Dopo ben 88 giorni senza aver risposto a domande della stampa, il candidato Democratico Joe Biden decide che è ora di farsi vivo e di lanciare qualche frecciatina mirata verso il Presidente degli Stati Uniti. Rigorosamente munito di mascherina nera stile ninja, Joe si presenta in forma smagliante nella palestra di una scuola adiacente al suo famoso “bunker”, dove si è riparato in questi mesi di coronavirus. In risposta ai Repubblicani che lo considerano oramai con un piede dentro la bara, Joe accenna addirittura una timida corsetta al suo ingresso nella palestra dove sette giornalisti in rappresentanza dei più famosi mainstream media lo aspettano trepidanti. L’inattesa conferenza stampa durerà per un’ora intera e Joe risponderà a ben 16 domande, di cui 3 poste dall’odiatissima Fox News.
Fin dai primi minuti della conferenza stampa è chiaro dove Joe voglia andare a parare. Critica aspramente il suo avversario Donald Trump per essere stato “inadeguato” nella gestione dell’emergenza coronavirus e per aver messo a repentaglio la salute di milioni di statunitensi. Annuncia di essere in attesa di ricevere i briefing dell’intelligence che spettano ai candidati alla Casa Bianca per valutare se Trump fosse realmente a conoscenza della taglia posta sulla testa dei soldati Americani in Afghanistan da Vladimir Putin. Promette di rilasciare alla stampa una lista di donne nere che saranno candidate alla Corte Suprema durante la sua Presidenza. Insomma, Joe utilizza l’insicurezza causata dalla pandemia e la rabbia istigata dalle proteste condotte da Black Lives Matter per tentare l’affondo finale su Donald Trump prima dei temutissimi tre dibattiti presidenziali. La media elaborata da RealClearPolitics gli assegna un vantaggio di ben 9.4 punti percentuali, con un distacco confortevole in tutti i cosiddetti “swing states.” Se Biden riuscisse a mantenere questo distacco fino al 29 Settembre, giorno in cui andrà in scena il primo dibattito presidenziale, il gioco sarebbe fatto.
La strategia finora è stata quella di rinchiudersi nel bunker e mettere il naso fuori solo per qualche sporadico incontro virtuale con i suoi supporters. Biden si giustifica dicendo che il suo dottore gli ha consigliato di stare a casa per via del rischio coronavirus, ma la realtà dei fatti è che ogni volta che Joe incontra una telecamera rischia di incepparsi in una delle sue famosi gaffe. L’ultima in ordine cronologico è stata quella dei 120 milioni di morti da coronavirus, quando in realtà c’è ne sono stati 120 mila. Situazioni del genere infiammano i rumors sulla salute mentale del probabile prossimo presidente degli Stati Uniti. Alcuni pensano addirittura che Joe sia messo peggio di Reagan quando a due anni dalla fine del proprio mandato incominciò a mostrare sintomi di demenza senile. Il problema di Biden è che il suo mandato lo deve ancora iniziare.
Ma se 1 su 5 elettori democratici pensano che Joe Biden soffra di demenza senile, è anche vero che Donald Trump ha uno dei più bassi approval ratings tra i Presidenti che provarono a conquistarsi un secondo mandato. Secondo FiveThirtyEight, Donald viaggia intorno al 40% di approvazione mentre la media per tutti i Presidenti in corsa per un secondo mandato dal dopoguerra ad oggi è del 51%. Peggio di lui a questo punto dell’anno ci furono solo George H.W Bush con il 37% di approvazione e Jimmy Carter con il 32% – entrambi non furono rieletti. Come ha giustamente individuato lo stratega democratico Pete Giangreco, Joe Biden sta lasciando che Trump imploda da solo. D’altronde, a meno che l’economia non abbia una ripresa “a V” come continua a ripetere il Presidente, è difficile pensare a un modo in cui Trump possa sperare di recuperare un distacco cosi pesante. Ogni giorno insorge un nuovo problema dalle mille sfaccettature: dal libro di John Bolton, al libro di Mary Trump, dalla taglia sui soldati Americani in Afghanistan, ai rally semivuoti in Oklahoma. Insomma, Trump è in modalità distruttiva e Biden non vuole certo intromettersi.