C'è chi parla di una "una piccola grande rivoluzione" e di "un segnale di civiltà che la Sicilia manda a tutta l'Italia". E chi, invece, parla di "una iniziativa ipocrita" e di "uno specchietto per le allodole". Il tema, come era scontato, ha suscitato vivaci polemiche.
Parliamo del disegno di legge approvato ieri dal Parlamento dell'Isola (l'Assemblea regionale siciliana) che prevede l'istituzione del registro delle unioni civili per le coppie di fatto. La Sicilia è la prima regione italiana a dotarsi di un tale strumento.
A favore si sono schierati 50 deputati regionali (in tutto sono 90), 5 i contrari e 15 gli astenuti. Hanno detto sì il Pd e il M5s. Ma, sostegno alla legge è arrivato anche dai centristi del Cantiere popolare.
Contrari, invece, l'Unione democratica di centro, la Lista Musumeci, il Nuovo centro democratic che si sono astenuti e i deputati di Forza Italia.
La legge – Norme contro la discriminazione determinata dall'orientamento sessuale o dall'identità di genere – istituzione del registro regionale delle unioni civili- arriva dopo un lungo percorso ed una lunga battaglia portata avanti da diverse associazioni e da un nutrito parterre di intellettuali e artisti. In particolare, il testo approvato, deve le sue peculiarità al Comitato Esistono i Diritti che, per bocca del suo presidente, Gaetano D'Amico, ci tiene a precisare che "si tratta di una conquista per le coppie eterosessuali prima ancora che per quelle omosessuali. Si tratta di una legge laica e liberale che a differenza di altri testi non è fatta solo per i gay. Da militante storico del movimento Radicale, non ho alcun dubbio. Le battaglie di civiltà vanno condotte nel nome di tutti, e lo dico da omosessuale".
Il testo introduce una serie di diritti: dalle graduatorie per le case popolari, al bonus di povertà e a qualsiasi altra norma futura inserita in questo campo. E, soprattutto, introduce "il diritto ad accedere alle strutture di ricovero e cura per ogni esigenza di assistenza e sostegno psicologico della persona designante, nel rispetto delle modalità definite dai regolamenti delle strutture di ricovero e cura".
Insomma un segnale di grande apertura culturale che arriva dal Parlamento più antico d'Europa, anche se non mancano dubbi sulla sua costituzionalità. Le competenze in materia di Anagrafe, sono, infatti, dello Stato. Che non ha una legge che preveda il registro delle unioni civili (diversi Sindaci che lo hanno istituito sono stati diffidati dal Ministero dell'Interno).
Intanto, però, una breccia è stata aperta.
"Il movimento Lgbti ha ottenuto un risultato storico- dice l'Arcigay- il registro è uno strumento grazie al quale le coppie eterosessuali e omosessuali non sposate potranno accedere, senza più discriminazione, a tutti i servizi regionali"
Di "un grandissimo segnale di civiltà a tutta la nazione" parla il gruppo del M5s. Che sottolinea: "E' una legge quasi a costo zero che utilizza principalmente risorse gia' disponibili e pone la pubblica amministrazione della nostra isola all'avanguardia per la tutela delle minoranze di qualsiasi categoria, caratterizzando la Siciliacome presidio di liberta' e civilta' a tutela dei diritti della comunita' Lgbti".
Soddisfatto anche Pino Apprendi della direzione provinciale del Pd, che da deputato regionale, nella scorsa legislatura, si era fatto promotore della legge: "Constato con piacere che anche coloro che osteggiarono l'approvazione della legge nella passata legislatura hanno votato a favore. Il tempo non è' trascorso invano."
Per Antonello Cracolici, deputato Pd, presidente della commissione Affari istituzionali all'Ars e relatore del ddl, "con l'istituzione del registro delle unioni civili, la Regione riconosce molti diritti alle coppie di fatto: penso ad esempio all'ambito dei servizi sociali, sanitari, all'istruzione. Insomma una legge concreta, una piccola grande rivoluzione nella vita di molte coppie di siciliani che, a prescindere dall'orientamento sessuale e dalla loro identita' culturale o religiosa, finalmente vedranno riconosciuti diritti fino a ieri negati".
Esulta anche il Presidente della Regione, Rosario Crocetta, che ieri era in Aula per difendere il testo e che ha ricordato che "il legislatore non legifera per far e in modo che la società sia regolamentata sulla base delle proprie scelte di vita e sulla propria morale, ma affinché a tutti i cittadini vengano garantite le opportunità pari per tutti".
Agli antipodi il punto di vista della destra siciliana che definisce la legge "inutile e dannosa: non impedisce le assurde discriminazioni ai danni delle persone gay, non introduce alcun sostegno a favore delle unioni di fatto, serve solo ad alimentare illusioni ed aspettative, senza alcun risultato concreto. E' solo una iniziativa ipocrita, di speculazione politica". Cosi' in una nota nota gli esponenti del gruppo Lista Musumeci all'Ars Nello Musumeci, Gino Ioppolo e Santi Formica. Che aggiungono:
"Se si vuole davvero intervenire su questo fronte – proseguono -, si legiferi a Roma in maniera seria e si adottino all'Ars misure di sostegno economico a tutte le coppie, sposate, eterosessuali e gay, a cominciare da quelle coppie che vivono nell'indigenza con numerosi figli a carico".
Idem per l'Udc: "Non siamo disponibili ad avvallare un'iniziativa sostanzialmente inefficace che si riduce solamente ad un'operazione d'immagine. L'istituzione di un simile registro – si legge nella dura nota dello scudocrociato – non e' una novita'. In Italia gia' diversi enti locali hanno dato corso a un'analoga iniziativa. E' noto tuttavia quanto sia marginale la rilevanza pratica di certi registri. Solo il legislatore statale puo' infatti attribuire diritti e obblighi reciproci a due soggetti non coniugati, che, uniti da un vincolo affettivo, vivono insieme e si prestano l'un l'altro assistenza morale e materiale".