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Dei delitti e delle pene sulla “dolce morte” di Stato negli Stati Uniti d’America

Il 29 giugno la Corte Suprema non ha dato opposizione ai nuovi protocolli sulle esecuzioni varati la scorsa estate dall’Attorney General William Barr

Carmelo FucarinobyCarmelo Fucarino
Dei delitti e delle pene sulla “dolce morte” di Stato negli Stati Uniti d’America

Una manifestazione a Parigi contro la pena di morte negli USA organizzata nel 2008 da Amnesty International

Time: 6 mins read

Anno 404 a.C.

«Così portarono l’uomo via attraverso il mercato, mentre lui proclamava a gran voce i torti che stava soffrendo… E quando, essendo costretto a morire, aveva bevuto la cicuta [to koneion, Conium maculatum, in piccole dosi usata oggi nella medicina omeopatica], hanno detto che ha buttato fuori le ultime gocce, come un uomo che gioca a kottabos, ed esclamò: “Ecco la salute del mio amato Critia”» (Senoph., Elleniche, II, 3, 56). Così Teramene fu condannato da Crizia, il più potente del regime dei Trenta.

Anno 339 a. C. La descrizione più realista e traumatica della morte per cicuta ci è offerta da Platone (Fedone, LXVI), quando ne descrive i sintomi sul corpo di Socrate. Questi appena giunse l’uomo (così sempre è detto, e di lui ci è data un’immagine oltremodo umana e non è mai chiamato boia) che gli doveva dare il veleno (fàrmakon) che portava già tritato in un calice gli chiese: «bene, carissimo, tu che sei esperto in queste cose, cosa bisogna fare? – Niente altro, se non passeggiare, appena bevuto, fino a che avrai una pesantezza alle gambe. Allora sdraiati, così farà effetto». E gli porse la coppa che prese senza tremore o pallore. All’ironia di farne anche una libagione ad un dio, l’incaricato precisò: «ne pestiamo solo quanto riteniamo che sia di misura a bere». Chiesti i buoni auspici agli dei la bevve tutta d’un fiato senza disgusto o esitazione. Rimproverati i discepoli che piangevano come “donnette”. «Mentre passeggiava da qua a là, poiché disse che le gambe si appesantivano, si sdraiò supino, così gli aveva consigliato l’uomo che gli aveva dato il farmaco e ora lasciando passare del tempo gli osservava toccandoli i piedi e le gambe; e poi, premendo fortemente un suo piede gli chiese se sentisse ed egli disse di no. E dopo di nuovo strinse i polpacci, e risalendo così ci mostrava che il corpo si raffreddava ed irrigidiva. E mentre continuava a toccarlo ci disse che sarebbe andato via allorquando sarebbe giunto al cuore. Già la regione addominale era diventata fredda, quando, scopertosi il volto che si era coperto, pronunziò le ultime sue parole: “Critone, dobbiamo un gallo a Esculapio: dateglielo perciò, e non trascuratelo. – Ma sarà fatto, – disse Critone; – ma vedi se dici qualcos’altro”. A lui che chiedeva niente più rispose. Ma, trascorso poco tempo si mosse dopo un poco; l’incaricato lo scoprì, i suoi occhi erano fissi e vistili Critone gli chiuse la bocca e gli occhi».

Bisogna precisare che la cosiddetta “morte dolce” era concessa a chi poteva permettersi di pagarsi la cicuta che era rara ad Atene e costava dodici dracme a dose al tempo della condanna di Focione (318 a.C.). Un calcolo indiretto ci porta al valore di grano per l’alimentazione di quattro mesi per un uomo, sei per una donna, un anno per un bambino. La domanda di Socrate sugli effetti era mirata a sapere se sarebbe occorsa una seconda dose in caso di insuccesso. Dai sintomi comunque sembrerebbe che si dovesse trattare di una mistura di cicuta, oppio, datura addolcita con vino e miele.

Anno 2003, George W. Bush accetta la moratoria della pena di morte in USA. Aveva autorizzato durante la sua Presidenza 152 esecuzioni. In atto 105 paesi la hanno abolita per qualsiasi reato, 7 salvo casi eccezionali, 30 di fatto, solo 58 la mantengono in vigore.

Una protesta contro la pena di morte davanti alla Corte Suprema USA (Flickr/Jay Tamboli)

Il 29 giugno 2020 la giuria della Corte Suprema, tre giudici, tra cui due dei candidati del presidente Donald Trump, non ha dato opposizione ai nuovi protocolli varati la scorsa estate dall’Attorney General William Barr, su volere di Trump, legittimando pertanto le esecuzioni.

Barr in un suo discorso alla University of Notre Dame:

«Has long spoken of the importance of charity, but of a very personal sort— not the outsourced kind popular among some left-wing Catholics, for whom voting for a politician who promises to raise marginal taxes on strangers to subsidize social programs administered by other strangers still counts as an attenuated form of generosity» (National Review, June 22, 2020, da The United States Department of Justice, October 21, 2019, about religious liberty in America, an important priority in this Administration and for this Department of Justice).

Le pene in atto sospese sono 62. Barr ha ordinato quindi al Federal Bureau of Prisons di programmare quattro esecuzioni, tra cui le tre dei detenuti che avevano sollevato la questione ed erano stati condannati all’unanimità più di 15 anni fa per crimini tra cui omicidi, torture e stupri, vittime dei bambini. Esse sono previste per il 13-17 luglio presso il penitenziario degli Stati Uniti a Terre Haute, Indiana.

Grande innovazione dei protocolli: sarà consentita solo l’inoculazione del barbiturico pentobarbital, invece del cocktail di veleni consueti. Con molta probabilità si vuole contenere la spesa eccessiva, una delle ragioni per cui si era addotta allora la moratoria. L’ottavo emendamento (1791) recita: «Non si dovranno esigere cauzioni eccessivamente onerose, né imporre ammende altrettanto onerose, né infliggere pene crudeli e inconsuete». Eppure si è permessa per anni la sedia elettrica e l’uso di gas inadatti. Ma anche la rivoluzione francese volle essere umanitaria e all’orrore della forca e della mannaia, naturalmente a seconda della classe sociale, il medico Joseph-Ignace Guillotin inventò la ghigliottina, strumento scientifico, egualitario e garanzia di morte sicura e senza sofferenze.

Gli USA ora, in termini federali, si sono messi alla pari della nemica Cina violatrice di diritti civili, dell’Arabia Saudita, del Pakistan, dei paesi dell’Africa orientale e del Medio Oriente, di tutte le dittature dell’America latina che ricorrono alla vendetta statale della pena di morte. Sì, perché negli USA si tratta di una vendetta privata se è permessa e richiesta la presenza dei parenti dell’offeso (Victim’s Rights Movement). In una celebre recente esecuzione solo un migliaio di parenti ha avuto il privilegio di assistere all’esecuzione e di sentirsi sollevato. Purtroppo non c’è rimedio alla perdita di un parente e la vendetta è una crudele inutile soddisfazione.

pena di morte
Una manifestazione di Amnesty International contro la pena di morte. Foto: : World Coalition Against the Death Penalty

Eva Cantarella nel suo catalogo horror delle pene e della loro modalità (I supplizi capitali. Origine e funzioni delle pene di morte in Grecia e a Roma, RCS, Milano, 2020) descrive la precipitazione nel baratro da una rupe, la cicuta, il supplizio dell’albero infelice, la crocifissione, la fustigazione, il rogo, la pena del sacco, ed altre particolari e fantasiose torture, private e rese istituzionali. Ella indaga sulla sua funzione che può andare dalla primitiva vendetta privata, di poi seguita da un controllo pubblico, al castigo, all’espiazione, nella triplice prospettiva deterrente, retributiva, riabilitativa. In premessa (Lo Stato che uccide. Come e perché, ieri e oggi) ne analizza le posizioni storiche dalla condanna del nostro Cesare Beccaria (Dei delitti e delle pene, 1764) fino alla odierna deriva del neoretribuzionismo e alla riconcettualizzazione della funzione punitiva per concludere: «Ma oggi le cose sono diverse. La vendetta è una motivazione dell’azione che non solo non ci si vergogna di dichiarare, ma della quale si arriva a proporre una giustificazione teorica… Alcuni degli aspetti del dibattito più recente sulle concezioni della pena sembrano ricondurre indietro nel tempo, a un momento antecedente a quello in cui i greci intrapresero questo cammino, indicando un percorso intellettuale la cui direzione sembrava irreversibile, e che oggi sembra totalmente dimenticata. Una volta in più, siamo indotti a ricordare che la storia è patrimonio insostituibile della nostra esperienza e strumento indispensabile della nostra capacità di valutare e orientare il presente» (p. 46).

Per ricordare Omero, ma anche il codice di Hammurabi (intorno al 1780 a.C., 282 articoli) che indicava il tipo di pena: si poteva infatti essere bruciati, annegati, impalati a seconda del delitto. Però con qualche distinzione come oggi in USA tra uno di colore e un bianco: «Posto che un awilum [uomo libero, nobile] distrugga l’occhio di un awilum, si distruggerà il suo occhio… Posto che distrugga l’occhio di un mushkenum, dipendente del palazzo, pagherà una mina d’argento… Posto che distrugga l’occhio di un wardu [schiavo]… pagherà metà del suo prezzo.».

La verità sta nel fatto che nella stessa data la stessa Supreme Court of the United States (SCOTUS), federale con il voto del conservatore John Roberts, eletto da Bush, boccia la legge antiabortista, approvata nel 2014 in Louisiana, perché viola la Costituzione. Essa avrebbe comportato di fatto la chiusura di tutte le cliniche che praticano l’interruzione della gravidanza.

Codicillo: certo l’ondata di sorpresa e di sdegno per una ripresa di una legge federale. Sotterranee strisciano ed eterogenee le condanne nei singoli Stati in forme diverse e per delitti diversi di Stato in Stato. Al 2013 le esecuzioni si aggirano intorno alle 1360 con una media di due persone al mese.

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Carmelo Fucarino

Carmelo Fucarino

Carmelo Fucarino, siciliano di Prizzi, dopo essersi laureato in lettere classiche nell’Università di Palermo, ha insegnato lingua e letteratura latina e greca presso il Liceo classico «G. Garibaldi» della stessa città. Sensibile alla poesia, ha pubblicato liriche e dato contributi a riviste del settore letterario italiano, svolgendo un’ampia e continua attività di saggista nel campo degli studi classici. Oggi ha ampliato il suo campo di indagine alla storia locale all’etnologia e alle tradizioni popolari siciliane.

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