Hanno avvistato un topo nel centro di Roma. Niente paura è Giggino, il più bel topo della capitale. I grillini si sono trasformati in topini tapini: non sanno più in quale cassonetto nascondersi perché la Meloni, armata di caschetto e ramazza, si è messa a fare l’operatore ecologico, cioè lo spazzino. La fratella d’Italia sta cercando di raccattare voti nel pattume, perché Matteo, il micione felpato, la fa da sovrano e si mangia i voti come caramelle. Benedetto sovranismo! Dicono i leghisti. Maledetti sovranisti! Esclama David Parenzo, conduttore di In Onda e la Zanzara, in un’irriverente inchiesta sulla Ue e le bugie dei nostri politici, data alle stampe da Marsilio con il titolo I falsari. Come l’Unione europea è diventata il nemico perfetto per la politica italiana.
Benché in questi giorni i politici si affannino a raccogliere la plastica, soccorrere gatti randagi, visitare famiglie rom o i terremotati dell’Aquila, a nessuno era ancora venuto in mente di snocciolare il rosario in pubblico appellandosi ai sei santi protettori dell’Europa. Don Matteo, che odiava l’Europa, è diventato più che umano, è in odore di santità. E sta portando via il mestiere al Papa. Salvini piglia tutto: potere temporale e potere spirituale nelle mani di uno solo, in stile Enrico VIII. Timorato di Dio ma non della Chiesa, come la gran parte degli italiani, ha inaugurato una nuova era: il sovranismo religioso, dove il sovrano si affida alla Madonna perché fa miracoli. Ma Matteo è figlio suo? Non ci risulta, benché potrebbe sempre succedere che dichiari di esser stato trovato sotto un cavolo per disegno divino. Fatto sta che ora sono cavoli nostri scegliere chi votare a queste elezioni europee, che sono state ridotte a un referendum tra il sovranismo di Salvini e il populismo di Di Maio in patria e tra sovranismo ed europeismo nella Ue.
E meno male che c’è l’Europa, così abbiamo a chi dare la colpa delle nostre disgrazie. Sarà dura quando non avremo più il grasso che cola del capro espiatorio europeo e la Ue sarà ridotta a un colabrodo di valori umani alienabili. Quando ormai avremo barattato la libertà per la sicurezza, quando avremo venduto la sovranità del Paese in cambio di un sovranismo da piccole patrie, quando da potenza economica e politica saremo diventati un continente impotente e asservito.
Sovrano, per etimologia, è colui che sta sopra gli altri. Il sovrano è uno, quindi. Un popolo non può essere sovrano, perché se tutti stanno sopra il paese affonda. La sovranità popolare è una contraddizione in termini. L’articolo 1 della Costituzione, che recita: “La sovranità appartiene al popolo”, non va letto letteralmente e troncato qua, come sostengono i pensatori sovranisti i quali non hanno studiato diritto, ma compreso leggendolo fino in fondo: “che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Il popolo dispone del potere di scelta che manifesta attraverso il voto. E tuttavia pur eleggendo i propri rappresentanti, non può controllarli né può controllare gli altri organi statali. Figurarsi allora se assurgesse al governo un sovranista al quale demandassimo l’unico potere che abbiamo: quello di scegliere. Sovranità non è uguale a democrazia né è uguale a libertà. Lo stesso discorso vale per il populismo, che è l’altra faccia della degenerazione sovranista. Quando ci si prostituisce, non si è mai liberi, servire presuppone un padrone. Stiamo tornando al medioevo quando la gente chiedeva protezione a un guerriero o a un vescovo, i quali si armavano in cambio di un atto di sottomissione e di un contributo spese per la difesa dai barbari (ora gli extracomunitari). Chi aveva più coraggio, comandava. Se un tempo il sovrano stava al di sopra degli altri grazie alle sue azioni eroiche, oggi al sovranista bastano le parole. Rischia dunque solo la faccia. Ma per chi recita, il rischio è nullo: prima o poi perderà la maschera, tanto sotto non c’è niente. Perché nemmeno lui sa più chi è a forza di spararle grosse e contradditorie. Ci si innamora sempre di colui che promette di più, sebbene poi non mantenga quasi mai.
Ora Salvini ci propone un’Europa sovranista: una nuova/vecchia forma di Comunità europea di paesi sovrani che non si potrà proteggere senza armi; intendo per armi un apparato comune e coeso. Quando si decide di convivere in un organismo sovrastatale, bisogna sempre rinunciare a qualcosa per salvaguardare un bene più grande. Che è la libertà individuale, nazionale, europea.
Senza libertà non vi è dignità. Per imparare a pensare, ad essere fedeli a se stessi e a smascherare le falsità, Costica Bradatan ci delinea le vite pericolose dei filosofi in Morire per le proprie idee, edito da Carbonio. La differenza tra il filosofo e il politico è che il primo è pronto a morire per le proprie idee, per la verità. Il politico costruisce la sua carriera sulle bugie, altrimenti non farebbe strada. I filosofi hanno recitato la propria morte per affrontarla degnamente, i politici la loro vita e spesso l’hanno conclusa con disonore.
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