Nella vita c’è chi può e chi non può. Regola che, a quanto pare, vale anche negli uffici della Regione siciliana dove il fresco – leggere il raffreddamento degli ambienti con i condizionatori d’aria – viene riservato solo alle persone importanti. Succede nei locali dell’assessorato regionale al Lavoro e alla Famiglia. Nella stanza dell’assessore, del dirigente generale e di qualche altro alto burocrate dell’ufficio di gabinetto l’aria condizionata non manca. Per gli altri 400 e forse più dipendenti, al massimo le finestre aperte… Ma stamattina è andato in scena un mezzo parapiglia. Con un sindacalista battagliero – Ignazio Greco – che, con un altoparlante, ha iniziato una “battaglia di democrazia e civiltà”, come ci racconta. “Non si capisce perché, con questa torrida estate siciliana i dipendenti degli uffici di un’importante branca dell’amministrazione debbano operare con un caldo di oltre 40 gradi, mentre l’assessore e i suoi collaboratori stanno al fresco”.
Insomma, una protesta per non lavorare al caldo. “Sfidiamo chiunque a lavorare in queste condizioni – ci dice Greco -. Siamo a Luglio. Nelle stanze si muore letteralmente dal caldo. Il condizionatore centralizzato si è rotto. Invece di farlo riparare a tamburo battente ci dicono, di fatto: arrangiatevi. E mentre ci lasciano a bollire a 40 gradi all’ombra, l’assessore e la dirigente generale si sono fatti montare il condizionatore, ovviamente non centralizzato. Perché loro sì e noi no?”.
L’assessorato regionale alla Famiglia e al Lavoro si trova nel cuore, mettiamola così, del ‘Sacco’ di Palermo. Siamo nella città del cemento a '24 carati', senza un filo di verde. Attorno a questo edificio solo asfalto e palazzi, palazzi, palazzi… Qui quando fa caldo – e in questi giorni a Palermo il caldo è tremendo – non si respira. “Lavorare in queste condizioni è impossibile”, tuona ancora Greco. Che ricorda i retroscena che stanno dietro a questa vicenda.
La memoria ritorna ai primi anni del 2000, quando la Regione mette in vendita tanti dei propri beni immobili a prezzi non esattamente concorrenziali. Per poi riprendere in affitto gli stessi locali. Un’operazione demenziale, se non truffaldina, ‘pilotata’ da una politica troppo spesso sciarriata (tradotto dal siciliano: in lite) con l’interesse pubblico.
“Visto che siamo in affitto – ci dice Greco – l’amministrazione chiami il proprietario dell’edificio e gli imponga di rimettere in funzione i condizionatori centralizzati. Defalcando le spese dall’affitto. Non ci sembra qualcosa di impossibile. Anzi, ci sembra doveroso nei riguardi di oltre 400 persone costrette a lavorare in condizioni incredibili”.
Conoscendo piuttosto bene l’area dove insiste la sede dell’assessorato (chi scrive è nato proprio in quella zona di Palermo), possiamo confermare che da quelle parti, in certe giornate estive, il caldo è atroce. Il verde, come già accennato, non esiste. E quando il sole è a picco e non soffia il vento, beh, l’apertura delle finestre peggiora la situazione…
Insomma, servirebbe un intervento deciso. “Invece assessore e dirigente generale si sono sistemati i propri condizionatori e buona notte ai suonatori”, ribadisce Greco. L’assessore alla Famiglia e al Lavoro è un docente universitario catanese, il professore Bruno Caruso, messo lì dal PD. La dirigente generale è la dottoressa Maria Antonietta Bullara. Con molta probabilità – ma questa è una nostra supposizione – non è da escludere che nell’ufficio di gabinetto siano stati piazzati altri condizionatori, oltre a quello dell’assessore e del dirigente generale. Per gli altri dipendenti, nulla. Anche questa è la Regione siciliana. O, forse, anche questa è la Sicilia.