Che la storia fosse un po' strana, lo abbiamo detto – forse in solitudine – da subito. Parliamo del caso sollevato stamattina dall'Espresso online che ha raccontato di una intercettazione telefonica tra il Presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta e il suo medico personale, Matteo Tutino (arrestato lo scorso 29 Giugno per truffa), in cui quest'ultimo, parlando dell'allora assessore alla Sanità, Lucia Borsellino, avrebbe detto: "Va fatta fuori come il padre".
Un articolo, che come vi raccontiamo qui, ha suscitato sdegno e indignazione, oltre che un prevedibile terremoto politico. Decine e decine di comunicati di politici regionali e nazionali in cui si sono chieste le dimissioni di Crocetta, tutti certi dei contenuti di quella intercettazione, tutti pronti a crocefiggere i due protagonisti di questa storia o storiaccia che sia.
Ebbene, da pochi minuti, il capo della Procura della Repubblica di Palermo, Francesco Lo Voi, da cui è partito l'ordine di arresto per Tutino lo scorso 29 Giugno (e che non ha mancato di elogiare la Borsellino per la collaborazione alle indagini) ha smentito l'esistenza di una tale intercettazione. Ecco il testo del suo comunicato:
"Con riferimento a notizie giornalistiche diffuse nella giornata di oggi secondo le quali nel corso di una telefonata intercettata tra il presidente della regione Rosario Crocetta ed il dottore Matteo Tutino quest'ultimo avrebbe affermato che la dottoressa Lucia Borsellino 'va fatta fuori. Come suo padre', ritengo necessario precisare – dice il Procuratore Capo della Repubblica di Palermo- che agli atti di questo ufficio -ed in particolare nell'ambito del procedimento n* 7399/2013/21 non risulta trascritta alcuna telefonata tra il Tutino ed il Crocetta del tenore sopra indicato.
"Analogamente – prosegue Lo Voi- i carabinieri del Nas che hanno condotto le indagini nel suindicato procedimento hanno escluso che una conversazione del suddetto tenore tra i predetti sia contenuta tra quelle registrate nel corso delle operazioni di intercettazione nei confronti del Tutino".
Dal canto suo l'Espresso replica alla Procura dicendo che quella intercettazione c'è e fa parte di un "fascicolo secretato". Secretato per il Procuratore Capo della Repubblica?
Dando per scontata la buona fede del giornalista che ha scritto quell'articolo, probabilmente bisogna chiedersi chi o cosa ci sia dietro questa storia dai contorni alquanto ombrosi.
Si tratta, forse, di un messaggio 'criptato'? Rivolto a chi?
Certo è che non è la prima volta che la 'strategia del fango' fa la sua comparsa in Sicilia e tutte le volte è stata foriera di fatti oscuri, se non drammatici.
E, a quanto pare, certi 'metodi', sono sempre in voga e fanno pensare a quache "manina" nascosta.
Antonello Cracolici, ad esempio, capogruppo del PD all'Assemblea regionale siciliana, lo dice espressamente:
"Se la Procura dice che non esistono quelle frasi- dice ai microfoni di Repubblica- vuole dire che qualcuno le ha messe volutamente in una trascrizione eventuale di una registrazione che non conteneva quelle frasi. Quindi c'è qualche manina…".
Di servizi segreti, sempre ai microfonid di Repubblica, parla Vincenzo Vinciullo, del Nuovo centro destra: "C'è una regia in questa vicenda, si voleva colpire Crocetta, ma solo per colpire la Sicilia, non escludo nemmeno un intervento dei servizi segreti stranieri che avrebbero voluto gettare nel caos la Sicilia".