Lo scorso 15 gennaio iniziava la corsa per il Quirinale. Pensavo che sarebbe stato giusto evitare discriminanti. Anche perché in quei giorni si parlava già di Sergio Mattarella, poi eletto Presidente della Repubblica. L’auspicio era quello di evitare pregiudiziali anticattoliche in considerazione anche di 16 anni di presidenza col marchio laicale e, precisamente, con Carlo Azeglio Ciampi dal 18 maggio 1999 al 15 maggio 2006 e Giorgio Napolitano, riconfermato per la prima volta nella storia repubblicana e che quindi ha svolto un mandato di 9 anni, dal 15 maggio 2006 al 14 gennaio 2015.
Come tutti sappiamo, Sergio Mattarella il 31 gennaio è stato eletto con 665 suffragi pari a quasi i due terzi dei Grandi elettori (Senatori, Deputati e rappresentanti delle Regioni). Su Mattarella, oltre ai voti del cartello di maggioranza, confluivano anche suffragi da parte di Grandi elettori dell’opposizione.
A distanza di quasi due mesi dalla sua elezione cosa ne pensano gli italiani del nuovo capo dello Stato che, lo ricordiamo, è il primo siciliano che va a ricoprire tale carica? Stando ai sondaggi, Mattarella è nel cuore della maggioranza assoluta degli italiani. Non si può sottovalutare il fatto che il nuovo Presidente, fin da subito, ha fatto venire un po' di ‘mal di pancia’ al premier Matteo Renzi, mettendo uno stop all'uso inflazionistico di decreti legge ed alla richiesta di fiducia nei due rami del Parlamento.
Insomma se il Presidente del Consiglio aveva in mente di tirarlo per la giacca, da Mattarella ha avuto una cordiale ma dovuta risposta. Anche il leader e fondatore del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, dopo l'incontro al Quirinale del 26 febbraio, ha gioito per alcuni gesti positivi del Presidente Mattarella. In particolare, è da citare la presa di posizione del capo dello Stato rispetto alle cure antitumorali sperimentate dal dottor Luigi Di Bella. Su tale vicenda il suo predecessore, Napolitano, non aveva risposto ai legali del grande medico siciliano.
Sulla questione sulla quale lo stesso legale aveva scritto precedentemente a Napolitano ma senza ricevere alcuna risposta, l’ufficio del nuovo Presidente della Repubblica ha fatto sapere quanto segue:
"Roma 12 marzo 2015 – Gentile Avvocato Ottaviano, riferisco alla mail indirizzata al Presidente della Repubblica con la quale ha sollevato un tema molto delicato, relativo alla possibilità che un malato oncologico possa fruire, gratuitamente, dell’assistenza farmaceutica per il trattamento conosciuto come terapia Di Bella. Sensibile all’istanza da Lei inoltrata, il Presidente Mattarella mi ha incaricato di trasmettere la mail al Ministero della Salute, pregando ai approfondire la questione e di darle direttamente riscontro. Con l’occasione il Presidente Mattarella mi incarica di inviare a lei e a sua moglie i più cordiali saluti ai quali aggiungo volentieri i miei personali. Simone Guerrini Consigliere – Direttore dell’ufficio di segreteria del Presidente della Repubblica".
Con la risposta del Quirinale al legale della famiglia del dottore Di Bella il caso della terapia predisposta dal medico siciliano è stato riaperto. Con soddisfazione di Beppe Grillo. E anche dei cittadini italiani che vogliono seguire il cosiddetto metodo Di Bella.
Sergio Mattarella ha dato in un brevissimo periodo segnali concreti e forti di austerità e moralizzazione della cosa pubblica, a cominciare dalla sua persona. Rinuncia spesso all'uso dell'aereo presidenziale, dell’auto blu e di altri privilegi. In una parola, ha ridimensionato le spese del Quirinale. Il Presidente Mattarella ha voluto dare una forte scossa a tutte le istituzioni, a partire dai consigli comunali per proseguire poi con quelli regionali ed arrivare sempre più in alto a parlamentari, sottosegretari e ministri.
Non si può nascondere il fatto che in Italia e principalmente nel Sud e, in particolare, in Sicilia la gente ha difficoltà a mettere su la pentola e continua a fare enormi sacrifici sull'altare di una crisi persistente che ha colpito e continua a colpire i ceti più poveri. In queste condizioni non è più accettabile il perpetuarsi dei privilegi della casta. E Mattarella, da questo punto di vista, sta dando l’esempio.
Nei giorni scorsi è venuta fuori la notizia che alcuni magistrati siciliani hanno aperto un'inchiesta sull'operato dei consigli comunali di alcune città tra le quali Siracusa e Messina. Ci chiediamo e chiediamo: in questo momento occorre l'intervento della magistratura per moralizzare la politica? Non sarebbe opportuno, invece, che tutti gli operatori della cosa pubblica prendano atto che la situazione economica del Paese impone un'inversione di tendenza rispetto al passato? Insomma è arrivato il momento di dare segnali chiari al popolo italiano in questa direzione. Regola che vale ancora di più in Sicilia, se è vero che la nostra Regione versa in una crisi finanziaria spaventosa. E poco importa se le cause della crisi finanziaria della Regione sono ascrivibili anche ai tagli romani: tagli del governo nazionale che non giustificano certo i benefici e le prebende ai politici siciliani.
Non sarebbe il caso, a partire dalla nostra Regione, di dare segnali precisi sulla falsariga di quelli già dati dal cattolico e siciliano Sergio Mattarella? Chi ha orecchie per intendere, intenda…