In un’epoca caratterizzata, come la nostra, dall’appiattimento sul presente e dallo sfrenato individualismo sia di destra che di sinistra, è forse utile ricordare che da sempre esistono responsabilità collettive e responsabilità storiche, e che continueranno a esistere. Nel giudizio universale non so, forse saremo chiamati a rispondere solo delle nostre azioni personali; nel giudizio della società e della natura di sicuro siamo chiamati a rispondere delle azioni di chi ci ha preceduto, di quelle di chi ci sta accanto, soprattutto di quelle delle nostre classi dirigenti. Le colpe dei padri ricadranno sui figli e le colpe dei leader ricadranno sui loro sudditi e i loro dipendenti, inclusi quelli che non li volevano o magari li detestavano.
In altre parole, la democrazia non assolve i popoli, come invece i liberisti vogliono farvi credere. La democrazia è un sistema per decidere a chi affidare il governo ma una volta che quel governo si è insediato e comincia ad agire, delle sue azioni sono complici tutti i cittadini, inclusi coloro che avevano votato per l’opposizione o non avevano votato per niente o, peggio, che si sentono traditi dai politici che avevano scelto. Per la gran parte della gente la democrazia si esaurisce il giorno delle elezioni ma non cessano le sue responsabilità. I popoli sono responsabili anche dei tiranni che usurpassero il potere con la forza; a maggior ragione di quelli che se ne appropriassero legalmente, per esempio attraverso un meccanismo elettorale preoccupato solo della governabilità. Pensate che il resto del mondo perdonerà agli americani le idiozie commesse da un presidente eletto da una minoranza dei votanti grazie a un sistema pensato due secoli e mezzo fa, quando la popolazione degli Stati Uniti era cento volte meno numerosa? Tutti gli americani sono corresponsabili delle azioni di Trump, anche i democratici, anche quelli che se ne fregano, anche i bambini che neanche sanno cosa sta succedendo, anche i suoi più convinti oppositori. Solo l’aperta ribellione potrebbe redimerli; ma nessuno si ribella, a confermare che in fondo gli va bene così.
Pensateci, ora che in Italia un Parlamento scelto con una legge incostituzionale sta discutendo la riforma del sistema elettorale. Riflettete sul fatto che il Pd renziano sta sistematicamente bloccando qualsiasi ipotesi di ritorno al proporzionale. È una questione fondamentale per il futuro del paese e per voi tutti. I governi che verranno nominati grazie alla nuova legge saranno i vostri governi e non avrà alcuna importanza che vi rappresentino oppure no, che vi piacciano o no, che difendano i vostri interessi o quelli di una minuscola casta di privilegiati. Qualunque cosa facciano è come se l’aveste fatta voi. Per questo dopo la tragica esperienza della dittatura mussoliniana e della guerra i padri costituenti pensarono al proporzionale puro per la Camera e a un proporzionale uninominale per il Senato, in entrambi i casi senza alcuna soglia di sbarramento: per dare una voce e un peso anche alle piccole minoranze e alle opposizioni; e soprattutto per indebolire programmaticamente il potere. Chi vi parla di efficienza e di governabilità sa benissimo come usarli – a suo vantaggio, state sicuri. Sono gli stessi che avrebbero voluto una legge truffa che eliminasse il bicameralismo e fosse in grado di trasformare magicamente un terzo o un quarto dei voti in una solida egemonia parlamentare.
La politica ha i suoi difetti, che peraltro sono quasi sempre i difetti del popolo che la pratica; ma infinitamente peggiore è un governo senza politica, soggetto solo all’influenza del denaro e dei media. La democrazia è una responsabilità alla quale non ci si può sottrarre, neppure con l’indifferenza o l’ignoranza; le colpe dei nostri dirigenti ricadranno su di noi.
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