È passato quasi un mese da quando i manifestanti si erano riuniti su Biscayne Boulevard a Downtown Miami, mentre il Presidente Trump trasmetteva un evento televisivo al Pérez Art Museum. I suoi sostenitori da un latro, mentre quelli di Biden dall’altro, separati da una fila di polizia, cantavano e si insultavano, in un’atmosfera decisamente tesa.
Sabato scorso, lungo lo stesso viale, i sostenitori di Biden festeggiavano la sua vittoria alle elezioni presidenziali, dopo che varie stazioni mediatiche lo avevano proiettato come vincitore in Pennsylvania, attribuendogli il numero decisivo di 270 voti elettorali. Raggruppati davanti al Kislak Center, facevano un gran baccano suonando corni, sbattendo pentole e ballando musica latina. Molte delle macchine di passaggio suonavano il clacson o “mandavano su i giri del motore” in segno di approvazione.
La presenza latina era notevole in questo gruppo, con tante bandiere venezuelane e cubane, sventolate insieme a quelle americane e della campagna Biden/Harris. La contea Miami-Dade era un nucleo di sostegno per Biden in Florida, e vedendo l’appoggio che aveva in questa zona, ci si potrebbe dimenticare che in realtà ha perso questo stato, e che la campagna di Trump ha fatto netti progressi con la comunità Latina, qui ed altrove.

“[Trump] ha vinto [il voto latino] con la disinformazione” dice Marco Frieri, attivista politico di Miami. Marco è di origine colombiana, ma risiede a Miami da dieci anni, è Vice Presidente di Downtown Democrats e capo di Colombians With Biden. “C’è un messaggio che è venuto dall’America Latina, il famoso ‘castrochavismo’, cioè: chiunque sia liberale, di centro-sinistra, sostiene il comunismo o socialismo”. La trasmissione di questo messaggio era chiara al raduno di Mike Pence davanti al Memorial cubano qualche settimana fa. Quasi tutti gli oratori raccontavano storie del Venezuela socialista o della Cuba comunista, legando le loro difficoltà ai presunti piani di Biden e Harris. Marco è rimasto deluso di quanto sia stata efficace questa narrativa: “È una bugia. Il partito Democratico non è socialista in quel senso. Noi ci battiamo per i bisogni della classe operaia e per gli immigrati, con una politica che sta a loro favore”.
Questa narrativa è stata diffusa con successo al di là degli eventi dal vivo. “Noi Latini, usiamo molto WhatsApp – per coordinare partite di calcio, eventi di famiglia, qualunque cosa”, ha detto Chris, originario del Venezuela. “Hanno penetrato questi gruppi e hanno iniziato a spargere propaganda, e così tutti condividevano questi “memes”. Penso che la campagna di Biden non si sia accorta di questo, perché è una cosa tipicamente latina”.
Il potere di WhatsApp si è già visto nelle elezioni presidenziali del Brasile, dove Bolsonaro lo usava come strumento efficace per la comunicazione politica durante la sua campagna ben riuscita. Chris ha notato anche che quello che ciò sottolineava il presunto pericolo della candidata a Vice Presidente, dicevano: “Biden è un idiota, non sarà lui a governare, ma Kamala – questa tipa che non conoscete, ha un nome strano – ed è lei la ‘comunista’. Se io sono cubano e non parlo inglese, tutti intorno a me sono vittime di questa propaganda… Certo, puoi dare la colpa a me per essere disinformato, ma io non la vedo così. Capisco cos’è accaduto a questo riguardo”.

Il fallimento della messaggistica della campagna Biden mette in questione come procedere andando avanti in altre elezioni. “Le campagne politiche hanno bisogno di una narrativa: ecco l’eroe e il “cattivo”, ha detto Tomás Kennedy, direttore regionale di United We Dream PAC, un’organizzazione politica che ha dato appoggio a Biden ed altri candidati per uffici minori, incluso la nuova sindaca di Miami, Daniella Levine Cava. Tomás vede potenziale nella strategia usata dal Presidente Obama per essere stato rieletto: “la campagna del 2012 è riuscita a fare di Mitt Romney un ‘cattivo’ per la classe operaia […] puntando su questa frase di Romney “Le corporazioni sono delle persone che comprano aziende solo per liquidarle per un profitto […] allora dobbiamo tornare a quelle narrative, e creare un messaggio che risponda chiaramente al perché il corporativismo danneggia la classe operaia, la gente normale”.

La persone al raduno esprimevano un sollievo per il successo di Biden. Ralph, un sostenitore che ho incontrato alle urne qualche settimana fa a Miami Lakes, era venuto fin lì per festeggiare. Ha ribadito quanto era importante per lui la vittoria di Biden, quanto si sentiva rassicurato per suo marito e i loro figli, anche per la salute di fronte alla crisi del coronavirus. Lo sposo era li con lui, tutti e due vestiti da supereroi.
“Ho usufruito di DACA” diceva Julia, una residente di Miami, originaria del Guatemala. DACA è un programma per gli immigrati non-documentati messo in atto da Obama. “Avere Trump come presidente è stata l’esperienza più spaventosa della mia vita. La mia vita è cambiata completamente grazie a DACA. Sono potuta andare all’università, prendere la patente, e cominciare un lavoro a tempo pieno. Sono molto emozionata a sentire che il mio futuro è di nuovo sicuro”.
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