La tensione tra Stati Uniti e Cina è alle stelle. Martedì è stato dato l’ordine di sgombrare il consolato cinese di Houston entro 72 ore, perché sospettato di “massicce operazioni di spionaggio” per Pechino. Alla notizia, i dipendenti del consolato hanno dato fuoco ai documenti.
Donald Trump, che accusa il Dragone di voler rubare le informazioni di ricerca sui vaccini americani, non esclude la chiusura di altre rappresentanze diplomatiche.
“La chiusura della sede diplomatica cinese è stata chiesta per proteggere la proprietà intellettuale americana e le informazioni private”, ha dichiarato il portavoce del Dipartimento di Stato americano Morgan Ortagus.

In un crescendo di attacchi contro Pechino, il presidente americano Donald Trump, dopo aver imposto sanzioni per gli abusi sulla minoranza musulmana degli uiguri, e aver firmato la legge che prevede sanzioni per tutti i dirigenti cinesi che violano l’autonomia di Hong Kong, sta valutando di vietare l’ingresso negli Usa a tutti i membri del Partito comunista cinese.
In questo quadro scricchiolante, in Europa si combatte la guerra fredda del 5G. L’Europa è al bivio sulle tecnologie cinesi e, come avevano fatto precedentemente gli USA, anche il Regno Unito ha detto no a Huawei.
A questo si aggiunge anche la scintilla su TikTok, l’app che spopola tra i giovani.
“Scaricate le app cinesi solo se volete che le vostre informazioni private finiscano nelle mani del Partito comunista cinese”, ha affermato il Segretario di Stato americano Mike Pompeo, che ha confermato l’ipotesi di bandire TikTok per motivi di sicurezza nazionale.
L’India ha già rimosso dagli app store 59 app cinesi, comprese TikTok e WeChat, dichiarando che le app “pregiudicano la sovranità e l’integrità e la difesa dell’India, la sicurezza dello stato e l’ordine pubblico”.
Anche l’Australia, che ha già bandito Huawei e il produttore di apparecchiature di telecomunicazione ZTE, sta valutando l’opzione di vietare TikTok; mentre gli Stati Uniti hanno intenzione di vietarla, a meno che non diventi una società americana.
Recentemente vi sarebbero stati anche colloqui con il governo britannico per spostare la sede di TikTok a Londra. Ma il quartier generale di TikTok nel Regno Unito è in dubbio a causa della pressione degli Stati Uniti.
TikTok dà lavoro a circa 1.000 persone in Europa, di cui la maggior parte risiedono nel Regno Unito e in Irlanda. Il Sunday Times ha riferito che la decisione di TikTok di costruire la propria sede nel Regno Unito ha il potenziale per creare fino a 3.000 posti di lavoro.

Come nasce e cresce TikTok
Recatosi nella Silicon Valley, l’imprenditore cinese, Zhang Yiming, notò la crescente influenza della Cina nel settore della tecnologia; la sua startup a Pechino stava iniziando a diventare interessante. Sul suo blog scrisse: “L’età d’oro delle compagnie tecnologiche cinesi sta arrivando”.
Pochi anni dopo, mentre la guerra commerciale dell’amministrazione Trump inasprisce i rapporti tra Cina e Stati Uniti, la compagnia del signor Zhang, ByteDance, spopola con numeri senza precedenti.
La sua app, TikTok, è stata scaricata miliardi di volte a livello globale, e milioni di giovani americani usano TikTok. Durante la pandemia, si è registrato un aumento di interesse, portando l’app a circa due miliardi di download in tutto il mondo, con circa 800 milioni di utenti attivi, secondo quanto riportato dalla BBC News.
Dall’inizio del 2019 l’app è regolarmente apparsa in cima alle classifiche di download.
Prima del divieto di New Delhi, era l’India il paese in cui TikTok era più scaricato. Al momento la Cina rimane il più grande mercato di TikTok; mentre gli Stati Uniti occupano il secondo posto.
ByteDance ha lanciato TikTok come versione estera della sua app video Douyin. Nel 2018, quando il signor Zhang decise di comprare Musical.ly (lanciata nel 2014), l’app guadagnò decine di milioni di utenti internazionali attivi negli Stati Uniti e in Europa.
L’app è gratuita ed è una versione abbreviata di YouTube. Gli utenti possono pubblicare video della durata massima di un minuto e scegliere da un enorme database di brani e filtri. Clip commedia e citazioni di film sono anche offerti agli utenti per la sincronizzazione labiale. Una volta che un utente ottiene più di 1.000 follower, può anche trasmettere in diretta i propri video e accettare regali digitali anche in denaro. Inoltre è anche disponibile la messaggistica privata tra gli utenti.
La Cina usa TikTok per spiare le persone?
TikTok raccoglie un’enorme quantità di dati dei suoi utenti, simile a quella che avviene con altri social network affamati come Facebook. Ma TikTok sarebbe accusata anche di spiare le persone per conto della Cina. Nonostante le accuse, TikTok ha ripetutamente insistito sul fatto che i dati vengano raccolti e archiviati al di fuori della Cina.
Non siamo “sotto il controllo” della Cina, ha affermato Theo Bertram, responsabile delle politiche pubbliche di TikTok per l’Europa, il Medio Oriente e l’Africa, ha aggiunto che rifiuterà qualsiasi richiesta da parte della Cina di consegnare i dati.
La convinzione è quella che, come con Huawei, il governo cinese obbligherebbe ByteDance, in base alle leggi locali, a consegnare dati su utenti stranieri. In effetti, la legge sulla sicurezza nazionale del 2017 in Cina obbliga qualsiasi organizzazione o cittadino a “sostenere, assistere e cooperare con il lavoro di intelligence dello Stato” in conformità con la legge. Rifiutare tale ordine, potrebbe anche avere conseguenze per l’azienda più ampia e la sua leadership.
La censura rappresenta un’altra preoccupazione. La Cina ha uno degli spazi Internet più limitati al mondo, poiché blocca parti del web per i suoi cittadini.
L’anno scorso, il The Guardian ha riferito che il personale e i sistemi automatizzati di TikTok avevano imposto regole di moderazione che censuravano il materiale ritenuto politicamente sensibile.
ByteDance ha dichiarato che queste linee sono state gradualmente eliminate, ma alcuni sostengono che la cultura della moderazione potrebbe ancora essere distorta a favore dello stato cinese.
L’Information Commissioner’s Office del Regno Unito, sta attualmente indagando sulle politiche della privacy dell’app.

5G e Huawei: la guerra che si gioca in Europa
Mentre la Gran Bretagna ha deciso di escludere la cinese Huawei dallo sviluppo del 5G, il resto d’Europa resta indecisa. I Paesi europei non vorrebbero rischiare le proprie relazioni commerciali con la Cina, e inoltre vorrebbero restare al margine del conflitto tra Usa e Cina.
Oliver Dowden, Segretario alla cultura del Regno Unito, ha annunciato che Huawei sarà espulso dalle reti telefoniche 5G della Gran Bretagna entro il 2027 e che non sarà possibile acquistare un nuovo kit Huawei 5G dopo il 31 dicembre di quest’anno. La Casa Bianca è soddisfatta della decisione presa. “Una decisione che riflette un consenso internazionale crescente e una consapevolezza del fatto che Huawei rappresenta una minaccia per la sicurezza nazionale visti i suoi legami col Partito Comunista Cinese“, ha detto Robert O’Brien, consigliere per la sicurezza nazionale di Donald Trump.
Mentre in Francia, Le Maire dopo attente valutazioni su eventuali restrizioni, ha annunciato: “Non impediremo a Huawei di investire in 5G ma proteggeremo i nostri interessi nazionali”.
La Germania sta invece selezionando solo le parti della tecnologia che ritiene sicure.
L’Italia starebbe valutando più fortemente l’esclusione di Huawei; Tim l’ha già fatto nelle gare di appalto relative al 5G, pur affermando che non si tratta di una scelta politica.

Ma qual’è la posta in gioco per l’Europa?
L’esclusione di Huawei e di Zte, leader mondiali nella nuova tecnologia mobile, potrebbe rallentare lo sviluppo delle reti di nuova generazione proprio in un momento in cui l’Europa ha bisogno invece di premere sull’acceleratore. Per la Cina e gli Stati Uniti, le prospettive di rilancio post covid-19 sono certamente migliori rispetto all’Europa.
Ma sull’altra faccia della medaglia ci sono valutazioni di affidabilità e preoccupazioni sulla sicurezza.
L’intelligence degli Stati Uniti ritiene che ci siano prove concrete che Huawei dia alla Cina la possibilità di avere una presenza forte e costante nelle infrastrutture critiche di ogni singolo Paese. L’attenzione non è più relativa al passaggio delle singole informazioni, ma come queste informazioni vengono gestite e nelle mani di chi arrivano.
Inoltre gli Usa, attraverso le forti sanzioni imposte a Huawei impediscono di fatto al colosso cinese di utilizzare brevetti e chip americani. Tali sanzioni indeboliscono Huawei. Il rischio quindi è che le sanzioni rendano meno affidabili e sicure le tecnologie di Huawei.
La partita è critica perché sono molti gli aspetti da considerare.
Se il bando si estendesse anche all’Europa, potrebbe impedire alla Cina di raggiungere le sue ambizioni, e sosterrebbe i concorrenti occidentali di Huawei; ma al tempo stesso danneggerebbe lo sviluppo dell’economia in Europa in un momento critico.
Inoltre lo scontro tecnologico danneggerebbe anche i rapporti commerciali Europa-Cina, con ulteriori perdite di ricavi per le aziende europee.
Gli USA accusano la Cina di rubare le informazioni sulla ricerca del vaccino
Ad aumentare le scintille tra USA e Cina è arrivato l’ennesimo attacco degli USA, che accusano gli hacker cinesi. Il The Washington Post riporta che gli hacker che collaborano con il governo cinese avrebbero preso di mira aziende che sviluppavano i vaccini per il coronavirus e di aver violato centinaia di aziende negli Stati Uniti e all’estero, compresi gli appaltatori della difesa, rubando informazioni in merito a programmi satellitari militari, reti wireless militari e sistemi di comunicazione, ha detto martedì il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti.

Gli hacker, identificati come Li Xiaoyu, 34 anni, e Dong Jiazhi, 33 anni, hanno rubato informazioni non solo per il loro profitto personale, ma anche per ricerche e tecnologie che sapevano sarebbero state utili per il governo cinese.
Li e Dong sono stati accusati di cospirazione per commettere frodi informatiche, cospirazione per commettere furti di segreti commerciali, frodi telefoniche, accesso non autorizzato a un computer e furto di identità.
“La Cina ha ora preso il suo posto, insieme a Russia, Iran e Corea del Nord, in quel club vergognoso di nazioni che offrono un rifugio sicuro per i criminali informatici”, ha detto John Demers, principale funzionario della sicurezza nazionale del Dipartimento di Giustizia, come riportato dal The Guardian.
Ma la campagna di hacking informatico di Li e Dong proseguirebbe da circa 10 anni, prendendo di mira aziende negli Stati Uniti, in Australia, Belgio, Germania, Giappone, Lituania, Paesi Bassi, Spagna, Corea del Sud, Svezia e Gran Bretagna.
John Demers ha descritto l’hacking come uno sforzo radicale per “rapinare, replicare e sostituire” la strategia per lo sviluppo tecnologico.
Inoltre, ha informato che “la Cina sta fornendo un rifugio sicuro per gli hacker criminali”.
La scorsa settimana, le autorità negli Stati Uniti, in Canada e nel Regno Unito hanno accusato un gruppo di hacking con collegamenti con l’intelligence russa di aver tentato di indirizzare la ricerca sulla malattia.

L’hacking delle informazioni sui vaccini rallenta la ricerca poiché l’istituzione deve, non solo risolvere la violazione, ma anche garantire che i dati accumulati non siano stati alterati, ha detto Demers. “Una volta che qualcuno è nel tuo sistema, non solo può prendere i dati, ma può manipolarli”, ha spiegato.
L’ambasciata cinese a Washington, DC, non ha risposto direttamente all’accusa, ma ha sottolineato come la Cina sia vittima di “speculazioni infondate”.
Dopo l’accusa degli Stati Uniti, l’ambasciatore cinese nel Regno Unito, Liu Xiaoming, ha respinto le affermazioni dell’Occidente secondo cui la Cina stava rubando i dati della ricerca. Ha twittato: “Tali accuse costituiscono una mancanza di rispetto per gli scienziati cinesi e le loro conquiste; potrebbero anche minare la cooperazione internazionale in materia di ricerca e sviluppo. Il mondo deve opporsi fermamente e respingere tali accuse infondate.”
C’è chi teorizza una nuova Guerra Fredda, ma c’è anche chi sostiene che gli Stati Uniti e la Cina sono profondamente legati, come mai lo erano stati gli Stati Uniti e l’Unione Sovietica, in quanto annodati in relazioni commerciali e finanziarie. Una rottura fra le due comporterebbe conseguenze a catena per tutto l’ecosistema.