Quella di Draghi è una conferenza stampa diversa.
Diversa perché a tenerla non è un politico e più passano i giorni, più questo si nota. Non solo dal modo in cui parla, evitando quel linguaggio fastidioso e abile nel rispondere alle domande senza dare risposta alcuna, ma anche per le parole che utilizza. Non c’è supponenza o ostentazione. Se una cosa non la sa, semplicemente non la dice, oppure si affida a chi, per studi e competenza, può avere le idee più chiare.
Da un’ora di botta e risposta con i giornalisti presenti si è capito che, dopo Pasqua, la scuola riaprirà fino alla prima media, anche in zona rossa. Questo perché, ha detto Draghi, “è un punto di contagio limitato”. Si è parlato poi di vaccini. Il Premier ha fatto sapere che non ci saranno limitazioni per l’esportazioni in Regno Unito, a differenza di quanto si era ipotizzato nei giorni scorsi dopo la scoperta delle 29 milioni di dosi di Astrazeneca ad Anagni e che l’Europa ha modificato il criterio per le limitazioni all’esportazione “introducendo le parole proporzionalità e reciprocità”.

La strada per vincere è prodursi il vaccino da soli. Draghi ne è consapevole e l’ha detto anche al Consiglio Europeo, annunciando che siano già sul tavolo quattro accordi per la fabbricazione delle fiale, “il primo dei quali è con Pfizer-Biontech e di sperimentazioni”. Ancora nessuna novità sul fronte dello Sputnik, invocato da Matteo Salvini ma non dell’Ema, l’agenzia europea per i medicinali, alla quale “non è stata ancora presentata formale domanda”. Per iniziare ad avere il vaccino russo negli ospedali italiani, bisognerà attendere. Sicuramente non meno di tre o quattro mesi.
Draghi si espone poi sulla delicatissima questione degli operatori sanitari che hanno deciso di rinunciare al vaccino. “Il Governo intende intervenire – ha detto – e non va assolutamente bene che operatori non coperti siano a contatto con i malati”. Per loro, la ministra della giustizia Marta Cartabia sta preparando dei provvedimenti specifici e l’idea del governo è di prevedere l’obbligo soltanto per i medici e il personale che opera in corsia, entrando in contatto diretto con i pazienti.

Il Presidente, in tutto ciò, ha fatto sapere che si vaccinerà con Astrazeneca, nel tentativo di risanare il calo di fiducia avuto nei confronti dell’azienda anglo-svedese nelle scorse settimane. Infine, è arrivato l’annuncio dedicato ai cambiamenti di colore delle regione. Fino al 30 aprile, nessuno sarà in zona gialla, ma lo stivale si tingerà indistintamente di arancione e rosso. Una misura che farà discutere e che solleverà l’ennesima protesta di alcune categorie di lavoratori lasciati ancora una volta al loro destino.