Sono ore bollenti per gli uffici diplomatici del Vaticano. Papa Francesco ha detto “no” all’incontro di martedì 29 settembre con il Segretario di Stato degli Stati Uniti Mike Pompeo in visita a Roma.
La scorsa settimana, alla vigilia della visita, Mike Pompeo aveva tuonato con un tweet contro l’accordo tra Cina e Vaticano sulla nomina dei vescovi cattolici cinesi. “Due anni fa, la Santa Sede ha raggiunto un accordo con il Partito comunista cinese, sperando di aiutare i cattolici cinesi. Ma l’abuso del Pcc sui fedeli è solo peggiorato”. Per Mike Pompeo, se la Santa Sede rinnoverà l’accordo, è a rischio la sua autorità morale.
Martedì, dunque, Pompeo avrebbe cercato di convincere la Chiesa a stracciare l’accordo, ma la Santa Sede sembra essere disponibile verso la Cina.
“La Chiesa dovrebbe sostenere Hong Kong”, scriveva Pompeo in una serie di tweet, “i cattolici sono fra le voci più forti a Hong Kong per i diritti umani, inclusi Martin Lee e Jimmy Lai. Pechino li ha arrestati, li ha spiati per il ‘reato’ di promuovere la libertà”. Su “First Things“, rivista religiosa e conservatrice americana, il Segretario di Stato USA aveva già spiegato il motivo per cui la Santa Sede avrebbe dovuto rinunciarvi: “se il Partito comunista cinese riuscirà ad assoggettare la Chiesa Cattolica e le comunità di altre religioni, i regimi che disdegnano i diritti umani saranno rafforzati”.
La Santa Sede, invece, rivendica la storicità dei risultati raggiunti mediante l’accordo biennale.

Non è ancora chiaro il motivo del perché Bergoglio abbia detto “no”. Il Vaticano ha fatto sapere che Papa Francesco non usa esporsi a ridosso di elezioni per non correre il rischio di strumentalizzare gli incontri. Il voto cattolico è uno dei dati demografici cruciali nelle elezioni americane. Ci sono cattolici che vivono nel Wisconsin, Michigan, Iowa, Pennsylvania, stati oscillanti, dunque, che potrebbero benissimo decidere le elezioni statunitensi. Ma, considerate le ultime vicende, la cancellazione dell’udienza potrebbe anche essere dovuta a posizioni geopolitiche opposte. Forse Jorge M. Bergoglio non voleva essere associato alla linea dura di Pompeo?
Le relazioni diplomatiche tra la superpotenza americana e la massima autorità della Chiesa Cattolica potrebbero rivelarsi improvvisamente in crisi.
Intanto l’incontro con il cardinale Pietro Parolin non subirà alcuna modifica. Parolin è il Segretario di Stato artefice dell’accordo con la Cina. L’accordo “provvisorio” è scaduto pochi giorni fa, il 22 settembre e la Santa Sede si pronuncerà sul futuro dell’accordo il prossimo 3 ottobre a Milano, in occasione di un convegno organizzato dalla Diocesi di Milano e intitolato “Un’altra Cina. Tempo di crisi, tempo di cambiamento”.
Resta confermato anche il colloquio con il premier Giuseppe Conte e il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in cui verrà discusso il delicato dossier dei rapporti con Pechino.