Founded by Stefano Vaccara

Subscribe for only $6/Year
  • Login
  • Register

Editor in Chief: Giampaolo Pioli

VNY La Voce di New York

The First Italian English Digital Daily in the US

English Editor: Grace Russo Bullaro

  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
  • People
  • Arts
  • Lifestyles
  • Food & Wine
  • Travel
  • Sport
  • English Edition
No Result
View All Result
VNY La Voce di New York
No Result
View All Result
in
Arts
March 4, 2015
in
Arts
March 4, 2015
0

Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

Ignazio CoppolabyIgnazio Coppola
Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

Un graffito ritraente Antonio Gramsci nel quartiere Ostiense (Da Wikimedia/Nicholas Gemini)

Time: 3 mins read

Nel contesto di quelle che, qualche tempo addietro, furono le manifestazioni celebrative del 150° anniversario dell’Unità d’Italia e della impresa dei Mille tra ricordi, polemiche e  trionfalismi sarebbe stato opportuno in quel contesto ricordare quel  che del risorgimento e dell’impresa dei Mille pensava e scriveva un grande intellettuale di sinistra del secolo scorso come Antonio Gramsci, che certo non si può tacciare di derive separatiste, antiunitarie o filo borboniche. Gramsci nel suo autorevole e lucido saggio intitolato, appunto, “Sul risorgimento” definisce la spedizione dei Mille una “radunata rivoluzionaria” che fu resa solo possibile per due motivi. Primo: Garibaldi s’innestava nelle forze statali piemontesi. Secondo: le imbarcazioni dello stesso Garibaldi vennero protette dalla flotta inglese che consentì lo sbarco di Marsala e la presa di Palermo, sterilizzando la flotta borbonica.

Gramsci, in buona sostanza, nel suo autorevole saggio sul risorgimento, non faceva altro che delegittimare la “gloriosa” spedizione garibaldina evidenziando che non fu altro che una grande mistificazione storica. E fu con questa radunata rivoluzionaria – che Gramsci chiama “rivoluzione passiva” o, meglio ancora, “rivoluzione-restaurazione” – che trionfò la logica gattopardiana che tutto avvenne perché nulla cambiasse. Una “rivoluzione-restaurazione” che fa dire allo scrittore e all’uomo politico sardo che, nel suo contesto, il popolo ebbe un ruolo molto marginale, anzi subalterno, così che il risorgimento si caratterizzò come “conquista regia” e non come movimento popolare, perché appunto mancava al popolo una coscienza nazionale.

In questo vuoto di coscienza nazionale e nella estraneità del popolo al moto unitario fu così possibile ai moderati cavourriani dirigere il processo di unificazione e modellarlo  ai propri fini e ai propri interessi in chiave antimeridionalista e a tutela degli interessi del Nord, cosa che dura sino ai nostri giorni, con la creazione di un nuovo Stato che di questi fini e di questi interessi ne fu portatore. Con la “ rivoluzione-restaurazione” il Piemonte assume una funzione di “dominio” e non di dirigenza reale e democratica di un processo di rinnovamento che in effetti non ci fu. Si passò, nelle regioni meridionali, dall’assolutismo paternalistico borbonico al costituzionalismo repressivo piemontese. “Dittatura senza egemonia”, opportunamente la definisce ancora Gramsci, che fece pagare al Sud e alla Sicilia, sotto tutti i punti di vista – repressivi ed economici – il prezzo più alto. E a proposito delle repressioni  e degli eccidi operati dai piemontesi nel Mezzogiorno subito dopo l’Unità d’Italia – eccidi passati impropriamente alla storia sotto il nome di lotta al brigantaggio, mentre in effetti si trattò di una vera e propri guerra civile, di lotta partigiana e contadina – ancora una volta  Gramsci, nel 1920, in un suo puntuale articolo su “Ordine Nuovo” così ebbe a scrivere: “Lo Stato italiano è stato una dittatura feroce che ha messo a ferro e fuoco l’Italia meridionale e le isole squartando, fucilando e seppellendo vivi i contadini poveri che scrittori salariati tentarono di infamare chiamandoli briganti”.

Per questo crediamo che, per una obiettiva rivisitazione storica degli avvenimenti, dei vizi d’origine e delle cause di debolezza che portarono a una mal digerita e mai metabolizzata Unità d’Italia sia oggi più che mai opportuna un’attenta rilettura degli scritti di  Gramsci e di tanti altri autori su tale argomento, perché al di là di celebrazioni retoriche e trionfalistiche, per rispetto della verità storica siano consentiti a ognuno di noi e ad alcuni storici significativi e doverosi momenti di riflessione. In tal senso vanno riletti gli scritti di tanti storici ed economisti quali  tra gli altri Giorgio De Sivo, Francesco Saverio Nitti, Gaetano Salvemini, Carlo Alianello, Nicola Zitara, Gigi Di Fiore, Lucy Riall, Michele Topa, Lorenzo Del Boca e Pino Aprile. Scrittori che, nel corso del tempo, arrivando ai nostri giorni, si sono cimentati nel ricostruire, in un processo di  revisionismo storico quelle verità che purtroppo ci sono state per lungo tempo negate dagli storici di regime.

Ripercorrere la storia attraverso queste riletture e ribadire, a differenza da quanto propinatoci dalle storiografie e dalle iconografie risorgimentali ufficiali, che il processo unitario si è realizzato sulla pelle e con il contributo delle genti del Sud, che Garibaldi non è stato un eroe, che Vittorio Emanuele II non fu affatto il re galantuomo riportato enfaticamente sui libri di storia e che i piemontesi non furono tanto liberatori quanto conquistatori e massacratori delle popolazioni del Sud. E che la “questione  meridionale” è sorta con l’occupazione “manu militari” del Mezzogiorno d’Italia. Contro questa cultura storica negazionista serve un atto di verità. Oggi bisogna rendere giustizia alle popolazioni meridionali e alla Sicilia che al processo unitario hanno sempre dato il proprio peculiare contributo. Crediamo sia opportuno per questo e su questi argomenti  aprire, a partire da ora, una puntuale  riflessione ed un approfondito  dibattito su temi storici che, da sempre, ci sono stati negati dalla storiografia ufficiale e scolastica, al fine di ripercorrere la vera storia della nostra terra e, se ce ne sarà data l’occasione, ‘La Voce di New’, nel prosieguo potrà essere una buona palestra storico- culturale di discussione.

Foto di copertina tratta da esseblog.it

 

 

 

 

 

 

 

Share on FacebookShare on Twitter
Ignazio Coppola

Ignazio Coppola

DELLO STESSO AUTORE

Pietrangelo Buttafuoco, da ‘Autonomista’ con Raffaele Lombardo ad anti-autonomista

byIgnazio Coppola

Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

byIgnazio Coppola

A PROPOSITO DI...

Tags: Antonio GramscibrigantaggioGaribaldiIgnazio CoppolaImpresa dei MillemeridioneMezzogiornoquestione meridionaleRisorgimentoSudVittorio Emanuele II
Previous Post

Uno spettacolo impegnativo al BAM, teatro impegnato off-off-Broadway

Next Post

La Sicilia all’avanguardia: sì al registro delle unioni civili

Discussion about this post

DELLO STESSO AUTORE

Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

byIgnazio Coppola
Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

Il Risorgimento nel Sud: fu vera gloria? Gramsci nutriva molti dubbi

byIgnazio Coppola

Latest News

Giornata per i diritti umani al Bif&st

Giornata per i diritti umani al Bif&st

byGiuseppe Sacchi
Surfando su onde d’asfalto

Surfando su onde d’asfalto

byMaria Teresa Zonca

New York

Macy’s Stunning Flower Show, in Partnership with Dior, Now to April 10

Macy’s Stunning Flower Show, in Partnership with Dior, Now to April 10

bySunny Day
Sparatoria Michigan: il sospetto killer si è suicidato

12enne accoltella coetaneo in una scuola media: paura a Long Island

byLa Voce di New York

Italiany

La crisi dell’istruzione nel mondo: 2/3 dei bambini non capiscono cosa leggono

Master Fondazione Italia-Usa: altre 200 borse di studio “Next Generation”

byLa Voce di New York
World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

World Pasta Day: negli USA sempre più Made in Italy grazie all’ICE

byNicola Corradi
Next Post

La Marina militare italiana in Libia per proteggere il gasdotto dell’Eni

La Voce di New York

Editor in Chief:  Giampaolo Pioli   |   English Editor: Grace Russo Bullaro

  • New York
    • Eventi
  • Onu
  • News
    • Primo Piano
    • Politica
    • Voto Estero
    • Economia
    • First Amendment
  • People
    • Nuovo Mondo
  • Arts
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
    • Lingua Italiana
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
  • Travel
    • Italia
  • Mediterraneo
  • English
  • Search/Archive
  • About us
    • Editorial Staff
    • President
    • Administration
    • Advertising

VNY Media La Voce di New York © 2016 - 2022
Main Office: 230 Park Avenue, 21floor, New York, NY 10169 | Editorial Office/Redazione: UN Secretariat Building, International Press Corps S-301, New York, NY 10017

No Result
View All Result
  • Home
  • New York
  • Onu
  • News
    • Elezioni 2022
    • Primo Piano
    • Politica
    • Economia
    • First Amendment
  • Arts
    • Speciale Venezia
    • Arte e Design
    • Spettacolo
    • Musica
    • Libri
  • Lifestyles
    • Fashion
    • Scienza e Salute
    • Sport
    • Religioni
  • Food & Wine
    • Cucina Italiana
  • Travel
    • Italia
  • English
    • Arts
    • Business
    • Entertainment
    • Food & Wine
    • Letters
    • Lifestyles
    • Mediterranean
    • New York
    • News
  • Subscribe for only $6/Year

© 2016/2022 VNY Media La Voce di New York

Welcome Back!

Login to your account below

Forgotten Password? Sign Up

Create New Account!

Fill the forms bellow to register

All fields are required. Log In
By clicking on "Create my account" or by registering, you accept the Term of Service and the Privacy Policy.

Retrieve your password

Please enter your username or email address to reset your password.

Log In
Are you sure want to unlock this post?
Unlock left : 0
Are you sure want to cancel subscription?