Non è un momento facile quello che sa attraversando Joe Biden. Dopo il fiasco del mal gestito ritiro da Kabul i sondaggi vedono la sua popolarità in forte diminuzione. Ma non è solo l’Afghanistan a mettere in difficoltà il capo della Casa Bianca. Al Congresso lo scontro tra le due anime dem, quella progressista e quella conservatrice, potrebbe compromettere la sua agenda per la ripresa economica, la lotta all’inquinamento e quelle trasformazioni sociali promesse durante la campagna elettorale. Ma non solo.
In Texas al confine con il Messico durante il fine settimana 15 mila haitiani si sono accampati sotto una autostrada sopraelevata che a Del Rio collega i due Paesi. Un gesto di gente disperata che drammaticamente riapre il contorto meccanismo dell’immigrazione negli Stati Uniti che sia i democratici che i repubblicani considerano inadeguato, ma che nessuno vuole cambiare e che da munizioni all’ala più intransigente del Gop sulla necessità della costruzione del Muro con il Messico.
Il problema più scottante per la Casa Bianca è quello che Camera e Senato dovranno trovare l’accordo per approvare l’aumento del tetto al debito federale chiesto dal ministro del Tesoro Janet Yellen, senza il quale non sarà possibile emettere titoli pubblici e finanziare i piani di Biden. I repubblicani si oppongono e non tutti i democratici al Senato, Joe Manchin e Kyrsten Sinema, sono con la maggioranza: vogliono eliminare i finanziamenti per la parte sociale, la scuola, la salute, gli asili nido. Per i due senatori 3 mila e 500 miliardi di dollari sono troppi nonostante l’avvertimento di Janet Yellen: o si alza il tetto al debito federale oppure si rischia una prima, parziale, insolvenza del bilancio federale.
Ed Oggi il leader della maggioranza al Senato Chuck Schumer e la speaker della Camera Nancy Pelosi hanno dato l’ultimatum ai repubblicani: l’aumento del debito federale e il piano di rilancio per l’economia sono strettamente legati e per questo hanno preparato un decreto legislativo in cui la sospensione del limite di spesa è strettamente legato al piano di rilancio voluto da Biden. In pratica non votando il piano per le infrastrutture non si vota neanche il piano per eliminare la chiusura delle attività federali. Ora sta ai repubblicani decidere se continuare nella linea “dura” o cercare di trovare una soluzione.
Già nel corso del fine settimana il leader repubblicano della minoranza al Senato Mitch McConnell aveva detto che il tetto di spesa non sarebbe stato alzato. Questo perché anche se l’economia cresce (a fine anno è stimata una crescita del 6,6%) la pandemia e i piani di aiuti finora varati hanno già gonfiato enormemente il deficit federale. L’alternativa è aumentare le tasse per reperire i fondi. Ma di questo i repubblicani non vogliono sentir parlare. E neanche tutti i democratici. Ma non solo. Il pacchetto di Biden per le infrastrutture da 1.200 miliardi, poggia su un delicato compromesso tra democratici e repubblicani che però deve ancora essere votato dalla Camera il 27 di questo mese (un mese fa è arrivato l’ok del Senato). E alla Camera dei Rappresentanti, all’interno del partito Democratico c’è maretta. Nancy Pelosi è alla ricerca di un equilibrio che accontenti sia i progressisti che i conservatori del partito, ma al Senato i senatori democratici Joe Manchin e Kyrsten Sinema sono monolitici: o si riducono i piani di spesa per gli investimenti sociali o loro non votano, il che dato il risicatissimo margine della maggioranza democratica al Senato significherebbe affossare il piano della Casa Bianca.
Dura anche la posizione dei dem progressisti alla Camera: o si mantengono i finanziamenti per gli aiuti sociali o loro si asterranno dal voto. Non solo. L’area più a sinistra dei democratici vuole che la riforma della legge sull’immigrazione venga inclusa nella legge finanziaria che viene votata a maggioranza semplice al Senato evitando il filibustering dell’opposizione. Neanche in casa repubblicana si dormono sonni tranquilli. L’ex presidente Donald Trump ha lanciato un nuovo anatema contro Mitch McConnell e ha detto che farà di tutto per fargli perdere la leadership del partito al Senato.
In queste schermaglie politiche la Casa Bianca è alle prese con un’emergenza alla frontiera con il Messico. Migliaia di haitiani vorrebbero entrare negli Stati Uniti e si sono accampati sotto un lungo cavalcavia di un’autostrada a Del Rio, un paese di confine del Texas lungo il rio Grande. In questa cittadina è volato il segretario alla Home Land Alejandro Mayorkas per rassicurare il govenatore del Texas Greg Abbott che vuole l’intervento federale per bloccare gli haitiani. Molti giornali hanno pubblicato le fotografie dei Texas Rangers che a cavallo danno la caccia agli haitiani lungo la riva del fiume. “Immagini orripilanti” ha detto la portavoce della Casa Bianca Jen Psaki.
Per ora è stato aperto un campo di accoglienza provvisorio con l’intesa che una volta che gli haitiani vengono visitati dal personale medico e si stabilisce che non sono stati colpiti dal coronavirus verranno rimpatriati ad Haiti. “Siamo nel mezzo di una pandemia e per ora usiamo le direttive del Center for Disease Control and Prevention” ha detto Mayorkas. Il governatore Greg Abbott che è un fedelissimo di Donald Trump ha scritto a Biden che accettare in un campo provvisorio di accoglienza gli haitiani mette a repentaglio la salute degli agenti di confine “e per questo – ha detto un portavoce del governatore – l’unica soluzione per bloccare l’ingresso dei clandestini è la costruzione del Muro” cercando di far ripartire la crociata dell’ex presidente.

Questa mattina Donald Trump ha avuto la spiacevole notizia che la procura distrettuale di Manhattan sta intensificando le indagini sulla sua Trump Organization. Secondo il Washington Post altri rinvii a giudizio sarebbero imminenti. Ieri gli avvocati di Allen Weisselberg, il CFO della società, hanno detto che si aspettano altre incriminazioni dopo che gli investigatori della procura distrettuale hanno esaminato i documenti conservati nella cantina della casa dell’ex nuora di Weisselberg. Questa mattina Weisselberg è comparso in tribunale con il suo avvocato difensore Bryan Scalatos. E’ stata una udienza procedurale, la prima dal 1 luglio quando è stato incriminato. Il magistrato Juan Manuel Merchan ha fissato il termine per la presentazione delle comparse di accusa e di difesa per la prossima primavera e un’altra udienza per decidere se secondo lui ci sono sufficienti prove per il processo si terrà il 22 luglio 2022.
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