Presidente Fontana, lei ha detto di non essere pentito, proprio di nulla, e anzi ha dichiarato d’essere stato vittima di uno sciaccallaggio mediatico? E’ proprio così?
“Si certamente, proprio così. Al cento per cento”.
Che cosa prova quando legge i dati sulle vittime da Covid-19 in Lombardia? Parliamo di oltre 12 morti… Lei cosa prova di fronte a questi numeri?
“Provo una profonda angoscia. Penso ad ogni persona che sta soffrendo, e questa sofferenza la provo anch’io, e provo dispiacere per chiunque si sia ammalato o abbia avuto un amico o un familiare ammalato, perché questo virus scatena una malattia pesante, difficile, e chi l’ha affrontata ha patito parecchio fisicamente e psicologicamente”.
Lei in qualche modo si sente responsabile moralmente, magari per quelle decisioni che ha preso o anche per quelle che non ha preso in tempo?
“Guardi, una cosa che ho riconosciuto come una mia colpa è stata quella di non aver coinvolto subito tutto il Consiglio Regionale della Lombardia. Questa, lo ripeto, è una mia colpa, perché probabilmente avrei potuto far lavorare di più, coinvolgere più persone, magari anche le opposizioni, ma tutto è stato così impellente, così drammatico e rapido non ho avuto il tempo di pensare di più e con calma quando ha preso delle decisioni. Arrivavo tutte le mattine alle 7 qui in Regione, a Milano, e tornavo a casa a mezzanotte, e ogni giorno arrivavano problemi, decisioni da prendere, rapidamente”.
Ci sono stati proclami trionfalistici sulla creazione a Milano dell’Ospedale in Fiera, dove dovevano confluire centinaia di potenziali malati da Covid-19. Un ospedale creato con milionarie donazioni. Ma, forse per i tempi, forse perché i degenti sono ovunque diminuiti, ora vi ritrovate con una struttura mezza vuota, se non peggio. Quanti degenti avete ora in questo ospedale?
“Circa una decina. E’ vero, sono pochi. Ma io mi auguro che presto venga liberato l’ospedale, perché vede, si tratta di una struttura progettata per essere una eventuale diga alla pandemia di ritorno, in autunno. Aumenterà i posti in rianimazione, se ci sarà bisogno, perché anche in Lombardia non avevamo certo un numero sufficiente quando è iniziata la pandemia. Non siamo al livello di altre regioni europee”.
Le morti nelle case di riposo lombarde hanno fatto la notizia in tutto il mondo, migliaia e migliaia di anziani contaminati e poi deceduti. Lei si aspettava una cosa simile? E’ colpa di qualcuno?
“Sinceramente non me lo aspettavo, ma purtroppo si è rivelato fatale in tutto il mondo, se lei vede sono deceduti migliaia di ospiti di case di riposo in Spagna, in Francia, in Germania, in Inghilterra, ovunque, da New York a Parigi, da Londra a Berlino. Perché quando entra il virus in queste strutture, portato magari da un parente in visita, e trova persone anziane e fragili, purtroppo bisogna aspettarsi grandi problemi”.
In Lombardia lei ha spesso polemizzato con il governo Conte, a Roma. E’ una battaglia politica o è sui contenuti?
“Guardi, vorrei che fosse una battaglia politica, perché così sarebbe assai più leggera. E’ invece una battaglia sui contenuti, dove i bollettini sono di guerra e parlano di malati e di vittime. Qui si tratta della vita delle persone”.
Perché secondo lei il presidente del consiglio Conte non è mai venuto, nemmeno una volta, a Milano? (Aggiornamento: proprio oggi, 27 aprile, Conte è andato in visita a Milano)
“Per questa domanda cambi interlocutore, io non posso risponderle”.
Cosa pensa di molta stampa italiana? L’hanno presa come capro espiatorio un giorno si e un giorno no, additandola come la persona che ha sbagliato o ha preso decisioni tardive o altro….
“Anche qui cambi interlocutore, è meglio”.
Lo sa che qualcuno ha proposto di commissariare la Regione Lombardia?
“Lasciamo perdere. Parliamo di cose serie…”
Io mi ricordo quando durante una diretta tv lei si mise la mascherina: il giorno dopo però fu deriso da molti cronisti e da altrettanti politici. Cosa prova oggi?
“Non provo nulla, forse un po’ di arrabbiatura. Mi presero in giro per la mascherina, è vero. Oggi sono le stesse persone di allora che mi accusano di aver preso decisioni tardive o di aver preso sottogamba la questione. Si decidano insomma…”
Ad un certo punto è saltata fuori la storia del piano segreto sulla pandemia in Italia, che il Governo aveva secretato perché giudicato troppo drammatico. Lei ne sapeva qualcosa?
“Nulla, assolutamente nulla. Mi ero ignoto. Ho chiesto chiarimenti”.
Insomma, per finire, tutte le accuse vanno sempre a lei. Ma lei vuol dividere queste accuse con altri?
“No. Con nessuno. Le divido solo cone me stesso. Il resto poi si vedrà, con calma valuteremo quali sono state le mie colpe e quali quelle del governo. E dato che il tempo è sempre galantuomo, emergerà quella che è la realtà. E si capirà esattamente come si sono svolti i fatti.