Dove va la politica italiana? Pochi giorni fa abbiamo seguito la vicenda dell’elezione del Presidente della Repubblica italiana che ha visto prevalere con ampi suffragi il cattolico-siciliano Sergio Mattarella.
Il nuovo Capo dello Stato, martedì scorso, si è presentato alle Camere per il giuramento di rito ed ha ricevuto durante il suo discorso numerosi applausi sia da parte di coloro che l’avevano votato, sia dagli altri grandi elettori che per un motivo o per un altro non avevano contribuito a far aumentare i 665 voti da Mattarella conseguiti.
Sergio Mattarella è un uomo che ha iniziato il proprio percorso politico all’interno della sinistra della Democrazia cristiana nel 1980 e, precisamente, dopo la tragica scomparsa del fratello Piersanti, all’epoca Presidente della Regione siciliana, barbaramente assassinato dalla mafia.
Sergio Mattarella è stato parlamentare nazionale e più volte Ministro e non possiamo non menzionare che nella seconda metà degli anni ’80 la primavera di Palermo con un obiettivo profondamente antimafioso ed allo scopo favoriva l’ingresso nella Giunta comunale di Leoluca Orlando dei comunisti e dei verdi.
L’elezione di Sergio Mattarella è stata portata a compimento dall’attuale Premier e segretario del PD Matteo Renzi. Se per tante cose abbiamo mosso le giuste critiche a Renzi questa volta dobbiamo dargli atto che rinunciando a forzature per tentare di portare “uno dei suoi” al Quirinale ha favorito l’elezione di una Persona veramente per bene alla più alta carica dello Stato.
Che dire dei big degli altri partiti? Silvio Berlusconi sperava che col Patto del Nazareno poteva esercitare un peso condizionante per la scelta del Capo dello Stato ed invece alla fine è rimasto con un pugno di mosche nelle mani.
Beppe Grillo ed il suo movimento cinque Stelle hanno perso l’ennesima occasione di diventare protagonisti ed hanno preferito disperdere i propri voti. Angelino Alfano, purtroppo per Lui, ha dimostrato l’inconsistenza del suo gruppo poiché ha prima negato a Renzi i voti per Mattarella ed alla fine con mezzi fortemente persuasivi adottati dal Premier ha dovuto fare marcia indietro. Matteo Salvini ha dimostrato fin dall’inizio di voler rimanere sull’Aventino.
Ed ora che succederà? Il Governo va avanti a rullo compressore per portare in porto le riforme ed alla fine siamo più che certi che ci riuscirà. Altrettanto certi, nostro malgrado, non possiamo esserlo per la situazione economica del Paese ed in particolar modo per il Meridione e la Sicilia dove anziché crescere la produttività, aumentano i disoccupati.