Iacopo Bruno è l’autore di straordinarie e raffinate copertine e illustrazioni presenti in oltre 500 fra racconti, romanzi e novelle, pubblicati in Italia e all’estero, per grandi e piccini. Negli Stati Uniti la sua consacrazione artistica, e con l’ultimo libro ha raccontato, attraverso i suoi disegni, la nascita e la diffusione della bicicletta.
Come si diventa illustratori?
“Io ho sempre disegnato, mia padre, che era architetto, è stata il primo a mettermi una matita in mano, mentre invece mia mamma, che disegnava malissimo, mi ha sempre sostenuto e mi regalava i colori. La somma di queste due aspetti mia a portato a continuare, disegnare era la mia zona di comfort, stavo bene . Poi sono diventato veramente un illustratore, cosa che nemmeno mi passava per la testa. Dipingevo, ma facevo altro”.
E la svolta c’è stata quando?
Quando mia moglie mi ha regalato un catalogo di illustratori per bambini che erano stati alla Fiera del libro di Bologna, e questa cosa mi ha affascinato. Ho cominciato così, e l’anno dopo fui ammesso a questa Fiera con delle mie illustrazioni. Devo dire quindi grazie a mia moglie, con la quale ho fondato ora anche lo studio a Milano, The World of Dot.
Cosa serve ad illustratore: soprattutto un gran talento oppure una fervida fantasia?
La fantasia probabilmente, che è fatta anche di ricerca, di visioni, di curiosità, io guardo il cinema, il teatro, la grafica, studio le insegne dei vecchi negozi, le scatole di biscotti della nonna, le vecchie pubblicità, e la mia fantasia è li, si alimenta di questa ricerca.
L’opera che ha illustrato alla quale si sente più legato?
Un classico, Canto di Natale, un libro edito da Rizzoli. Anche perchè io amo proprio i classici, che appartengono alla mia vita, come Ventimila leghe sotto i mari, Lo Schiaccianoci, Viaggio al centro della Terra, Pinocchio e tanti altri.
Qualcuno ha scritto che, per i libri, lei è una sorta di sarto. Che vuol dire?
Perchè per una serie di libri della collana Battello a vapore dedicata ad Ulysses Moore, l’editore mi aveva dato carta bianca, cioè progettare tutto il libro, non solo la copertina ma tutto, anche i risguardi e il dorso. Questo lavoro, di sartoria artistica su un libro, di rivestimento, è piaciuto tantissimo.
Quanti libri hanno visto finora la presenza di sue illustrazioni?
Direi almeno 500. In Italia e all’estero.
L’ultimo lavoro eseguito?
Un volume scritto da Sarah Nelson e pubblicato da Candlewich Press, Birth of the Bicycle: A Bumpy History of the Bicycle in America 1819–1900, dedicato alla nascita e alla diffusione della bicicletta negli Stati Uniti.
E’ il suo primo libro solo per il mercato editoriale americano? E come mai la bici?
Ho illustrato molti libri usciti in lingua inglese. E non è neanche il primo a tema bicicletta. Prima avevo illustrato Bartali’s Bicycle, che è stato pubblicato negli Stati Uniti nel 2021 e l’anno dopo anche in Italia da Harper Collins. Raccontava la storia di un ciclista amatissimo non solo per il suo talento sportivo, ma anche per la sua umanità. Ulteriore testimonianza di come intorno a una bici ci sia tutto un mondo da scoprire.
Ma come si arriva a lavorare per editori americani?
Ero a New York, grazie ad un incontro casuale in metropolitana con una collega americana: le porte dell’editoria statunitense si sono aperte, le collaborazioni con grandi case editrici sono arrivate e nel 2013 la Society of Illustrators incluse Scary Tales di James Preller disegnato da me fra i 100 libri meglio disegnati dell’anno.
Differenze nel lavoro fra Italia e Stati Uniti?
Negli Stati Uniti l’editore ha di solito le idee molto chiare sul target del libro e sull’impostazione da dare alla copertina e ti sceglie a ragion veduta. E poi lì vige il culto della programmazione, per cui si lavora con più tempo a disposizione.
Cosa c’è ora nel cassetto di Iacopo Bruno illustratore?
La voglia di progettare e illustrare libri miei.
Come quello che sta giusto illustrando ora?
Si, mi sono ora buttato su un’esperienza diversa, sto illustrando un libro scritto da mia moglie Francesca, ed è una avventura che mi sta piacendo sempre di più. Si intitolerà Inseparables, ed è un immaginario incredibile creato tutto da noi, dall’atmosfera gotica. Tutto comincia da un piccolo polpo vittoriano che nelle profondità marine va alla ricerca del padre scomparso, e li, negli abissi, incontra il fantasma di Lucy, una bambina morta in un naufragio, che non si allontana mai dal veliero su cui viaggiava e che ora giace sul fondo del mare. L’incontro tra i due improbabili personaggi segnerà una straordinaria, avventurosa amicizia.
Come finirà il libro?
Non si può dire. Segreto.