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January 20, 2022
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Il Senato boccia la riforma elettorale: Manchin e Sinema votano con i repubblicani

Anche la modifica della regola per il filibuster è stata affossata a causa dei senatori democratici. Kamala Harris: "La storia registrerà questo voto"

Massimo JausbyMassimo Jaus
Il Senato boccia la riforma elettorale: Manchin e Sinema votano con i repubblicani

Joe Manchin e Kyrsten Sinema - Twitter

Time: 3 mins read

Al Senato ieri sera il tentativo del Partito Democratico di far avanzare la riforma elettorale è fallito a causa del filibuster repubblicano. Anche il tentativo di cambiare le regole del Senato per modificare la regola del filibuster, per la quale c’era bisogno di 50 voti, ha fatto la stessa fine, dopo che i senatori democratici Joe Manchin del West Virginia e Kyrsten Sinema dell’Arizona hanno votato insieme ai repubblicani.

La tensione nell’aula del Senato è alta. La giornata politica è stata molto lunga e il voto per modificare le regole del filibuster si è protratto fino a notte fonda. Il Freedom to Vote Act e il John Lewis Voting Rights Advancement Act, già approvati dalla Camera, non sono passati a causa dei 49 voti favorevoli e dei 51 contrari, laddove occorreva una maggioranza qualificata di 60 voti. Dopo la bocciatura, il leader della maggioranza democratica al Senato, Chuck Schumer, con un’arcana magìa procedurale, ha cambiato il suo voto in modo da permettergli di poter riproporre in futuro la proposta di legge. 

Respinta la riforma elettorale, la vicepresidente Kamala Harris ha dichiarato: “La storia registrerà e guarderà sicuramente le votazioni che si stanno svolgendo. Si tratta della libertà fondamentale di scegliere a favore di un accesso illimitato al voto”. Harris, che è la presidente del Senato, è arrivata nell’aula del Campidoglio per supervisionare il voto.  

Kamala Harris – Ansa

Manchin, prima del suffragio, ha detto ai suoi colleghi che invocare il cambiamento delle regole per modificare il filibuster, la cosiddetta opzione nucleare, aggraverebbe la già pesante divisione politica. “Non posso sostenere un percorso così pericoloso per questa nazione quando i leaders eletti vengono inviati a Washington per unire il nostro Paese, non per dividerlo”, ha detto. “Mettere da parte la politica e il partito è ciò che dovremmo fare. È ora che ci impegniamo a lavorare duramente per forgiare i difficili compromessi che possono resistere alla prova del tempo”. 

Manchin ha pronunciato il suo discorso accanto a un poster che recitava “Il Senato degli Stati Uniti non è mai stato in grado di porre fine al dibattito con una maggioranza semplice”, e ha richiamato le affermazioni dei suoi colleghi democratici secondo cui eliminare l’ostruzionismo ripristinerebbe la visione che i padri fondatori intendevano per il Senato. “Consentire a un partito di esercitare il controllo completo al Senato – ha detto Manchin – con solo una maggioranza semplice, non farà che versare benzina sul fuoco politico e questo è ciò che sta facendo a pezzi questa nazione”.

Il Freedom to Vote: John R. Lewis Act, include alcuni cambiamenti per le elezioni, tra cui rendere il giorno del voto una festa nazionale in modo che tutti possano partecipare, richiedere l’accesso al voto anticipato e alle schede elettorali per corrispondenza – due modalità estremamente popolari durante la pandemia di COVID-19. Il pacchetto è stato accoppiato al John R. Lewis Voting Advancement Act, che richiede la tutela del voto con una serie di norme che sono state revocate dalla Corte Suprema, inclusa la supervisione federale sulla correttezza dei conteggi elettorali. Diversi senatori repubblicani si sono riuniti in aula per ascoltare il discorso di Manchin, tra cui il leader della minoranza al Senato Mitch McConnell e il whip della minoranza John Thune.

Mitch McConnell – ANSA/KEVIN DIETSCH / POOL

La modifica delle regole del Senato proposta dai democratici implementerebbe un “ostruzionismo verbale” solo per la legislazione sui diritti di voto. In base a questo piano, il passaggio finale richiederebbe una maggioranza di 51 voti della maggioranza semplice anziché i soliti 60 della maggioranza qualificata. 

I democratici del Senato hanno portato avanti la proposta di legge elettorale poiché alcune legislature statali, controllate dai repubblicani, hanno approvato e preso in considerazione modifiche alle leggi elettorali che limitano il voto. Schumer ha proposto la riforma elettorale, sostenuta da tutti i 50 democratici del Senato, ribattendo veementemente alle argomentazioni di Sinema e Manchin, secondo cui l’ostruzionismo del filibuster è usato per promuovere il bipartitismo. I due senatori democratici dissidenti sono rimasti fermi nella loro difesa dell’ostruzionismo, nonostante l’intensa pressione dei legislatori democratici e dei gruppi di attivisti. “List of EMILY”, un gruppo che sostiene le donne politiche che difendono i diritti dell’aborto, ha affermato che non appoggerà Sinema alle future elezioni se la senatrice si rifiuterà di sostenere la modifica delle regole del filibuster per approvare la riforma elettorale. 

Chuck Schumer – Twitter

La legislazione sui diritti di voto include un’ampia gamma di proposte per ampliare l’accesso al voto e ripristinare una disposizione fondamentale del Voting Rights Act, che richiedeva agli Stati del Sud, con una radicata storia di discriminazione razziale nel voto, di ottenere l’approvazione dal Dipartimento di Giustizia prima di modificare le loro politiche elettorali. Questa sezione della legge è stata cancellata dalla Corte Suprema nel 2013. 

Un sondaggio di CBS News pubblicato ieri ha mostrato che il 68% dei democratici ritiene che sia “molto” importante approvare la legislazione sui diritti di voto. Il sondaggio ha anche mostrato che la maggioranza dei democratici ritiene che il filibuster dovrebbe finire, mentre il 65% dei repubblicani sostiene che l’ostruzionismo dovrebbe essere mantenuto.

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Massimo Jaus

Massimo Jaus

Massimo Jaus, romano e tifoso giallorosso. Negli Stati Uniti dal 1972. Giornalista professionista dal 1974. Vicedirettore del quotidiano America Oggi dal 1989 al 2014. Direttore di Radio ICN dal 2008 al 2014. È stato corrispondente da New York del Mattino di Napoli e dell’agenzia Aga. Sposato, 4 figli. Studia antropologia della musica alla Adelphi University. Massimo Jaus. Originally from Rome and a Giallorossi fan. In the United State since 1972. A professional journalist since 1974. Deputy Editor of the daily paper America Oggi from 1989 to 2014. Has been New York correspondent for Naples' "il Mattino" and for Agenzia Aga. Married, 4 children. Studies Anthropology of Music at Adelphi University.

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