Un paio di giorni fa, la nota cantante Fiorella Mannoia ha scritto: “La Sinistra si scusi, per averci traditi e costretti a sbagliare, votando altri.”. Si sarebbe tentati di liquidare la faccenda come una strofetta mal riuscita. Tuttavia, sarebbe un ripiego, e un po’ una fuga; giacchè, a fare due passi per una qualsiasi piazza, o a tendere l’orecchio ad una qualsiasi conversazione anche solo vagamente politica, pensieri come questi ne rampollerebbero uno via l’altro. Perciò, sono parole che meritano attenzione.
La loro importanza risiede nell’atteggiamento spirituale che le sostiene. Psicologicamente querulo. Culturalmente impolitico. Umanamente irresponsabile. In una parola: infantile. E tuttavia, diffuso nell’Agorà, consolidato, e capace di riproporsi in forme sempre nuove. Perciò, suo malgrado, comunque un atteggiamento politico.
Sinistra Ingannatrice e Sinistra Traditrice, infatti, sono due fra i più longevi arnesi di quella “specie di scimmie urlanti, violente e volgari” in cui, secondo l’icastica immagine di Gaetano Salvemini, consistevano i cd massimalisti, i quali, con un’attitudine destinata a perpetuarsi, “segavano il ramo dell’albero su cui stavano seduti”.
Malattia antica, dunque: che oppone movenze e pretese manichee, alla multiforme successione di dubbi e certezze, di speranze e timori, di riuscite e di errori, di eredità concesse e ricevute che, a buon diritto, chiamiamo Progresso.
La filigrana del “Tradimento a Sinistra 2.0” è questa: abbiamo votato per il M5S, perché pensavamo fosse “di Sinistra”; ci siamo ritrovati Salvini, che invece è “di Destra”. Ma abbiamo votato così, perché mancava una “Vera Sinistra”: perciò è colpa della Falsa Sinistra se noi abbiamo votato a Destra, ritenendo che fosse Sinistra.
Con un corollario: la “scoperta”, è avvenuta grazie ad una polarizzazione di comodo, che ha “isolato” la politica indubbiamente forcaiol-migratoria della Lega, come tendenzialmente esclusivo punto discriminante fra libertà e sopraffazione.
Ne è venuto un equivoco riassestamento della dinamica politica, in cui si occulta l’essenziale: cioè, la negazione della libertà. E si fa perno, invece, su una evanescente alternativa: che riguarderebbe i “modi” di questa negazione; quasi che “chiudere i porti” e “mettere in galera, buttando le chiavi”, non fossero le due fronti dello stesso Giano. Un monolite feroce e incurante di ogni misura umana del proprio potere.
E “Sinistra”, non potesse che essere un’accolita di celerini: raggrumata in una livida retroguardia antagonistica, refrattaria ad ogni progetto che non fosse la consegna delle libertà democratiche, politiche e personali, ad una direzione tirannica: fatta di un sopracciò procuratorio e di un sostegno “movimentistico”, amorfo, tutto Anti: e così “Anti” da aver riunito sotto le sue insegne ogni sorta di rigurgito rosso-bruno allignato fra le sventurate contrade repubblicane.
Perciò, chi ha votato M5S, e afferma di averlo fatto perchè “di Sinistra” o è un ingenuo (molto ingenuo, quasi cretino), o è un mestatore.
A sostegno di questa “scelta”, infatti, stanno fantasticherie di ogni tipo: su Finanza Mondiale, Dominio Demografico, Nemico Nascosto in Istituzioni Infedeli che, insieme considerate, costituiscono la materia prima di ogni irrazionalismo, di ogni furberia, di cui il Nemico Pubblico è sintesi suprema: supremamente infima, s’intende.
“Il Nero”; “Il Corrotto”, “Il Mafioso”, “La Vecchia Politica”, sono stati, e sono, la rancida mercanzia transitata nell’incessante interscambio che, da Sinistra a Destra, e da Destra a Sinistra, costellano ogni tessitura paranoica, disegnata e svolta al telaio di “una certa funzione giudiziaria”, di “una certa elaborazione storiografica”, di “una certa cronaca giornalistica”, di “una certa narrazione”, televisiva e “fictional”.
Non più uomini, azioni, progetti: ma un unico, incessante Male, Craxi-Berlusconi-Renzi, che legittima tutto e il suo contrario. E prima erano stati Moro e Berlinguer che, col loro “compromesso” (difficile, incerto, e certo criticabile), tuttavia avevano agito politicamente, e con metodo democratico. E, invece, già allora: “tradimento”: “Be-be-be/Ber-lin-guer”, scandivano, puri ed extraparlamentari, altri cantanti in corteo, a mimare un preteso asservimento pecoresco, che autorizzava ogni sorta di violenza degradante.
Invettive gratuite e velenose che, prima sublimate in un noto saggio-manifesto di un Magistrato-Pensatore, il dott. Gherardo Colombo, per cui, alla fine del 1983, a tirare le somme, e a sei mesi dalla morte di Berlinguer, si poteva affermare la“… mancanza di una profonda, incisiva e penetrante opposizione politica…”, finiranno riproposte e riassunte in quella sorta di rutto-passepartout che è la parola “Inciucio” .
La parole che furono pietre, e sarebbero diventate manette, e “20 anni-pena-base” e “prescrizione-mai” e “se non vogliono morire non partano”, e “castrazione chimica”, e “marciscano in galera” . E altro che verrà.
Non pensavamo? Non lo sapevamo? Ma se è quarant’anni che non sbavate altro. Miserabili voi, e chi non ve lo dice tre volte cantando.