ha votato per lui, dandogli più preferenze che non quelle espresse quattro anni prima ad Hillary Clinton. Troppe promesse fatte, troppe promesse non mantenute. E non è solo Stacy Abrams, l’attivista politica della Georgia che con la sua caparbietà e con la sua macchina elettorale è riuscita a portare due democratici al Senato ad averlo abbandonato. L’affossamento da parte dei due senatori democratici Joe Manchin e Kyrsten Sinema della nuova legge elettorale è stata l’ultima promessa non mantenuta che ha avvilito l’elettorato afroamericano. Ma non solo. Biden continua a perdere consensi anche perché le sue proposte restano paralizzate da due senatori del suo stesso partito senza essere in grado di farli rientrare nei ranghi.
Ora il presidente alla ricerca di riallacciare il rapporto rilancia la promessa fatta durante la campagna elettorale per avere un magistrato donna alla massima assiste giudiziaria degli Stati Uniti. Così appena il giudice della Corte Suprema Stephen Breyer nei giorni scorsi aveva annunciato le sue dimissioni a Washington è cominciato il toto candidati sulla sostituta. Secondo l’Associated Press tre sarebbero le candidate prese in considerazione: il magistrato federale Ketanji Brown Jackson, il magistrato federale J. Michelle Childs e il giudice Leondra Kruger della Corte Suprema statale della California.
Il leader repubblicano dell’opposizione, Mitch MacConnell ripete che non deve essere una estremista, ma i repubblicani questa volta sono fuori dai giochi, semprechè i senatori democratici dissenzienti non abbiano un’altra crisi di coscienza e si alleino nuovamente con i repubblicani.
Alla Camera la Commissione d’Inchiesta che indaga sull’attacco del 6 gennaio al Campidoglio ha emesso 14 ingiunzioni per comparire davanti agli inquirenti a persone che facevano parte delle liste fasulle di Grandi Elettori mandate ai National Archives nel tentativo di creare una falsa narrativa sui brogli elettorali per cercare di ribaltare i risultati. Le citazioni prendono di mira le persone che hanno incontrato e presentato certificati dei college elettorali falsi in sette stati vinti dal presidente Biden: Arizona, Georgia, Michigan, New Mexico, Nevada, Pennsylvania e Wisconsin.
“Vogliamo sapere chi ha suggerito di creare questi documenti falsi, il motivo per capire la strategia che si voleva perseguire” ha detto il congressman Bennie Thompson, presidente della Commissione. “Riteniamo che le persone alle quali abbiamo mandato l’ingiunzione per comparire davanti alla Commissione abbiano informazioni sui preparativi per nominare i falsi elettori supplenti e soprattutto per scoprire chi c’era dietro questo piano”. I falsi grandi elettori si sono riuniti il 14, dicembre 2020, in sette stati in cui Trump ha perso presentando liste fasulle di voti del collegio elettorale in cui avevano cambiato l’esito elettorale. Hanno quindi inviato al Congresso i certificati falsi del Collegio elettorale, in modo che i parlamentari alleati di Trump potessero giustificare il ritardo della certificazione o a dirottare il blocco del conteggio formale dei voti elettorali per confermare i risultati delle elezioni durante la sessione congiunta del 6 gennaio 2021 del Congresso.

Le 14 persone citate in giudizio venerdì erano: Nancy Cottle e Loraine B. Pellegrino dell’Arizona; David Shafer e Shawn Still della Georgia; Kathy Berden e Mayra Rodriguez del Michigan; Jewll Powdrell e Deborah W. Maestas del New Mexico; Michael J. McDonald e James DeGraffenreid del Nevada; Bill Bachenberg e Lisa Patton della Pennsylvania; e Andrew Hitt e Kelly Ruh del Wisconsin.
Le citazioni ordinano ai testimoni, che affermavano tutti di essere un presidente o un segretario delle false liste elettorali, di consegnare i documenti e di presentarsi per le deposizioni a febbraio. Oltre alla Commissione le indagini sono anche eseguite dagli agenti federali dopo che il Dipartimento della Giustizia ha detto che è stata aperta una inchiesta sulla vicenda. Per ora il fondatore della milizia di estrema destra degli Oath Keepers e nove associati saranno i primi ad affrontare un processo per accuse di cospirazione sediziosa legate all’insurrezione al Campidoglio degli Stati Uniti. Le accuse sono significative perché sostengono che il 6 gennaio l’attacco è andato oltre la condotta disordinata costituendo invece un tentativo organizzato e violento di fermare il trasferimento democratico del potere. Ma poiché le accuse di sedizione sono così raramente processate, non ci sono molti precedenti su come procedono tali processi. La cospirazione sediziosa è un reato federale che riguarda i tentativi di rovesciare il governo, di fargli guerra o di impedire, ostacolare o ritardare l’esecuzione di qualsiasi legge.